Strage Pioltello: slittano al 23 luglio le richieste di condanna

Il 25 gennaio 2018, in seguito al deragliamento del regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi, morirono tre persone e oltre 200 rimasero ferite

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Milano

Strage Pioltello: slittano al 23 luglio le richieste di condanna

Proseguirà anche nell'udienza fissata per il 23 luglio la requisitoria dei pm di Milano nel processo sul disastro ferroviario di Pioltello, nel Milanese, nel quale il 25 gennaio 2018, in seguito al deragliamento del regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi, morirono tre persone e oltre 200 rimasero ferite.

Pioltello: accuse di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo

Oggi, infatti, i pm non sono riusciti a concludere il loro intervento durato per circa sette ore. Nel processo figurano nove imputati, tra cui, oltre a Rete ferroviaria italiana anche responsabile civile, l'ex ad Maurizio Gentile e altri ex dirigenti, dipendenti e tecnici di Rfi. Al centro del procedimento le accuse di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo, lesioni colpose e solo per alcuni "omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro".   Il "problema centrale di questo processo" è "quello della circolazione, di una linea trafficata per treni veloci e ciò ha portato alla compressione degli spazi manutentivi". C'è "il paradosso che aumenta lo stress della linea e si riduce lo spazio manutentivo, ci sono sempre meno intervalli per fare manutenzione, perché per ogni treno che salta la società rischia di pagare le penali". Lo ha spiegato la pm di Milano Maura Ripamonti in un altro passaggio della lunga requisitoria nel processo milanese sul disastro ferroviario di Pioltello. Requisitoria che va avanti da stamattina e che potrebbe concludersi non oggi ma nell'udienza del 23 luglio. La pm ha parlato anche di una "situazione di carenza di organico, di formazione e di materiale per la manutenzione e, dunque, si ricorreva a ditte esterne". La stessa pm, in sostanza, ha spiegato a più riprese che Rfi e gli imputati hanno cercato nel processo di scaricare le responsabilità sugli operai manutentori. "Hanno detto che hanno sbagliato e che non hanno bene interpretato il vademecum e che dovevano interrompere la circolazione", ha chiarito. A "smentire" Marco Albanesi, uno degli imputati, però, "è lo stesso Albanesi che ci dice che la lavorazione era stata programmata per un mese dopo l'incidente, ci dice che aveva insistito per un intervento per la sostituzione del giunto". E ancora: "Lo sapete chi è la prima persona che arriva al 'punto zero' quella mattina del disastro? E' Marco Albanesi - ha detto la pm - prima della polizia, che arriva e fa le fotografie. La prima persona che ha capito cosa fosse successo. Come si può pensare che potesse ignorare quelle segnalazioni?". Gli operai, infatti, "avevano chiesto la sostituzione di quel giunto da mesi".