Università Statale, Gatta: "Semplificazione per tornare competitivi"
Gian Luigi Gatta è tra i candidati in corsa per il ruolo di rettore dell'Università Statale di Milano: "Più veloci ed agili nelle procedure". L'intervista
Università Statale, Gatta: "Semplificazione per tornare competitivi"
“Proporrò al CdA un nuovo Direttore Generale (esterno) e nominerò un prorettore per la semplificazione. Se non torneremo ad essere veloci ed agili nelle nostre procedure non saremo competitivi. Naturalmente, il reclutamento dovrà interessare anche il personale docente, a partire dai ricercatori”. Gian Luigi Gatta, Professore ordinario di Diritto penale, è stato componente del Senato Accademico e direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche "C. Beccaria" ed è uno dei candidati alla carica di Rettore della Statale. In un colloquio con Affaritaliani.it Milano illustra le linee guida del suo programma. Se venisse eletto sarebbe, a 49 anni, il più giovane rettore nella storia dell'ateneo, università dove, unico tra i candidati, ha studiato.
Perché ha scelto di candidarsi per la carica di Rettore?
Ho raccolto la sollecitazione di colleghi di aree scientifiche diverse che hanno visto in me un candidato espressione di un autentico cambiamento di cui la Statale ha bisogno per rilanciarsi nell'anno del suo centenario. Ho deciso di mettermi al servizio dell'Università dove ho studiato e che mi ha dato l'opportunità di diventare ricercatore prima e professore poi, realizzando i sogni di quando ero ragazzo. Ho servito altre istituzioni del Paese negli ultimi anni (durante il Governo Draghi è stato Consigliere della Ministra Marta Cartabia ed è stato Vice Presidente della Scuola Superiore della Magistratura, ndr), e mi sono reso disponibile a farlo ora per la mia università. C'è tanta voglia di rinnovamento in Statale: da parte del personale docente, del personale tecnico, amministrativo e bibliotecario, e degli studenti. A loro chiedo la fiducia e garantisco il mio massimo impegno.
Quali sono i punti chiave del suo programma?
Primo, fronteggiare la carenza di organico. A differenza di altre grandi università, soffriamo di croniche e gravi carenze di organico di personale tecnico, amministrativo e bibliotecario. Sa qual è la conseguenza? Che non riusciamo a gestire in tempi ragionevoli una mole crescente di lavoro, determinata anche dall'aumento del personale docente. Abbiamo 2500 professori e ricercatori e 2000 unità di personale non docente. Di questi circa 800 sono tecnici (di laboratorio, informatici, edili, ecc.), circa 190 sono bibliotecari e solo 1000 sono amministrativi, divisi tra amministrazione centrale e ben 31 dipartimenti dislocati su tutto il territorio della città e anche a Lodi (Veterinaria).
Quasi in tutte le direzioni centrali manca il personale, così come in molti dipartimenti (dove in alcuni casi è grave anche la carenza di tecnici, indispensabili per la ricerca). Il problema è in parte legato al costo della vita a Milano e ai livelli retributivi che, purtroppo, sono mediamente bassi. Ma è un'emergenza che va fronteggiata subito approfittando del nuovo contratto collettivo e dei piani straordinari di reclutamento previsti fino al 2026. Bisogna fare un'analisi attenta dei fabbisogni e poi intervenire in modo strategico e mirato. Solo così si può migliorare la qualità del lavoro del personale non docente e, al tempo stesso, si possono migliorare i servizi di supporto per i docenti (didattica e ricerca) e per gli studenti.
Mi creda, è la priorità dell'Ateneo e sono per primi i docenti a lamentarsi della mancanza di supporto adeguato. Il reclutamento dovrà essere di qualità e bisognerà lavorare molto sull'organizzazione del lavoro e sulla semplificazione e riduzione della burocrazia. Una priorità sarà lavorare per la stabilizzazione dei tanti precari a tempo indeterminato, molti dei quali reclutati con i fondi del PNRR. E non bisognerà dimenticarsi dei professori associati, molti dei quali aspirano, a buon titolo, a progredire nel loro percorso professionale.
Un secondo punto chiave del mio programma è la realizzazione dei progetti di rinnovamento delle sedi dell'Ateneo. A MIND costruiremo entro alcuni anni un campus innovativo di area scientifica per studenti e ricercatori, che non avrà pari in Italia e in Europa. Riqualificheremo Città-Studi dove conviveranno realtà diverse (Matematica, Informatica, Scienze politiche, Beni culturali e ambientali), rinnoveremo la sede di Via Conservatorio (Mediazione e lingue) e realizzeremo spazi per la didattica adeguati per i nostri studenti di medicina. Con il Sindaco di Lodi sarà poi importante collaborare per migliorare i collegamenti con il campus di Veterinaria e le residenze per gli studenti, oggi insufficienti, a Lodi come a Milano.
Ecco un'altra priorità del mio programma. Un terzo punto chiave è lo svecchiamento delle infrastrutture tecnologiche per la ricerca. Un quarto punto, ancora, è l'ammodernamento degli spazi per la didattica, per lo studio (biblioteche aperte la sera) e per la vita in università (la mensa di Città Studi è chiusa da anni e va riaperta). Un quinto punto, poi, è il rilancio del ruolo della Facoltà di Medicina e della nostra presenza, come UNIMI, nelle strutture ospedaliere. I nostri medici non devono perdere il senso di appartenenza all'Ateneo e come Rettore contribuirò alla difesa della sanità pubblica universitaria. Nominerò come prorettore per i rapporti con la sanità il Preside di Medicina e lavorerò in piena sintonia e sinergia con la nostra Facoltà.
Nel confronto con gli altri candidati ha parlato di "Una Statale che appare da anni come seduta, generalmente priva di slancio al suo interno e all’esterno, gravata dal peso di una burocrazia sempre più pervasiva". Ci spiega meglio queste sue parole?
Non possiamo vivere adagiati sul nostro blasone. La concorrenza delle altre università milanesi pubbliche e private è elevata. La sensazione che condivido con tanti, che sostengono la mia candidatura, è che manchino oggi uno slancio e una progettualità fattiva, proiettata verso l'esterno e verso obiettivi ambiziosi. L'emblema di questo sostanziale immobilismo è il campus a MIND. Sono passati sei anni dall'approvazione del trasferimento dei dipartimenti scientifici e ancora non si vedono ruspe in azione. A MIND la città di Milano e l'area metropolitana ci stanno aspettando da anni: dobbiamo essere il motore del nuovo distretto dell'innovazione. C'è bisogno poi di nuovo entusiasmo e slancio all'interno della nostra amministrazione, che va snellita nelle procedure, semplificata e migliorata nei servizi. Ci sono tante professionalità di cui so che potrò avvalermi e che potrò valorizzare. Questo mi rasserena.
Il Rettore uscente Franzini ha parlato di una Statale "che sa di doversi sviluppare su un modello tripolare, anche se naturalmente spetterà come onere al mio successore quello di riuscire a portare a termine il trasferimento a Mind dei dipartimenti scientifici". Condivide questa analisi?
Il prossimo Rettore avrà un compito complesso, perché tanti progetti, purtroppo, non sono ancora stati avviati e andranno portati avanti insieme, con un non facile coordinamento e con impatto sul bilancio. La mia attenzione andrà a questi nuovi progetti, senza trascurare però quanti non in essi non sono coinvolti. Penso ad esempio a Informatica e a Matematica, che resteranno a Città Studi e che sono realtà di eccellenza e strategiche per l'Ateneo; e penso anche all'area umanistica dalla quale provengo e alla sede di Via Festa del Perdono. Giurisprudenza potrebbe avere il primo Rettore espressione della Facoltà dopo oltre sessant'anni: tanti colleghi della mia Facoltà e del mio Dipartimento me lo hanno fatto notare e a loro va la mia gratitudine per il sostegno.
Nell'ultimo anno c'è stata la protesta delle tende contro il caro affitti, Milano rischia di diventare un polo universitario solo per studenti economicamente avvantaggiati. Come potrebbe intervenire l'Università?
Quando ho visto le tende mi sono sentito solidale con gli studenti. Anche io vivo in affitto a Milano e so quanto il costo della vita nella nostra città sia diventato insostenibile per molti. È un problema di Milano, città universitaria. La Statale deve collaborare con le altre università e con il Comune per aumentare il numero delle residenze e delle possibilità di alloggio a prezzi calmierati. Il problema è serio. Siamo indietro rispetto ad altre realtà private e rischiamo, come università pubblica, di perdere di attrattività e di non poter garantire il diritto allo studio a chi ha meno opportunità. Da Rettore promuoverei un appello alla società civile e penso che non manchino istituzioni e privati disposti a mettersi a un tavolo e a sostenere un progetto cittadino di housing per gli studenti. Se sarò eletto sarà uno dei primi dossier che prenderò in mano, incontrando subito i rappresentanti dei nostri studenti. Anche a loro chiedo di darmi fiducia e sostegno. In fondo, sono un ex studente della Statale.