Volkswagen in Crisi: i sindacati offrono un 1,5 Miliardi di tagli per evitare le chiusure in Germania

La tensione cresce tra il Gruppo Volkswagen e i sindacati, mentre si discute di tagli profondi e chiusura degli stabilimenti tedeschi. IG Metall offre soluzioni per evitare licenziamenti, ma lo scontro resta acceso.

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La crisi interna al Gruppo Volkswagen si intensifica, con sindacati e dirigenti in disaccordo su come affrontare l’eccesso di capacità produttiva e i costi crescenti.

Durante una conferenza stampa tenutasi oggi, e come riporta Automotive news Europa  i rappresentanti del sindacato hanno proposto un pacchetto di risparmi da 1,5 miliardi di euro, a condizione che il colosso automobilistico rinunci alla chiusura di tre impianti tedeschi e protegga i posti di lavoro.

Daniela Cavallo, capo del consiglio di fabbrica di Volkswagen, ha sottolineato che i costi del lavoro rappresentano solo una piccola parte dei 17 miliardi di euro che la dirigenza vuole risparmiare. Ha riconosciuto la necessità di ridurre il personale, ma ha dichiarato che ciò può essere fatto senza licenziamenti forzati.

"Abbiamo avanzato una proposta concreta che permette di affrontare le eccedenze senza chiudere fabbriche," ha affermato Cavallo, aggiungendo che i tagli salariali potrebbero essere accompagnati da un congelamento temporaneo dei bonus per lavoratori, dirigenti e membri del consiglio.

Thorsten Groeger, negoziatore capo per il sindacato IG Metall, ha avvertito che eventuali chiusure di stabilimenti porterebbero a uno scontro senza precedenti:
"Se VW insiste sulla chiusura degli impianti, deve prepararsi a una disputa industriale che questo paese non vede da decenni. I problemi attuali non sono stati creati dalla forza lavoro e non possono essere risolti guardando solo ai costi del lavoro."

Il membro del consiglio di amministrazione di VW per le risorse umane, Gunnar Kilian, ha dichiarato in un promemoria interno che i suggerimenti sindacali saranno analizzati durante i negoziati. Tuttavia, non ha escluso la possibilità di chiudere fabbriche, sottolineando la necessità di misure drastiche per adeguare il marchio VW al futuro.

Tra le proposte dei sindacati, IG Metall ha suggerito di utilizzare i fondi destinati agli aumenti salariali per creare un fondo che finanzierà la riduzione temporanea delle ore di lavoro nelle aree con eccedenza produttiva.

Le difficoltà del marchio Volkswagen derivano da una combinazione di fattori. La domanda di auto in Europa e Cina è calata significativamente, mentre la burocrazia e i costi elevati in Germania hanno complicato ulteriormente la situazione.

Secondo un documento interno redatto dal consiglio di fabbrica, Volkswagen spende una percentuale maggiore dei suoi ricavi in costi del lavoro rispetto ai concorrenti tedeschi, come BMW e Mercedes-Benz. Questo squilibrio ha portato la direzione a proporre tagli salariali del 10% e un congelamento biennale degli aumenti retributivi.

In aggiunta, il Gruppo ha dovuto affrontare le conseguenze di investimenti mal giudicati e decisioni di gestione sbagliate, contribuendo all'attuale crisi.

Se non verrà raggiunto un accordo nei prossimi giorni, gli scioperi potrebbero iniziare già dal 1° dicembre nei principali stabilimenti tedeschi, aumentando la pressione sulla dirigenza.

"Le finanze del Gruppo non sono ancora in rosso come lo erano nelle crisi degli anni ’70 e ’90," ha dichiarato Groeger. "Ma abbiamo bisogno di correggere errori del passato e fare investimenti mirati per garantire la competitività futura."

La direzione del Gruppo Volkswagen insiste sulla necessità di riduzioni strutturali per rispondere alle sfide del mercato globale e agli alti costi operativi. Tuttavia, la proposta sindacale rappresenta una strada alternativa che potrebbe preservare migliaia di posti di lavoro, evitando conflitti sindacali prolungati e costosi.

Resta da vedere se le parti riusciranno a trovare un compromesso nelle prossime settimane o se Volkswagen si troverà ad affrontare una delle più grandi crisi industriali della sua storia recente.

 

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