Prodi nemico numero uno di Schlein. Obiettivo Gentiloni leader sfruttando il riarmo Ue di Ursula. Inside
Il rinato asse giallo-verde è un altro colpo alla segretaria Dem
Grandi manovre nel Pd dietro il riarmo europeo di Ursula. Gli schieramenti
"Il riarmo Ue è necessario". Romano Prodi esce definitivamente allo scoperto e si schiera contro la posizione della segretaria del Partito Democratico Elly Schlein che ha criticato il “Rearm Europe” della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Certamente il nome è abbastanza infelice ma il punto di fondo è che con gli Stati Uniti di Donald Trump che si stanno disimpegnando dal Vecchio Continente - Elon Musk ha addirittura ipotizzato l'uscita degli Usa dalla Nato - e con la minaccia della Russia a due passi dalla Germania e attaccata alla Polonia ai Paesi Baltici e a molti dell'est Europa, è necessario che l'Unione acceleri verso un esercito comune.
Che non vuol dire soltanto comprare cannoni, fucili, aerei o carri armati ma anche investimenti in tecnologia e in cyber-sicurezza. Il nodo è che Schlein e i suoi fedelissimi, appoggiata in questo caso anche da Dario Franceschini e della sinistra di Andrea Orlando e Roberto Speranza, sta tenendo il Pd su posizioni ultra-pacifiste, anche perché teme la concorrenza politica del Movimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi Sinistra.
Ma mezzo Pd, se non di più, non è d'accordo. Il primo fra tutti è Lorenzo Guerini che è presidente del Copasir, ex ministro della Difesa con stretti legami con la Nato e Bruxelles. Poi ci sono personalità del calibro di Alessandro Alfieri, coordinatore dell'area Bonaccini che in quanto presidente del partito e parlamentare europeo in questa fase si è un po' chiamato fuori dai giochi interni. Ma il vero oppositore di Schlein resta sempre uno: Paolo Gentiloni, ex commissario europeo che per cinque anni ha lavorato fianco a fianco con von der Leyen e che condivide in pieno la posizione della presidente della Commissione Ue.
Tutti i liberal ex renziani Dem e i moderati non gradiscono le posizioni pacifiste (come se stesse inseguendo Conte) della segretaria. E anche i cattolici del Pd sono divisi. Perché un conto sono persone come l'ex direttore dell'Avvenire Marco Tarquinio, che addirittura vorrebbe un esercito non militarizzato, ma cattolico, ad esempio, è anche Friedrich Merz, prossimo cancelliere tedesco che ha promesso 1.000 miliardi di investimenti in armamenti per rafforzare le difese della Germania dal pericolo russo.
Quindi essere cattolici non significa necessariamente essere pacifisti, come dimostra Merz ma come dimostra soprattutto Prodi che ormai - raccontano fonti qualificate all'interno del Nazareno - è diventato il nemico numero uno di Schlein. E l'obiettivo nemmeno tanto celato è quello di portare Gentiloni candidato premier alle prossime elezioni politiche, la soluzione ideale - detta a microfono spento - per moltissimi parlamentari Dem che non si riconoscono nella linea pacifista di Schlein.
Il congresso dovrebbe tenersi proprio qualche mese prima delle prossime Politiche, anche se potrebbe essere anticipato, e la sfida che si preannuncia è proprio quella tra Schlein e Gentiloni. L'ex commissario Ue, scommettono in molti, sarebbe l'unico in grado di costruire un Centrosinistra ampio e competitivo contro il Centrodestra meloniano. Perché se la candidata premier fosse Schlein, con queste posizioni di oggi, certamente non ci sarebbero né Italia Viva, né Azione e nemmeno PiùEuropa.
Ma forse anche pezzi importanti del Pd se ne andrebbero. Ecco perché Prodi, che della Commissione europea è stato presidente e conosce bene le dinamiche di Bruxelles, insiste nelle sue critiche. Il piano è portare Gentiloni alla guida del partito e candidato premier alle prossime Politiche. E l'affondo sul piano Ursula di riarmo è il miglior modo per far emergere le contraddizioni della segretaria, anche rispetto agli altri partiti socialisti o socialdemocratici europei, Spd tedesca in testa.
Ultimo punto sempre a sfavore di Schlein è che sul pacifismo e sul no al riarmo dell'Europa nei fatti è ormai rinato l'asse giallo-verde tra M5S e Lega e quindi i moderati del Pd - Prodi, Guerini e Gentiloni soprattutto - contestano anche una scelta politica miope della leader Dem che in questo si accoda e quasi legittima il ritorno dei giallo-verdi anziché far emergere le contraddizioni nel Centrodestra e nel governo con una posizione chiara e netta come, ad esempio, quella di Olaf Scholz, cancelliere tedesco uscente che tornerà al governo in Germania da junior partner ma che sa perfettamente quanto sia necessario armarsi visto il disimpegno Usa dall'Europa.
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