Migranti, 100mila da oggi a settembre. Tutti in Italia. L'Europa? Se ne frega

Migranti, cifra monstre nelle stime di governo e maggioranza sugli sbarchi in Italia. Esecutivo a rischio. Draghi preoccupato

Di Alberto Maggi
Foto: LaPresse
Politica
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Una cifra monstre. Un numero impressionante. Senza precedenti. Le stime che circolano, ufficiosamente, in ambienti parlamentari ma anche di governo parlano di circa 100mila migranti irregolari che arriveranno sulle coste italiane da qui alla fine di settembre. Con l'arrivo del caldo torrido e dell'alta pressione africana, l'assenza di precipitazioni e di vento nel Bacino del Mediterraneo il numero di partenze dal Nord Africa, soprattutto dalla Libia, è aumentato in maniera esponenziale. E le previsioni del tempo per le prossime settimane parlano di calma piatta e di caldo perfino in intensificazione. Il calcolo è presto fatto. Ormai siamo al ritmo di mille migranti al giorno in Italia ed entro fine settembre la quota di 100mila non è affatto campata per aria.

Fonti della maggioranza confermano che "se andiamo avanti così, e nulla fa pensare che a breve le cose possano cambiare, le stime sono quelle. C'è poco da fare". Non solo, i migranti - su questo punto ormai le forze politiche non hanno alcun dubbio - resteranno tutti in Italia. Per i rimpatri assistiti i tempi sono biblici e le cifre irrisorie. L'altra ipotesi, quella dei ricollocamenti negli altri Paesi europei, si scontra con la decisione dell'Unione di attivarsi solo per i migranti salvati in mare (meno dell'1%) e non per coloro che sbarca sulle coste italiane.

Non solo, qualche giorno fa al Bundestag la maggioranza che sostiene Angela Merkel, i cristianodemocratici del Ppe e i socialdemocratici amici del Pd, hanno votato per rifiutare i migranti che arrivano in Italia. E non va dimenticato che il 25 settembre ci sono le elezioni ed è quindi ovvio che la Cdu-Csu, già in difficoltà con la concorrenza dei Verdi, non accetterà mai i ricollocamenti per non regalare voti alla destra dell'Afd. Stesso atteggiamento di Berlino anche dalla Francia del liberale Emmanuel Macron, così come dai Paesi del Nord Europa (amici del Centrosinistra) e dell'Est (quasi tutti vicini alla Lega e a Fratelli d'Italia).

E non finisce qui. Anche l'idea del premier Mario Draghi di cercare di risolvere il problema copiando quanto l'Ue, su forte input della Germania, fa da anni con la Turchia - pagando il dittatore Erdogan per chiudere la rotta balcanica - sembra tramontare. Fonti politiche spiegano che la realtà della Libia e della Turchia sono profondamente differenti. "Se ci fosse ancora Gheddafi si potrebbe fare come con Erdogan, ma nella Libia di oggi è impossibile. Se paghi una fazione poi devi pagare l'altra, altrimenti fa partire il maggior numero di migranti possibile come strumento di pressione. E così. Non se ne esce", spiega una fonte di maggioranza vicina al dossier immigrazione.

In sostanza, se davvero da qui a fine settembre arriveranno circa 100mila migranti irregolari dal Nord Africa resteranno tutti in Italia con l'Europa che, come sempre, se ne lava le mani. Politicamente, e Draghi lo sa perfettamente, il tema migranti è una potenziale bomba per l'esecutivo. Enrico Letta e il Pd non posso certo derogare dalla politica dell'accoglienza, sempre e comunque. E Letta - ricordano fonti Dem - non è nemmeno lontanamente Minniti.

Sul fronte opposto Matteo Salvini, se non vuole regalare altri voti alla destra di Fratelli d'Italia, deve o dovrà alzare la voce, attaccare la ministra Lamorgese e porre con forza il tema al presidente del Consiglio. Insomma, estate calda, bollente, sul fronte immigrazione e, di conseguenza, per il governo e la maggioranza.