Italia e auto elettriche: mercato in stallo e sfide per il futuro del BEV
Dopo un iniziale rialzo, il mercato delle auto elettriche in Italia torna a calare a ottobre. Un’analisi delle implicazioni economiche e delle sfide per rilanciare la mobilità elettrica.
Il mercato italiano delle auto elettriche ha registrato un nuovo segnale di rallentamento ad ottobre 2024.
Nonostante una breve ripresa a settembre, il mese di ottobre ha visto un calo delle immatricolazioni di vetture full electric, con 4.963 unità, in flessione del 13,3% rispetto allo stesso periodo del 2023. La quota di mercato BEV si è attestata al 3,9%, in lieve diminuzione dal 4,1% dell'ottobre precedente.
Dall’inizio del 2024, le immatricolazioni di auto elettriche in Italia hanno raggiunto le 52.523 unità, mostrando un modesto incremento del 2% rispetto ai primi dieci mesi del 2023, ma con una quota di mercato stabile al 3,9%. Il parco circolante italiano conta ora 266.098 auto elettriche, segnale di una crescita che, pur presente, è inferiore rispetto agli altri principali Paesi europei.
Confronto con il resto d'Europa Il divario tra l’Italia e gli altri mercati europei rimane evidente. Nei primi nove mesi del 2024, la quota di mercato delle auto elettriche ha toccato il 17,2% in Francia e il 13,1% in Germania, con picchi mensili di settembre rispettivamente del 20,4% e 16,6%. Il Regno Unito si distingue con un 17,9% nei primi nove mesi e un 20,5% a settembre. L’Italia, con una market share inferiore al 4%, si conferma all’ultimo posto tra i maggiori mercati del continente.
Fabio Pressi, presidente di Motus-E, ha ribadito come la situazione italiana evidenzi l'urgenza di una strategia chiara per tutelare e rilanciare il settore dell’auto elettrica. “Il ritardo dell’Italia nell’adozione della mobilità elettrica sottolinea ancora una volta l’importanza di una programmazione stabile e di lungo termine”, ha dichiarato Pressi. La mancanza di politiche chiare rende difficile per i consumatori e le imprese pianificare investimenti e strategie in un contesto instabile.
L’annuncio di un nuovo piano di supporto alla domanda, fatto durante il Tavolo Automotive al Mimit nell’agosto scorso, è stato recentemente messo in discussione a seguito dell’intenzione del governo di ridurre del 80% i fondi stanziati al Fondo Automotive. Questa decisione ha alimentato ulteriormente le preoccupazioni tra gli operatori del settore, già sotto pressione per la necessità di un sostegno strutturale.
Implicazioni economiche e prospettive La stagnazione del mercato BEV in Italia ha implicazioni economiche rilevanti. La filiera automobilistica, che contribuisce in modo significativo all’economia nazionale, rischia di perdere competitività. I consumatori si trovano ad affrontare un panorama incerto, tra incentivi poco chiari e politiche di sostegno variabili. Anche le aziende del settore, comprese quelle coinvolte nella produzione, distribuzione e supporto della mobilità elettrica, vedono compromessa la loro capacità di investire e innovare.
Le politiche incerte e la mancanza di un piano a lungo termine potrebbero inoltre influire sulla capacità dell’Italia di attrarre investimenti internazionali nel settore delle auto elettriche, posizionandosi come un mercato poco favorevole alla transizione verso la mobilità sostenibile. In confronto, Paesi come la Francia e la Germania continuano a spingere per un’adozione accelerata del BEV, sostenuta da incentivi consistenti e una visione strategica definita.
Come evidenziato da Motus-E, è cruciale che il governo italiano si impegni in un confronto aperto e costruttivo con le parti interessate per definire una strategia solida e duratura. Solo attraverso politiche chiare e supporto concreto il mercato delle auto elettriche potrà crescere e contribuire allo sviluppo economico e ambientale del Paese. Continuare a muoversi senza una direzione chiara rischia di far perdere all’Italia l’opportunità di giocare un ruolo di primo piano nella transizione globale verso la mobilità elettrica.