Truffa delle telefonate a nome di Crosetto: un "noto imprenditore" ha sborsato un milione

La sconcertante vicenda delle chiamate da parte del ministero della Difesa a grandi imprenditori: "Ci serve denaro per liberare giornalisti in teatri di guerra"

di redazione

Guido Crosetto

Milano

Nella truffa delle telefonate a nome di Crosetto anche un "noto imprenditore" che ha sborsato un milione

C'è un "noto imprenditore" che ha versato quasi un milione di euro cadendo nella trappola delle telefonate del falso ministro Guido Crosetto. Emerge dagli sviluppi della sconcertante vicenda resa nota giovedì 6 febbraio dal ministro stesso.  

Una truffa condotta da ignoti che si sono finti collaboratori del ministro della Difesa per convincere imprenditori e professionisti a versare ingenti somme di denaro. La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta per truffa aggravata, dopo che alcuni facoltosi uomini d’affari hanno denunciato richieste di denaro ricevute da sedicenti funzionari del ministero, con l’apparente scopo di liberare giornalisti italiani coinvolti in teatri di guerra e persino “soldati prigionieri da liberare pagando un riscatto”.

Il modus operandi della truffa

Secondo fonti investigative, i truffatori hanno contattato almeno una decina di persone, utilizzando il nome di Crosetto per avvalorare la richiesta. Il copione si ripeteva: i malcapitati venivano convinti a effettuare bonifici con la promessa che il denaro sarebbe stato restituito direttamente dalla Banca d’Italia. Le pressioni erano accompagnate da frasi rassicuranti come “Ci serve uno sforzo” e “Ce l'abbiamo quasi fatta”. A impersonare al telefono il ministro sarebbe stato un uomo la cui voce, a detta delle vittime, non somigliava affatto a quella di Crosetto. Tuttavia, il numero di telefono utilizzato appariva plausibile, con prefisso romano, rendendo la messinscena ancora più credibile.

Un imprenditore truffato per quasi un milione di euro

Nonostante l’impostazione vaga della richiesta, almeno un paio di imprenditori sono caduti nella trappola, e uno di loro ha versato quasi un milione di euro. Il ministro della Difesa, venuto a conoscenza della vicenda, ha denunciato pubblicamente l’accaduto sui social: “Uso questo mezzo per dare pubblicità ad una grave truffa in corso”, ha scritto su X. “Un’assurda vicenda che inizia martedì con la chiamata di un amico, grande imprenditore, che mi chiede perché la mia Segreteria avesse chiamato la sua per avere il suo cellulare. Gli dico che era assurdo, avendolo io, e che era impossibile. Verifico per sicurezza e mi confermano che nessuno lo ha cercato. Archivio la cosa”.

Crosetto: "Un noto imprenditore mi chiama e mi dice di aver ricevuto una chiamata..."

Nel giro di poche ore, il ministro ha ricevuto tuttavia nuove segnalazioni. “Dopo un'ora mi dicono che c'è un noto imprenditore, che non conosco, che vorrebbe mettersi in contatto con me. Autorizzo a dargli il mio cellulare. Mi chiama e mi racconta di essere stato chiamato da me e poi da un Generale e di aver effettuato un bonifico molto elevato ad un conto che gli era stato dato dal ‘Generale’. Gli dico che si tratta di una truffa ed avviso i carabinieri che vanno a casa sua e raccolgono la denuncia”. Mercoledì sera un altro episodio simile: “Sempre un grande imprenditore contattato da un sedicente funzionario del ministero della Difesa, Giovanni Montalbano, che chiedeva il cellulare del padre”.

Le indagini, coordinate dal procuratore di Milano Marcello Viola e affidate al sostituto procuratore Giovanni Tarzia, proseguono per ricostruire la rete dei truffatori. Nel frattempo, Crosetto ha deciso di rendere pubblica la vicenda per evitare che altri cadano vittima del raggiro: “Oggi è accaduto altre due volte: due grandi imprenditori contattati a nome mio. Di tutto sono informati magistratura e carabinieri ma preferisco rendere pubblici i fatti perché nessuno corra il rischio di cadere nella trappola”.

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