Teatro, Dario Fo e Franca Rame tornano in provincia di Padova con 'Lu Santu Jullare Francesco', interpretato da Mario Pirovano
L'attore: "Francesco D'Assisi santo patrono d'Italia. E' l'uomo che ha dedicato gran parte della sua vita per la pace"
'Lu Santu Jullare Francesco', interpretato da Mario Pirovano
Teatro, Dario Fo e Franca Rame tornano in provincia di Padova con 'Lu Santu Jullare Francesco', interpretato da Mario Pirovano
Dario Fo e Franca Rame ‘tornano’ venerdì 13 dicembre in provincia di Padova, uno dei luoghi di spiritualità, arte e memoria più affascinanti al mondo. L’occasione è uno dei loro spettacoli più celebri, Lu Santo Jullare Francesco, interpretato da Mario Pirovano che si esibirà alle 21 al Cinema Teatro Giardino di San Giorgio delle Pertiche. “Per me – spiega Mario Pirovano – è una tappa molto importante. Poter proporre un testo così suggestivo ha un grande significato. Sarà emozionante ripercorre episodi della vita di questo Santo in una provincia che ha una grande tradizione culturale. Mi auguro con tutto il cuore che lo spirito di San Francesco d'Assisi possa ispirare chi ha il potere di fermare le guerre e portare la pace in questo nostro mondo”. “Mi piace infatti ricordare – aggiunge Pirovano – che nel 1227, l’anno dopo la morte di San Francesco (1226), i frati minori francescani si stabilirono a Padova che, ben presto, divenne un importante centro per la diffusione del messaggio francescano. La spiritualità francescana, basata sulla povertà, l'umiltà e l'amore per tutte le creature, trovò terreno fertile a Padova e provincia. E, infatti, Sant'Antonio, uno dei più celebri seguaci di San Francesco, contribuì a rafforzare questo legame attraverso la sua predicazione e il suo esempio”.
La trama
Un monologo in cui prende vita un’intera serie di personaggi dell’Italia medievale: Papi e Cardinali, soldati sui campi di battaglia, contadini e venditori al mercato, monaci e cavapietre. Lavorando su leggende popolari, su testi canonici del Trecento e su documenti emersi negli ultimi cinquant’anni, Dario Fo ha elaborato un’immagine non agiografica di san Francesco che, oggi, Pirovano ri-porta in scena con grande abilità: spogliato dal mito, emerge un personaggio provocatorio, coerente, coraggioso, ironico. Del resto era lo stesso Francesco a definirsi ‘jullare di Dio’ e questo proprio negli anni in cui l’imperatore Federico II promulgava un editto contro i ‘Joculatores’ considerandoli buffoni osceni. La realtà storica e la tradizione popolare si intrecciano nel ripercorrere alcuni dei momenti più significativi della vita di Francesco: la richiesta di approvazione della Regola al Papa Innocenzo III, la predica agli uccelli, l’incontro con il lupo, la malattia agli occhi…
Le storie e i temi toccati dalla rappresentazione
La rappresentazione si compone di quattro storie fra le più importanti della vita di Francesco. Il tutto giocato e raccontato con ironia e lazzi alla maniera dei giullari del medioevo, di cui santo era un esponente di primo piano e, non a caso, era soprannominato ‘Il Giullare di Dio’. Nel primo episodio, Francesco incontra il Lupo di Gubbio, uno dei momenti più noti della sua vita. Nel Medioevo, gli animali erano spesso simboli per raccontare le dinamiche umane, e il lupo, in particolare, rappresentava l’insaziabilità e l’oscurità del diverso." Nel suo ‘viaggio’ Pirovano conduce quindi gli spettatori a imbattersi in una delle storie meno conosciute della vita di Francesco: un episodio cancellato da tutte le cronache e ritrovato proprio da Dario Fo e Franca Rame in oltre 2 anni di ricerche. Si tratta de ‘La Concione di Bologna sulla Pace e la Guerra’. Una storia di grandissima attualità in cui è possibile conoscere la vera natura di Francesco. Nel 1222 il Santo, invitato a tenere un’orazione sulla guerra di nuovo esplosa contro gli Imolesi, si rivolge ai presenti con la classica ‘provocazione a rovescio’ dei giullari, cosicché esalta la guerra e condanna la pace. L’effetto è immediato, tanto che il popolo chiede a gran voce la pace che verrà firmata di lì a breve. Il carattere dirompente della provocazione di Francesco risalta anche nella scena dell’incontro con il Papa (raccontato nel terzo episodio) quando chiede di ritornare al messaggio del Vangelo al di là di ogni ipocrisia; come pure quando decide di parlare al lupo dimostrando di non temere il diverso, il ‘nemico’. L’ultimo episodio ripercorre la morte di Francesco. Ammalato, scacciato dai suoi fratelli, considerato pazzo, “vattene via mentecatto che tu sé”, gli gridano alcuni confratelli. Accompagnato da alcuni suoi fidati ed affezionatissimi fratelli, Francesco peregrina su e giù per le valli dell’Umbria e della Toscana per essere curato e riportato ad Assisi su sua precisa richiesta. In sintesi, Lu Santo Jullare Francesco affronta temi eterni: la pace e la guerra, l’amore per la natura, la fratellanza, il dolore e la gioia, la ricchezza e l’umiltà. Temi universali che restano rilevanti ieri come oggi, in uno spettacolo che emoziona, diverte e provoca.