Automotive, cala la fiducia dei produttori

Solo il 34% dei dirigenti dichiara di essere fiducioso sulle prospettive di crescita, contro il 41% dell’anno scorso. Cresce il consenso dell'elettrico

Redazione Motori
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Il comparto dell'automotive inizia l'anno con minore fiducia per le prospettive di crescita dell’industria nei prossimi cinque anni, a seguito delle preoccupazioni per l’economia globale e l’aumento dei costi.

È una delle principali evidenze del ‘Global Automotive Executive Survey’ di KPMG. Dall’indagine emerge che, a livello globale, solo il 34% dei manager ha dichiarato di essere estremamente fiducioso rispetto alla crescita dell’automotive, mentre l’anno scorso la fiducia era al 41%. Il calo di fiducia si avverte in Europa occidentale, dove gli intervistati ottimisti sono passati dal 31% dell’anno scorso al 24%. Anche tra i fornitori, inoltre, si registra un’importante diminuzione, dal 55% al 23%. Un comparto dove le aspettative favorevoli, invece, sono in aumento è quello delle auto elettriche. Nell’Europa occidentale, ad esempio, gli intervistati ritengono che i veicoli elettrici a batteria rappresenteranno il 30% delle vendite nel 2030. Nonostante numerosi modelli si stiano sempre più affermando, i leader del settore intervistati da KPMG affermano che Tesla continuerà a fare la parte del leone tra le auto elettriche.

Da sottolineare come Apple si posizioni nelle prime quattro posizioni, sopra marchi storici del settore come Mercedes, Toyota, Volkswagen. La possibilità di un'esperienza fluida e senza problemi per il cliente è salita al secondo posto nella survey di quest’anno. Inoltre, le case automobilistiche hanno mostrato fiducia (80%) rispetto alle misure adottate in termini di cybersecurity e privacy dei dati dei clienti. Una delle previsioni messa in evidenza dallo studio riguarda le modalità di vendita che, secondo gli intervistati, avverrà per più di due terzi al di fuori dei canali tradizionali, quindi vendite dirette ai consumatori da parte delle case automobilistiche, piattaforme digitali e agenzie. In merito alle supply chain, vi è un elevato livello di preoccupazione per la continuità dell’offerta di molte materie prime e componenti nei prossimi cinque anni. Infine, le case automobilistiche dichiarano di sentirsi meno preparate rispetto all’anno precedente per quanto riguarda le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e la robotica avanzata: solo il 12% rispetto al 22% dell’anno scorso.

Le aziende si stanno affrettando ad adottare l’intelligenza artificiale generativa, ma ciò richiederà anche una riprogettazione del lavoro. La ‘GenAI’ è, infatti, sempre più integrata nei processi in cui i veicoli sono progettati, fabbricati e venduti. Inoltre, sullo sfondo, anche il tema delle competenze nell’IA, che è diventata un fattore chiave sui cui si giocherà la competizione del settore nei prossimi anni. Le case automobilistiche dovranno, quindi, valutare attentamente

le loro strategie, con attività di formazione dedicate e assunzione di talenti.