OpenAI, continuano gli esodi di massa: si dimette la Cto Murati. Ma Altman pensa al profitto

Secondo il Wsj, OpenaAi da società filantropica quale è nata nel 2015 sta per essere trasformata in compagnia for profit

di Redazione Economia
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Sam Altman e Mira Murati

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OpenAI, la Cto Mira Murati lascia l’azienda

Ma perchè tutti vanno via da OpenAi? Questa la domanda che molti si pongono alla luce delle recenti dimissioni di Mira Murati, il direttore tecnico che insieme a Sam Altman è stata uno dei volti della società di ChatGPT, ha deciso di lasciare l'azienda dopo sei anni e mezzo anche se, da come scrive la stessa Murati, "non c'è mai un momento ideale per allontanarsi da un luogo che si ama".

La sua partenza, accompagnata da altre dimissioni significative all'interno del team dirigenziale, pone così seri interrogativi sulla direzione futura dell'azienda, considerando anche l'annuncio del Wsj su OpenAI, che nata nel 2015 come società filantropica, sta per essere trasformata in una compagnia for profit.

La carriera di Mira Murati

Mira Murati, laureata in ingegneria meccanica presso il Dartmouth College, vanta una carriera variegata e di successo. Ha lavorato in Goldman Sachs, e in Zodiac Aerospace, dove ha contribuito allo sviluppo di tecnologie aerospaziali. Successivamente, ha ricoperto il ruolo di senior product manager presso Tesla, dove ha avuto un ruolo chiave nel lancio della Model X. Nel 2016, Murati si unisce a Leap Motion, un’azienda specializzata in sensori di movimento, prima di entrare in OpenAI nel 2018. Qui, la sua carriera è decollata: nel 2022 è stata promossa a Cto, e durante il tumultuoso fine settimana di novembre 2023, ha ricoperto temporaneamente il ruolo di Ceo a interim dopo il licenziamento di Sam Altman.

Nonostante la scalata in OpenAi, il rapporto tra Murati e Altman non è mai stato tutto rose e fiori. Pur avendo entrambi plasmato OpenAI nei suoi anni formativi, Murati ha più volte lamentato problemi interni all'organizzazione, soprattuttuo sui metodi di gestione di Altman e la trasparenza dell’azienda nello sviluppo di soluzioni Ai.

Eppure le dimissioni di Murati non sono un episodio isolato, ma si inseriscono in un contesto più ampio di instabilità all'interno di OpenAI. Negli ultimi mesi, il management ha visto l'esodo di massa di figure di spicco come Ilya Sutskever, co-fondatore dell’azienda, e John Schulman, passato ad Anthropic. Inoltre il recente abbandono di Murati è stato seguito anche dalle dimissioni di Bob McGrew, chief research officer, e Barrett Zoph, vicepresidente della ricerca. 

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In concomitanza con queste dimissioni, OpenAI si prepara a chiudere un round di finanziamento da 6,5 miliardi di dollari, portando la sua valutazione a circa 150 miliardi. Questo cambiamento segnala un mutamento significativo rispetto alla missione iniziale dell'azienda, che si era proposta di sviluppare tecnologie IA per il bene dell'umanità, senza essere vincolata alla logica del profitto.

Ora questa transizione verso un modello commerciale più convenzionale è stata in realtà in parte alimentata dall'interesse di investitori come Microsoft, Nvidia e Apple, che vedono nel potenziale di guadagno la motivazione principale per i loro investimenti. Ma a questo punto, può OpenAI mantenere il suo impegno per uno sviluppo etico dell'intelligenza artificiale mentre si allinea sempre più con la logica del profitto?