Tognoli e Cervetti, l'Ambrogino non leva il fango dal ventilatore

Il dovere della memoria e l'ipocrisia del popolo. E dei giornalisti

Fabio Massa
Carlo Tognoli
Milano
Condividi su:

ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.10 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45

Bisogna sempre diffidare da quelli che parlano di "dovere della memoria". Generalmente hanno la memoria solo per quello che pare a loro, per chi pare a loro. Insomma, molto selettiva. Ed è una trappola mediatica efficacissima, poiché nella pubblica opinione si crea il sospetto. E il sospetto non è solo l'anticamera di una certezza, ma è il seme di un'idea, la gran parte delle volte sbagliata, costruita sul pregiudizio, ovvero su quel processo che anticipa il giudizio, e che non ha bisogno del giudizio per formarsi. Il sospetto, appunto.

Faccio un esempio. Il politico tal dei tali viene condannato per un qualche reato minore. Uno qualunque. Passano vent'anni e qualcuno, in base al "dovere della memoria", dice di quel politico che nessuno si ricorda che era stato condannato in primo grado. Magari omette pure di dire che è stato assolto in secondo. Basta così: nell'opinione pubblica si formerà l'idea che il politico è stato condannato, quindi va a inserirsi immediatamente nello stereotipo del politico ladrone e da là, anche a vent'anni di distanza, non si muove più. A questo contribuisce una narrazione pelosamente autoassolutoria secondo la quale tutti i politici sono ladri (in tutto il mondo, guardate i film americani) e assassini, e tutta la gente brava gente. Peccato non sia così. E' come teorizzare che sia la carica che rende ladri, e invece no: è l'attitudine personale innata, che era presente già prima. Rubavi allo Stato non facendo lo scontrino da fruttivendolo, povero fruttivendolo che si alza alle 4 di mattina? Ruberai allo Stato da onorevole che si alza a mezzogiorno. Non c'è differenza. Tutto questo per dire che le vite, complesse, vanno studiate nella loro interezza. Nel giorno di Sant'Ambrogio si premiano con gli Ambrogini d'Oro, l'onoreficenza civica di Milano, lo storico leader comunista Gianni Cervetti e lo storico leader ed ex sindaco socialista Carlo Tognoli. Qualcuno ha voluto "per il dovere della memoria" ricordare le loro vicende in Mani Pulite. E' proprio vero che come diceva Einstein nulla si crea nulla si distrugge e tutto si trasforma. Ma la merda nel ventilatore, anche dopo trent'anni, rimane merda.