Raffaele Fusilli, CEO di Renault Italia: la Renaultion procede spedita

In Italia oltre il 40% delle vendite Renault sono state realizzate nel mercato green

Auto e Motori

Buongiorno Dottor Fusilli, partirei da un tema di grande attualità.

Lunedì 6 febbraio a Londra, in una conferenza stampa congiunta, il Gruppo Renault, Nissan e Mitsubishi, membri dell’Alleanza, hanno presentato gli accordi che rilanciano su nuove basi la loro partnership.  Le chiedo una piccola sintesi ed un suo commento.

Il 6 febbraio rimarrà una data storica per il Gruppo Renault perché è stata rinnovata profondamente l’Alleanza con Nissan Motor Corporation e Mitsubishi Motors Corporation avviata nel lontano 1999. Insieme ai nostri partner di lunga data, siamo entrati in una nuova era che assicurerà grandi opportunità di crescita, una maggiore agilità e una migliore efficienza operativa. Per descrivere la nuova partnership, mi piace citare la metafora di un razzo in tre fasi, utilizzata dal nostro CEO Luca de Meo: alla sua guida una governance equilibrata con un riassetto delle partecipazioni incrociate tra il Gruppo Renault e Nissan; al secondo stadio una maggiore agilità strategica, con nuove iniziative a cui i partner possano aderire e al terzo stadio una serie di progetti operativi ad alto valore aggiunto, destinati a creare centinaia di milioni di valore ogni anno.

Luca de Meo ha sempre guardato all’Alleanza da un punto di vista di business per massimizzare il valore, per Renault in primis, ma anche per tutti i partner e gli stakeholder e crediamo che l’accordo annunciato sia notevolmente migliorativo rispetto al passato.  

Si aprono, dunque, nuovi orizzonti per la nostra Alleanza, una partnership che continua a rappresentare un forte asset strategico per il nostro Gruppo.

Il vostro CEO Luca de Meo, tra l’altro, è stato appena nominato Presidente di ACEA (l’associazione europea dei costruttori di auto) e nel corso della prima uscita pubblica ha chiaramente indicato quale sarà il taglio che vorrà dare al suo mandato e ha stimolato le istituzioni di Bruxelles. Il mondo dell’automotive è al centro di una grande trasformazione verso l’elettrico ed il digitale, l’Unione Europea - con l’obbligo a commercializzare dal 2035 solo auto elettriche nel Vecchio Continente - sta costringendo i Costruttori ad una grande accelerazione ed a enormi investimenti economici. Visto che negli altri continenti non è così, non c’è il rischio di perdita di competitività per le nostre Case?

Luca de Meo ha prima di tutto indicato quale sia il peso del nostro comparto. Si tratta di numeri importanti per l’economia e le scelte che sono state fatte avranno ricadute non solo sulle case auto, ma su tutta la filiera ed i lavoratori. Partirei dalle cifre perché è doveroso ricordare che l’automotive impiega 13 milioni di posti di lavoro in Europa, circa il 7% del totale, e che il nostro settore investe un terzo delle spese totali di ricerca e sviluppo del Continente. In questo momento, le case automobilistiche europee stanno investendo 250 miliardi di euro nell’elettrificazione. Ogni decisione che viene presa deve essere, quindi, attentamente ponderata.

Siamo uno dei settori che da sempre assicura una posizione di leadership dell'Europa nelle classifiche globali della competitività e della bilancia commerciale.  Molte delle migliori marche e delle aziende più ammirate in tutto il pianeta provengono da qui. È un dato di fatto che, con la proposta di vietare in Europa i motori a combustione entro il 2035, noi OEM europei ci troviamo ora di fronte ad una sfida commerciale, industriale e tecnologica molto asimmetrica, che i nostri concorrenti fuori dell’Europa non hanno. Dobbiamo impegnarci chiaramente per gli obiettivi che ci sono stati dati – la transizione energetica e la decarbonizzazione sono sfide che il Gruppo Renault ha fatto sue da anni - ma allo stesso tempo dobbiamo indicare in modo trasparente le implicazioni e le conseguenze. Nessuna regolamentazione regionale può essere immaginata isolatamente senza considerare la connessione e le implicazioni a livello mondiale, semplicemente perché progettiamo prodotti che devono essere globali per essere redditizi.

Inoltre, mentre all'industria automobilistica viene chiesto di ridurre le emissioni delle autovetture del 100% entro il 2035, all'industria della produzione di energia viene chiesta una riduzione del 70% e al settore dei trasporti in generale del 50%.  Siamo i soli ad avere dei paletti così stringenti.

Questo è un grande tema, le auto elettriche ci sono, sono una quarantina i modelli 100% elettrici a listino in questo momento, ma rimane un tema di produzione e distribuzione di energia elettrica per la ricarica.

I Costruttori stanno facendo la loro parte ma con 2.000 stazioni di ricarica installate ogni settimana in Europa, siamo molto indietro rispetto alle 14.000 stazioni settimanali che sarebbero necessarie, secondo gli esperti, per garantire il passaggio ai veicoli elettrici. Esistono ancora enormi differenze tra i paesi dell'UE in termini di velocità media di implementazione delle colonnine di ricarica pubbliche, e l’Italia purtroppo non brilla in questo. Ad oggi, circa il 50% dei punti di ricarica nell'Unione europea sono concentrati in soli 2 paesi, Paesi Bassi e Germania. La transizione energetica è uno sport di squadra e tutti devono fare la loro parte, non solo i Costruttori e la responsabilità delle autorità pubbliche è di orchestrare le strategie dei diversi attori.

Proprio per questo, Luca de Meo nel suo intervento ha chiesto all’Europa un approccio strategico, una visione aperta, un calendario realistico e, soprattutto, l'opportunità di collaborare e portare la voce dell'industria automobilistica nel dibattito.

Dottor Fusilli, veniamo ora all’Italia, a che punto è la Renaulution nel nostro Paese? Durante la conferenza stampa di presentazione di Austral ci ha parlato dell’importanza della riconquista del segmento C da parte di Renault e di come ormai siate passati concretamente da una politica di volume alla ricerca del valore nelle vendite.

Ricordo, intanto, quali sono i tre principali obiettivi della Renaulution: mettere il focus sui clienti privati, essere leader nel mercato green, cioè quello delle auto elettriche ed elettrificate e, infine, affermare il ritorno della Marca nel segmento C che è il più importante in Europa nonché il più redditizio. Nell’anno appena concluso, a seguito dei problemi di logistica e legati alle materie prime che ormai conosciamo, abbiamo distribuito alle persone fisiche il numero limitato di veicoli che abbiamo avuto a disposizione. Strategia che ci ha consentito di concentrare quasi l’80% delle vendite su questo canale.

Con la nostra gamma E-TECH, ovvero i veicoli 100% elettrici, full Hybrid e plug-in, abbiamo raggiunto risultati straordinari, infatti, oltre il 40% delle nostre vendite sono state realizzate nel mercato green. Sul segmento C in questo momento stiamo giocando con un attacco a tre punte, con il nostro SUV Coupé Arkana abbiamo totalizzato dal lancio circa 10.000 vendite,  la Mégane E-TECH Electric è un successo e nel 2022 è stato il modello elettrico più venduto del suo segmento e, per concludere,  il lancio di Austral è molto promettente, stiamo registrando ordini superiori alle nostre attese. Direi che per questo motivi in Italia, la nostra Renaulution sta procedendo spedita.

Ha citato Megane E-Tech elettrica, al lancio italiano ha illustrato il concetto di Time for Quality Life. Un posizionamento molto interessante per un brand. È passato un anno, come avete declinato questa strategia?

Il benessere della persona, il miglioramento della qualità della vita di ognuno è l’essenza del TIME FOR QUALITY LIFE, che cerchiamo di declinare sempre sia verso i nostri clienti che all’interno dell’azienda, verso i nostri collaboratori. Lato clienti, uno dei nostri obiettivi prioritari è la loro massima soddisfazione in tutto il percorso esperienziale con la Marca. In quest’ottica, Renault ha lanciato la nuova firma Renault Care Service, che esprime perfettamente il concetto secondo cui la Marca non si propone solo di fornire servizi di assistenza post-vendita ma desidera soprattutto prendersi cura dei suoi clienti, offrendo sempre più servizi innovativi, dinamici e tailor made che rappresentino un valore aggiunto, che permettano di risparmiare tempo, servizi appunto “time for quality life”. Per citare un paio di esempi, il servizio courtesy car, ad esempio, grazie al quale il cliente ha a disposizione una vettura di cortesia come soluzione di mobilità per il tempo necessario agli interventi di manutenzione sul suo veicolo, o il door to door valet service che consente al cliente di non muoversi da casa/ ufficio per recarsi presso la Rete di assistenza Renault, perché la sua auto viene prelevata direttamente dal valet per essere portata in officina.

Time for quality Life è un concetto che diffondiamo anche all’interno dell’azienda e non è un caso che, come Gruppo Renault Italia, ci siamo appena aggiudicati il premio Top Employer 2023 di cui sono molto orgoglioso. È un importante traguardo che riflette proprio il nostro impegno nel mettere al centro delle priorità il benessere dei dipendenti, per assicurare loro un tempo di qualità sul posto di lavoro. Il premio è conferito dall’ente Top Employers Institut che ogni anno mette a confronto le attività HR delle più importanti aziende al mondo, certificandone le eccellenze. Il riconoscimento è la conferma del DNA human centric che da sempre ci contraddistingue e si inscrive perfettamente all’interno della profonda trasformazione che sta attraversando la Marca Renault da quando, nel 2021, Luca de Meo ha lanciato il piano strategico Renaulution. Continueremo a lavorare in questa direzione anche quest’anno e in futuro per diventare l’eccellenza delle best in class.

Chiudo con un’ultima domanda, quali saranno le prossime novità di Renault?

Abbiamo un piano prodotto solido e strutturato, oltre al nostro SUV Austral che è ha appena debuttato sul mercato italiano, quest’anno lanceremo il nuovo Espace e poi, nel prossimo futuro, la Scénic 100% elettrica e, come sappiamo, la R5 e la R4, sempre full electric.

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