Ucciso a Rozzano per un paio di cuffiette, chiesto il processo con rito immediato
La Procura di Milano chiede il processo con rito immediato per Daniele Rezza, che ha ucciso Manuel Mastrapasqua nel Milanese per un paio di cuffie wireless
Manuel Mastrapasqua: l'ultimo selfie
Ucciso a Rozzano per un paio di cuffiette, chiesto il processo con rito immediato
La Procura di Milano ha richiesto il processo con rito immediato per Daniele Rezza, 20 anni, reo confesso dell’omicidio di Manuel Mastrapasqua, il 31enne accoltellato al petto nella notte tra il 10 e l’11 ottobre scorso a Rozzano. La vittima, di ritorno dal turno di lavoro in un supermercato, venne aggredita per un paio di cuffie wireless dal valore di pochi euro.
Il giovane è attualmente in carcere con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato dai futili motivi e rapina, e rischia, data la gravità delle imputazioni, l’ergastolo. Con il via libera alla richiesta della PM Letizia Mocciaro, firmato dalla GIP Nora Lisa Passoni, il processo si svolgerà dinanzi alla Corte d’Assise di Milano.
La confessione di Rezza: "Volevo prendergli tutto"
Durante l’interrogatorio davanti al GIP Domenico Santoro, dopo l’arresto eseguito dai carabinieri del Nucleo Investigativo, Rezza ha ammesso le proprie intenzioni: "Quando ho visto il ragazzo volevo prendergli tutto: soldi, cellulare, qualsiasi cosa potessi rivendere".
Il padre del ventenne, dopo il delitto, lo avrebbe aiutato a disfarsi delle cuffie, gettandole in un cassonetto. "Gli ho detto di buttarle", avrebbe riferito Rezza agli inquirenti. Inoltre, lo avrebbe accompagnato alla stazione di Pieve Emanuele, da dove il figlio ha preso un treno per Pavia, per poi proseguire in autobus fino ad Alessandria, dove si è consegnato spontaneamente alle autorità.
Delitto di Rozzano, l'arma del delitto mai ritrovata
Nel verbale dell’interrogatorio, Rezza ha dichiarato di aver preso anche le cuffie con l’intento di rivenderle, pur senza sapere "quanto ci avrei fatto". Ha inoltre aggiunto: "Non mi sono accorto che il coltello fosse sporco di sangue. L’ho buttato perché mi è venuto d’istinto". Ad oggi, l’arma del delitto non è mai stata ritrovata.