Ultrà Milan, Lucci: “Ai domiciliari ho parlato con i dirigenti. A casa di Berlusconi tante volte”

Il verbale dell'ex leader della Curva Sud nel maxi processo di Milano: "Come fa il Milan a dirsi parte lesa? Portavamo a casa i giocatori dopo la discoteca, sappiamo tutto del club”

di redazione
Luca Lucci
Milano

Ultrà Milan, Lucci: “Ai domiciliari ho parlato con i dirigenti. A casa di Berlusconi tante volte”

“Anche quando ero ai domiciliari ho avuto rapporti con gli attuali dirigenti del Milan. Le chat sono ancora sul mio telefono”. È uno dei passaggi contenuti nel verbale di Luca Lucci, ex capo della Curva Sud rossonera, oggi detenuto e principale imputato nel maxi processo milanese sulle curve di San Siro. Un’inchiesta che ipotizza reati gravi, tra cui associazione a delinquere, tentato omicidio, traffico di droga e gestione illecita del tifo organizzato. Nel suo interrogatorio, avvenuto a porte chiuse il 27 marzo davanti alla gup Rossana Mongiardo e con il legale Alessandro Diddi, Lucci ha cercato di respinge le accuse e ha rilanciato, sostenendo di essere stato per anni interlocutore diretto della società rossonera.

“A casa di Berlusconi non so quante volte”

“Il Milan sa benissimo dei rapporti avuti con me e con il direttivo. Come può costituirsi parte lesa?”, ha detto Lucci, alludendo alla decisione del club – assieme all’Inter e alla Lega Serie A – di presentarsi in giudizio come parte civile. “Sono stato a casa di Silvio Berlusconi tante volte. Parlavo con lui di calcio, di mercato. Pochi come lui ne sapevano davvero”.

Lucci, riferisce Ansa, ha sostenuto che i rapporti con la società erano necessari per gestire la curva ed evitare problemi all’interno dello stadio. “Anche se avevamo idee politiche diverse – ha detto – con lui si parlava di calcio in maniera intelligente”.

“Riportavamo a casa i giocatori dalla discoteca. La curva conosce tutti i segreti del Milan”

“Vado allo stadio da quando ho 14 anni. Ora ne ho quasi 44. Ho dedicato la mia vita al Milan”, ha detto Lucci, ricostruendo la sua ascesa nel tifo organizzato. E ha ammesso: “Per un periodo della mia vita ho spacciato droga. Mi prenderò tutte le responsabilità. Ma non ho mai guadagnato con l’attività della curva”. Nel verbale spiega anche il ruolo della curva nella vita del club: “La sicurezza a Milanello la facevamo noi. Quando i giocatori facevano tardi in discoteca li riportavamo dentro. La curva conosce tutti i segreti del Milan”. E aggiunge di avere contatti quotidiani con le forze dell’ordine: “Con la Digos ho un rapporto di amore e odio. Nelle partite calde ci si organizza insieme”.

Biglietti, merchandising e la coreografia per Berlusconi

Lucci ha negato che la Curva Sud si occupi di bagarinaggio, ma ha parlato degli incassi legati al merchandising, tra magliette, cappellini e felpe. Ha ricordato anche una costosa coreografia organizzata per omaggiare proprio Berlusconi. Infine, rivolgendosi al difensore, ha chiesto più volte di poter essere interrogato dal pm Paolo Storari: “È sei mesi che l’aspetto. È stato il mio pm numero uno a Milano, mi ha distrutto… ma voglio rispondere a lui”. Il magistrato prenderà la parola nell’udienza prevista per oggi.

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