Tentata estorsione: il pm chiede 3 anni per l'ex calciatore Bombardini
In una delle scorse udienze, Bombardini, con il suo legale, ha smentito le accuse
Tentata estorsione: il pm chiede 3 anni per l'ex calciatore Bombardini
La Procura di Milano ha chiesto una condanna a 3 anni di reclusione per l'ex calciatore di Serie A e Serie B Davide Bombardini e per il capo ultrà dell'Inter Andrea Beretta, due dei tre imputati per una presunta tentata estorsione commessa nel novembre del 2018 ai danni di un imprenditore.
In una delle scorse udienze, Bombardini, con il suo legale, ha smentito le accuse
La stessa pena è stata chiesta anche per Claudio Morra. In una delle scorse udienze Bombardini, difeso dall'avvocato Danilo Buongiorno, e Beretta, assistito dal legale Mirko Perlino, davanti all'ottava sezione penale del Tribunale hanno raccontato la loro versione dei fatti smentendo le accuse sostenute dal pm Leonardo Lesti, ovvero di aver minacciato la vittima dal quale Bombardini pretendeva una somma di cento mila euro per saldare un debito legato, tra l'altro, all'acquisto delle quote sociali di un'azienda, la "Milano Procaccini s.r.l.", di cui era socio.
"Se non mi dai centomila euro, agirò di conseguenza", avrebbe intimitato Bombardini
L'ex centrocampista ha confermato di aver incontrato l'imprenditore, ma ha sottolineato di non aver mai usato toni minacciosi o violenti. Una ricostruzione analoga l'ha fornita anche Beretta. Il 28 novembre 2018 Bombardini con Beretta, Claudio Morra e un quarto uomo mai identificato - secondo l'impianto accusatorio - avrebbe raggiunto l'imprenditore in un cantiere del capoluogo lombardo. "Se non mi dai centomila euro, agiro' di conseguenza", avrebbe intimitato Bombardini. Sarebbero poi intervenuti Beretta e Morra che con toni minacciosi avrebbero spiegato che la somma spettava a loro in quanto Bombardini era loro creditore. Il giorno successivo l'ex calciatore avrebbe chiamato al telefono l'imprenditore al quale avrebbe intimato ancora una volta di consegnare i soldi entro quella sera.
La vittima anziche' acconsentire, si era rivolta alle forze dell'ordine denunciando l'accaduto. Il processo riprendera' il 13 luglio.