Cesare Fiorio Destriero: un successo indimenticabile

Con Cesare Fiorio  abbiamo voluto ricordare  l’impresa di Destriero riavvolgendo  il nastro della memoria.

Auto e Motori

Cesare Fiorio, oramai da anni, ha lasciato il mondo dei motori.

Dopo Torino e Porto Cervo, ha eletto  a sua residenza, in Puglia, a Ceglie Messapica ove dirige una azienda agricola ( grano, olio, ortaggi , tutti prodotti rigorosamente a km/zero) oltre a due B/B, la masseria Camarda con tanto di trulli, e il Palazzo Camarda nel centro della  cittadina.

Recentemente, tanto per rinfrescare la memoria  e tenersi aggiornato, si è inventato la Fiorio Cup, una formula di rally sperimentale  che si disputa su un percorso su terra ricavato all’interno del comprensorio della masseria e l’organizzazione è affidata al figlio, Alessandro, ex campione di rally, sempre più presente nella gestione dell’Azienda, oltre alla nipote Paola  che ha lasciato il golf per diventare…albergatrice.

Siamo nella sala dei ricordi, un posto d’onore lo occupa il modello in scala di Destriero, provi ancora emozione andando indietro di trent’anni?

Nella mia vita  alla guida del team Lancia nei rally  di emozioni ne ho provate tante: vincere a Montecarlo era il non plus ultra come lo era chiudere la stagione sportiva con un titolo mondiale in bacheca, emozioni non mi sono mancate con le vittorie nei campionati mondiali Offshore con lo scafo Dry Martini senza dimenticare la mia prima vittoria in F.1 alla guida della Ferrari,a Rio de Janeiro, con Nigel Mansell ma il record conquistato con Destriero ha un sapore tutto particolare: è stato un successo di una squadra altamente professionale, eravamo, l’equipaggio ed io, soli ad affrontare l’incognito dell’oceano Atlantico ma è stato soprattutto il successo della cantieristica italiana e di una tecnologia, nuova e, sotto certi aspetti, avveniristica.

Proviamo a rivivere  quei mesi di attesa e quei giorni……

I mesi di preparazione, autunno-inverno ’91 e primavera ’92  sono stati snervanti. Certo i test nel mare Tirreno tra Muggiano e Porto Cervo  ci davano riscontri  positivi ed erano anche momenti di “svago”. Ma l’impresa richiedeva anche altro, e meno divertente,  come il mese trascorso nei pressi di Pavia per impratichirci  in  tutte le procedure  e comportamenti da attuare in caso di emergenze. Un vero tormento, che non auguro a nessuno,  con tutte le prove da sostenere.  Poi  il saluto a Porto Cervo con meta New York dove fu effettuata l’ultima messa a punto  in attesa della “finestra” meteo favorevole.

E venne il giorno della partenza,  sino a quel momento si era scherzato ma quando passammo davanti alla Statua della Libertà e sotto il ponte di Verazzano, lo ricordo benissimo, all’interno del ponte di comando calò il silenzio. Eravamo tutti concentrati sulle ore che ci attendevano. Tanto concentrati che anche i turni di “lavoro”  saltarono, nessuno osò parlare  di riposo, tutti eravamo,  come si dice ora, “sul pezzo”. E Destriero andava, andava  già da subito rispettando una media ben oltre le più ottimistiche previsioni.  Nella notte precedente l’arrivo in terra britannica la tensione era palpabile nel silenzio e nel buio   Ad un tratto diedi l’ordine al capo dei motoristi…”massima potenza”, la risposta fu immediata….” E’ un rischio potremmo rompere…” Non diedi neppure il tempo  di continuare……” Se record dev’essere, deve essere imbattibile, solo così Destriero entrerà nella storia”. Dagli   80 km/h passammo ai 125 !!! 

Un’impresa clamorosa la gente lo ha capito. I telegiornali dell’epoca   aprirono  con la notizia “All’alba prima medaglia d’oro dell’Italia con Destriero” (domenica 9 agosto era la giornata di chiusura delle Olimpiadi di Barcellona).

Ma che avessimo fatto qualcosa di grande lo abbiamo intuito al nostro ritorno in Sardegna.. Già nelle acque di Palau  siamo stati accolti da  decine e decine di barche di ogni genere  che ci hanno accompagnato sino a Porto Cervo. Le ultime miglia sono state le più difficili navigando tra una vera e propria marea di imbarcazioni, poi l’entrata in porto  accompagnata da tre elicotteri della Aeronautica Militare che hanno sommerso Destriero di fumogeni tricolori. Un’emozione difficile da scordare.

Ancora oggi devo dire grazie al Principe Aga Khan, presidente dello Yacht Club Costa Smeralda, , e a tutto l’equipaggio, una grande squadra.

Da chi  il primo messaggio di congratulazioni?

Dall’avv. Giovanni Agnelli  che aveva seguito ogni fase della preparazione partecipando anche a un test….voleva sapere sempre tutto. Senza dubbio è stato il nostro primo tifoso come lo era anche ai tempi della Ferrari e  dei rally, non mancava mai infatti all’arrivo del Rally di Montecarlo. A sorpresa arrivò anche  l’invito al Quirinale  da parte del Presidente della Repubblica, Oscar Scalfaro.

Nei mesi successivi si parlò anche di un giro del mondo a tempo di record

Sì fu un mio pensiero e lo studiammo pure in molti dettagli ma tutto finì in nulla, la situazione economica del Paese, per le  tante inchieste giudiziarie, non era certo il migliore viatico  per l’approccio ai potenziali  finanziatori. Così Destriero rimase per diversi mesi  ormeggiano là dove era nato, nelle acque del Cantiere di Muggiano per poi essere trasferito  prima in Inghilterra e poi in Germania.

Si è parlato di un ritorno, con futuro museale, di Destriero in Italia

Vero. Destriero è stato, ed è tuttora, un simbolo dell’eccellenza italiana. So che sono in corso dei contatti con il Principe Aga Khan, che è pur sempre il proprietario della nave,  per riportare Destriero in Italia e, credo, affidarlo a Fincantieri per un restauro e renderlo visitabile presso qualche sito museale nautico. Credo, avendolo conosciuto,  che il Principe non opporrà ostacoli a questo progetto. Sarei il primo ad esserne lieto.

 


 

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