Mercato Auto Europa: Giugno cresce del 18,7% Italia ultima nell'elettrico

Italia resta ancora all’ultimo posto nella diffusione di auto “con la spina” (ECV)

Redazione Motori
foto da Mercedes-benz.it
Auto e Motori

Mercato dell’auto a gonfie vele in Europa anche nel mese di giugno, undicesima crescita mensile consecutiva

con 1.265.678 immatricolazioni, +18,7% rispetto a 1.066.693 di giugno 2022. Nel primo semestre il saldo positivo sale a +17,6% con 6.588.937 vetture immatricolate rispetto a 5.601.386 di gennaio-giugno 2022 (ma -21,8% sul 2019).

Tutti i cinque maggiori mercati sono in pieno recupero, con il Regno Unito in crescita del 25,8%, la Germania del 24,8%, la Spagna del 13,3%, la Francia dell’11,5%, l’Italia del 9,1% dopo aver registrato la performance migliore lo scorso maggio. Nei primi sei mesi l’incremento percentuale più alto è della Spagna con +24%, seguita dall’Italia a +22,8%, e poi Regno Unito +18,4%, Francia +15,3% e Germania +12,8%. I 5 Major Markets nel 1° semestre rimangono comunque in perdita del 24,2% sullo stesso periodo 2019.

In numeri assoluti l’Italia, fra i cinque, occupa il quarto posto sia a giugno che nel semestre. E il nostro mercato resta ancora all’ultimo posto nella diffusione di auto “con la spina” (ECV), anche se la quota continua lentamente a salire e tocca il 9,8%, con le BEV al 4,4% e le PHEV al 5,4%. Ma è evidente il divario con gli altri Paesi: in Germania le BEV sono al 18,9% e le PHEV al 5,7% (in calo da gennaio dopo l’esclusione dagli incentivi), in Francia BEV a 17,5% e PHEV a 9,4%, nel Regno Unito BEV a 17,9% e PHEV a 7,2%, in Spagna BEV 5,4% e PHEV a 6,4%.

Considerando i dati del semestre, l’Italia con le BEV a quota 3,9% e le PHEV a 4,7% è sempre all’ultimo posto rispetto alla Germania (BEV 15,8% e PHEV 5,7%), alla Francia (BEV 15,5% e PHEV 8,8%), al Regno Unito (BEV 16,1% e PHEV 6,5%) e alla Spagna (BEV 4,7% e PHEV 6,3%). 

L’UNRAE esprime apprezzamento per l’approvazione, da parte del Parlamento Europeo, della proposta di regolamento AFIR per la realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi, ora al vaglio del Consiglio europeo. Sulla base degli obiettivi nazionali - commisurati sia al numero di veicoli leggeri elettrici e ibridi plug-in circolanti sia alla distanza tra le stazioni di ricarica - il nostro Paese dovrà assicurare l’installazione, su autostrade e strade nazionali, di gruppi di stazioni di ricarica elettrica rapida almeno ogni 60 km in ciascuna direzione di marcia, e stazioni di rifornimento di idrogeno a una distanza massima di 200 km tra loro. 

“Si tratta finalmente di obiettivi cogenti e congrui con le potenzialità e le necessità del nostro Paese”, afferma il Direttore Generale dell’UNRAE, Andrea Cardinali, che aggiunge: “Rimane, invece, la preoccupazione per il bando MASE sulle infrastrutture di ricaric extraurbane che, a differenza di quello per i centri urbani, è andato quasi deserto, con soli 6 progetti presentati e nessuno ammissibile: ci auguriamo vengano presto create le condizioni necessarie per consentire a tutti gli operatori di accedere al bando con proposte adeguate”.

Cardinali auspica inoltre la riapertura del bando del MIT per la realizzazione di stazioni di rifornimento di idrogeno con i fondi residui, pari a circa 126 mln di euro rispetto ai 103 assegnati, come già richiesto dalla Corte dei Conti. 

Sempre in tema di infrastrutture di ricarica, Andrea Cardinali aggiunge: “Attendiamo inoltre che il MIMIT emani al più presto le norme attuative del DPCM 4 Agosto 2022, necessarie a beneficiare dei 40 milioni annuali di incentivi per l’acquisto e l’installazione di colonnine di ricarica in edifici residenziali, e quelle relative ai 90 milioni stanziati dal DL 14 Agosto 2020 per imprese e professionisti, per i quali non sono mai state aperte le richieste di accesso ai fondi da parte del MASE”.

L’UNRAE, infine, ribadisce ancora una volta “la necessità e l’urgenza” di misure quali: la revisione dell’impianto fiscale per le auto aziendali in uso promiscuo in base alle emissioni di CO2; la riformulazione degli incentivi all’acquisto di autovetture a basse emissioni, per eliminare le storture che ne hanno sin qui impedito il funzionamento; una efficace pianificazione per la riconversione della filiera automotive italiana. 

“Su questi temi - conclude Andrea Cardinali - è auspicabile un confronto autentico, e non a posteriori, con tutti gli attori della filiera, non ultima UNRAE, in sede di Tavolo Automotive, la cui convocazione lungamente attesa non sembra ancora nemmeno alle porte

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