Addio Draghi, si va a elezioni e trionfa Meloni: la stampa estera non ha dubbi

Avremo la prima Premier donna? I pronostici sono tutti dalla sua parte, ma c'è chi agita dubbi sul centrodestra e la reazione dei mercati

Politica
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La crisi del Governo Draghi vista dalla stampa estera: occhi puntati su Giorgia Meloni e Fdi

Quel famoso “Yo soy Giorgia, soy una madre, soy una mujer” che ha mandato in visibilio i suoi tifosi iberici andrà necessariamente tradotto in più lingue. Su tutti i media internazionali, quello di Giorgia Meloni è il nome più ricorrente nelle molteplici analisi della crisi del Governo Draghi. Tra chi ne annuncia il trionfo già scritto e chi avanza delle critiche, la leader di Fdi è il personaggio principale per i giornalisti di ogni latitudine.

"Meloni può essere la prima Premier donna"

Partiamo da Swissinfo che, nel dar conto dell'iniziativa dei sindaci a favore della permanenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi, spiega che la politica italiana “si è divisa tra chi chiede al presidente del Consiglio di continuare a guidare la stessa maggioranza e chi chiede di escludere il M5S, mentre gli ultras di Giorgia Meloni chiedono elezioni anticipate, incoraggiati dai sondaggi, che li pongono come prima forza del Paese”.

Sulla stessa linea va The Hindu, il quale ricorda che “Draghi ha governato con il sostegno di praticamente tutti i principali partiti italiani, ad eccezione di Fratelli d'Italia, forza di estrema destra in rapida ascesa. La potenziale implosione della coalizione di Draghi ha stimolato nuove sollecitazioni da parte della leader Giorgia Meloni per delle elezioni anticipate che, si augura lei, possano essere il suo trampolino di lancio per diventare la prima Premier donna della storia italiana”.

Da forza di opposizione a primo partito di Governo

Gli unici a nutrire qualche dubbio sulla leadership del centrodestra sono gli inglesi della BBC che, con una misura davvero molto british, preferiscono non sbilanciarsi troppo: “Le elezioni sono previste per il prossimo anno, ma i partiti di tutto l'arco costituzionale hanno già il voto in vista, specialmente a destra. Matteo Salvini della Lega e Giorgia Meloni di Fdi sono in competizione per la guida di una potenziale coalizione di centrodestra. Se il cosiddetto 'Supermario' dovesse decidere di dimettersi per mancanza di supporto politico, gli italiani potrebbero essere chiamati ad anticipare il loro voto già nel prossimo autunno”.  Un voto il cui esito viene dato per scontato da CNN Brasile: “Guidato da Giorgia Meloni, Fdi ha visto il proprio sostegno salire alle stelle durante il periodo all'opposizione e sembra destinata a emergere come il più grande partito unico nel prossimo Parlamento”.

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Le voci critiche su Giorgia Meloni e Fdi

La prospettiva suscita anche reazioni poco entusiaste. In Turchia TRT World descrive Fdi come “un partito di estrema destra, nazional-conservatore, con origini neofasciste”. Le ragioni della sua crescita nei consensi viene spiegata “principalmente con la decisione di stare fuori dal Governo di unità nazionale guidato da Draghi, diventando la principale forza di opposizione. La leader del partito, Giorgia Meloni, potrebbe diventare la prima Premier donna in Italia, se la coalizione dovesse vincere”. Altrettanto critico è l'Economist, già noto per le sue nette prese di posizioni contro il Governo allora guidato da Silvio Berlusconi. Questa volta la testata inglese anticipa le reazioni dei mercati e delle istituzioni europee: “Gli investitori sono preoccupati dal fatto che le elezioni anticipate possano portare a un Governo guidato da Giorgia Meloni e Fdi, che non fa parte della coalizione a supporto di Draghi, ha le radici nel post-fascismo ed è in testa nei sondaggi elettorali. Erik Nielsen, chief economic advisOr della banca italiana UniCredit, ha detto: 'E se i candidati di destra andassero bene e il mercato azionario vendesse, la Banca Centrale Europea dovrebbe intervenire?'”. L'Economist cita poi un tweet di Francesco Papadia, membro senior del think-tank Bruegel, con sede a Bruxelles, ed ex head of market operations della BCE: 'La BCE non può far nulla per i paesi che decidono di danneggiarsi da soli'. Silvia Ardagna, senior European economist della banca inglese Barclays, si è mostrata concorde dicendo: 'L'Italia non beneficerà dell'attivazione di questo strumento, nel caso l'incertezza politica aumentasse, portando alle dimissioni di Draghi e a elezioni anticipate'”.

Dubbi sul centrodestra unito e l'ipotesi di un nuovo pareggio elettorale

Per Al Arabiya la strada è già segnata, in quanto il passo indietro del M5S potrebbe essere imitato da altri partiti, “come la Lega di Matteo Salvini, che ha già minacciato di uscire dall'alleanza. Galvanizzata dalla prospettiva di nuove elezioni che premierebbero il centrodestra, Salvini potrebbe essere tentato di giocarsi tutto con la coalizione. Sulla base dei sondaggi più recenti, il centrodestra guidato da Fdi di Giorgia Meloni vincerebbe, se si presentasse unito”. 

Quel “se” è determinante anche per il Washington Post, il quale parla del “rischio” di un Governo guidato dalla "leader di estrema destra Giorgia Meloni, sospinta dai sondaggi". Le possibilità di questo esito crescerebbero in caso di alleanza con Lega e Forza Italia, rispettivamente accreditate “del 15% e del 9% dei voti”. Tuttavia, scrive la testata statunitense, “la coalizione non va data per scontata. Intanto, Meloni e Salvini sono apertamente antagonisti. In maniera intrigante, Meloni ha inoltre iniziato ad ammorbidire le proprie posizioni, con un evidente sguardo alla conquista del potere. Oggi lei è più pro-Europa della Lega. La convention di Fdi a Milano ha segnalato il suo desiderio di avvicinarsi all'estabilishment e ai soldi del ricco Nord del Paese, un deliberato sconfinamento nel territorio della Lega. Le recenti amministrative in Veneto hanno visto il Pd, guidato dal francofilo Enrico Letta, creare scompiglio nella roccaforte di Salvini. Se questo si tradurrà nella competizione nazionale, allora non si può escludere la possibilità che nessun singolo partito riesca ad emergere vincitore, costringendo Mattarella a benedire la creazione di un'altra coalizione trasversale.