Le auto importate dall’estero hanno il doppio delle probabilità di avere il contachilometri falsificato

Una recente ricerca di carVertical rivela che il 7% delle auto usate importate in Italia presenta un chilometraggio manomesso, ponendo i consumatori a rischio di acquistare veicoli contraffatti.

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Quando si acquista un veicolo usato, uno dei fattori più importanti per valutarne il valore è il chilometraggio.

Tuttavia, non sempre il dato riportato corrisponde alla realtà, e le probabilità di imbattersi in un veicolo con il contachilometri falsificato sono maggiori se il mezzo è stato importato dall’estero. Le transazioni internazionali risultano più difficili da tracciare, creando così opportunità per la manomissione.

Secondo un'indagine condotta da carVertical, società leader nella raccolta di dati automobilistici, in 14 Paesi europei, emerge che le auto importate in Italia presentano il doppio delle probabilità di avere un chilometraggio manomesso rispetto ai veicoli acquistati localmente. Il 7% delle auto usate importate ha un contachilometri falsificato, una cifra significativamente più alta rispetto al 3% dei veicoli acquistati sul mercato interno.

L’Italia si distingue per avere un tasso di importazione relativamente basso (circa il 20% dei veicoli usati è di provenienza estera), ma la problematica della manomissione del contachilometri rimane alta. Molti acquirenti italiani ripongono fiducia nei veicoli importati, specialmente da Paesi come la Germania, ritenuti affidabili. Tuttavia, questo può portare a un eccesso di fiducia nei confronti dei venditori stranieri, aumentando il rischio di acquistare un’auto con il chilometraggio ritoccato.

Uno dei motivi principali per cui la falsificazione del chilometraggio è più frequente nelle auto importate risiede nella difficoltà di eseguire controlli di qualità a livello internazionale. Come sottolineato da Matas Buzelis, esperto di automobili e Head of Communications di carVertical, ogni Paese ha normative diverse riguardo alla manomissione dei contachilometri. La mancanza di uno scambio di informazioni tra nazioni rende ancora più facile per i venditori alterare i dati una volta che il veicolo viene esportato.

Quando un'auto viene venduta all’estero, la sua storia spesso si azzera, creando una finestra di opportunità per manipolare il chilometraggio. Questo espone gli acquirenti italiani a rischi maggiori, poiché non sempre è possibile verificare accuratamente la veridicità dei dati forniti.

Comprare un veicolo con un chilometraggio falsificato può rappresentare un investimento rischioso per molte ragioni. Uno dei problemi principali è la difficoltà nel pianificare la manutenzione del veicolo. Ad esempio, la cinghia di distribuzione dovrebbe essere sostituita ogni 100.000-150.000 km, ma se non si è certi del chilometraggio reale, diventa impossibile sapere quando questa operazione è necessaria. La mancata sostituzione della cinghia potrebbe causare danni significativi al motore, con costi di riparazione elevati per il proprietario.

Inoltre, un chilometraggio alterato può influire negativamente sul valore di rivendita del veicolo e compromettere la sicurezza del guidatore, in quanto la manutenzione e i controlli tecnici potrebbero non essere stati eseguiti correttamente.

Per evitare di incappare in una truffa, è fondamentale adottare alcune precauzioni. Utilizzare piattaforme come carVertical per verificare la storia completa del veicolo, inclusi i dati relativi al chilometraggio, è un passo essenziale. Inoltre, si consiglia di effettuare un controllo approfondito presso un meccanico di fiducia prima di completare l’acquisto, soprattutto se l'auto è stata importata.