A La Piazza la spaccatura: Salvini-Tajani divisi su pensioni, manovra e banche
Alla kermesse di Affaritaliani.it va in scena lo scontro: i due vicepremier sembrano andare in direzioni opposte. Un problema in più per Meloni
Salvini-Tajani, la spaccatura nel cdx: "Siamo diversi". A La Piazza emerge la grande distanza tra i due partiti di centrodestra. Strada in salita per il governo Meloni
I due vicepremier Salvini e Tajani scelgono La Piazza di Affaritaliani.it per confrontarsi sull'autunno bollente e non solo che attende il governo Meloni. I due leader politici seppur a distanza, il segretario di FI presente a Ceglie Messapica e sul palco a rispondere alle domande del direttore di Affaritaliani.it Angelo Perrino mentre il leader della Lega è in collegamento dal Trentino, si confrontano su diversi temi. Dalla manovra finanziaria, alle pensioni, fino alle alleanze per le prossime europee. Entrambi i protagonisti gettano acqua sul fuoco: nessuno scontro, andiamo d’accordo, "siamo diversi, ma lavoriamo insieme", assicura Antonio Tajani – ma si contraddicono a distanza. Su tutto. Prendiamo le privatizzazioni. Il leader di Forza Italia non indietreggia: "Sui porti – ripete – ho fatto presente un principio con cui sono cresciuto politicamente: meno Stato e più impresa per fare crescere l’economia". E quindi: "Più servizi vanno affidati alle imprese", ma senza toccare i "beni demaniali". Neanche dieci minuti dopo il ministro dei Trasporti replica: "A Tajani vorrei dire che sui porti bisogna stare molto attenti, ci sono già presenze cinesi. Prima di spalancare le porte a chi ci vede come terra di conquista, ci penserei".
Non proprio i migliori auspici per la prossima missione asiatica del titolare della Farnesina, atteso a Pechino il 4 settembre. Sulla previdenza, allora. Anche lì ricette diverse: il segretario della Lega affezionato al consueto cavallo di battaglia di Quota 41; Antonio Tajani fermo sull’antico adagio berlusconiano: "Io credo che si possa fare anche un piccolo passo in avanti sull’aumento delle pensioni minime", per portarle a 700 euro. Ma lo sanno entrambi: o l’una o l’altra, forse nessuna. L’altra faglia sulla manovra si è aperta prima della pausa estiva e ancora non si è richiusa: gli extraprofitti delle banche.
Matteo Salvini - riporta La Stampa - ci ha messo subito il cappello con la presidente del Consiglio. Il segretario di Forza Italia non parla d’altro da settimane: bisogna cambiare la norma. Battendo su quattro punti: escludere le banche di piccole dimensioni, non far gravare la tassa sui titoli di Stato, renderla deducibile e chiarire che si tratta di un’imposta una tantum. Proposte che alla ripresa dei lavori parlamentari diventeranno emendamenti. Ma questa era solo l’economia. I due ministri la pensano all’opposto anche sulle buone e cattive frequentazioni della destra. Sulle alleanze europee i due leader restano molto distanti e le linee sembrano inconciliabili. Netti i giudizi espressi dai due vicepremier a La Piazza di Affaritaliani.it. Tajani: "L'Afd mi fa schifo, mai alleati con loro e Le Pen". Salvini replica: "Meglio lei di Macron".