Mini, una storia d’amore che dura da 20 anni

Per festeggiare la ricorrenza, il marchio ha lanciato la pubblicazione ‘The Big Love’ che ripercorre la storia italiana dell’iconica vettura

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Mini celebra i suoi 20 anni nel Bmw Group con una pubblicazione che ripercorre la sua storia più recente, attraverso i mondi che l’hanno resa un’icona internazionale. ‘The Big Love - Una storia (d’amore) lunga 20 anni’

Edito da Mondadori Electa, ripercorre la storia italiana del marchio: dalla comunicazione prima del lancio, quando il progetto era ancora top secret, fino all’interazione con gli ecosistemi di design, cinema, moda che Mini ha saputo contaminare e intercettare, aggiungendo quel tocco in più. “MINI non è solo un prodotto ma un brand, che rappresenta complicità, divertimento, passione e inclusione - dichiara Stefano Ronzoni, Direttore Mini Italia -. Una sfida nata 20 anni fa e una conferma ancora oggi, che tiene unita una vasta fan base di appassionati, che si identifica nei valori del brand e trova risposta in una gamma completa di prodotti, che soddisfa ogni tipo di esigenza. Dalla prima campagna, basata su una domanda ‘Is it love? ad un’affermazione decisa oggi ‘The Big Love’”. “Quello di ‘invadere’ altri ambienti è diventato nel corso del tempo un vero tratto distintivo della comunicazione di Mini, in un periodo in cui le operazioni di comunicazione non convenzionali – non legate quindi ai media tradizionali – non erano ancora tanto diffuse. All’inizio del terzo millennio non si era ancora soliti parlare troppo di ambient media o guerrilla advertising, il digital era agli albori. Eppure con Mini molte di queste attività sul territorio sembravano una cosa del tutto naturale, anzi, ci si aspettava che MINI dicesse la sua e la dicesse a suo modo, col suo tono di voce caratteristico”, dichiara Luca Scotto di Carlo, pubblicitario e creative partner di M&C Saatchi. Ildo Damiano, scrittore e opinionista esperto di moda e comunicazione, racconta: “Mini aveva marcato fin dal principio il suo legame con il mondo della moda. Nata nei Sessanta, gli anni della rivoluzione sociale ed estetica, era già “mini” prim’ancora che Mary Quant accorciasse la gonna rendendola appunto mini e rendendo felici milioni di giovani e rivoluzionando più di tutti il modo di vestire. In tempi più recenti Mini ha rinsaldato ulteriormente il legame diretto con la moda e le sue manifestazioni, scegliendo Pitti Immagine Uomo per stimolare alcuni giovani designer a interpretare la contemporaneità con capi pensati per gli urbantraveller”. “La nuova Mini realizza il sogno di una società che nel tempo è cambiata perché desidera prodotti in grado di rispondere a esigenze di comodità, accoglienza, di tecnologia all’altezza dei tempi moderni, senza perdere di vista tutto quell’immaginario che dagli anni Sessanta è arrivato fino a noi e continua a essere presente nella cultura contemporanea come segno di libertà”, queste le parole di Aldo Colonetti, filosofo, storico e teorico dell’arte, del design e dell’architettura.