Afghanistan, Paolo Gentiloni: "Bisognava evitare l'epilogo disastroso"

Il Commissario UE: "Abbiamo fatto bene ad andarci, ma forse ci siamo rimasti troppo a lungo. Però è facile dirlo col senno di poi"

(fonte Lapresse)
Politica
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Afghanistan, Paolo Gentiloni: “Si doveva evitare l’epilogo disastroso”

“L’Afghanistan è uno spartiacque per l'Occidente, che interroga anche l'UE”, ha detto il commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni, parlando alla Festa dell'Unita' a Bologna. “Quello che è certo è che quella missione non doveva finire nel modo in cui è finita perche' quella conclusione e' stata un disastro e il disastro si poteva evitare e si doveva evitare". 

L’Afghanistan "segnera' forse uno spartiacque nella reputazione, nella forza e nel prestigioso dell'Occidente e interroga l'Unione europea" e "anche altri Paesi" che si trovano di fronte a una "caduta di credibilita'", ha aggiunto l'ex Premier, secondo il quale "serve una difesa comune e mi auguro che sia la commissione nelle settimana a proporre concretamente delle soluzioni". 

Sul dialogo con i talebani ha detto: "Questi sono talebani buoni? Togliamocelo dalla testa. Chi si è impossessato di quel Paese è quanto di più lontano da nostri valori e rispetto dei diritti". Sul tema dei profughi Gentiloni soseiene che "noi abbiamo bisogno di flussi migratori dal punto di vista economico, a livello europeo la storia della unanimità non puo' diventare un alibi. Gli altri Paesi con la cooperazione rafforzata possono mettersi fra loro e i corridoi umanitari farli lo stesso. Non ci nascondiamo dietro a Orban e alla unanimità".

Sull'iter della missione fallita, ha spiegato che "quando l'America decise di intervenire in Afghanistan, c'era un consenso generale. Per combattere il terrorismo e sconfiggere Al Qaeda e il terrorismo negli anni a seguire. Non lo dobbiamo dimenticare. Non voglio che la critica anche feroce a questo epilogo disastroso a questa vicenda diventi un'abiura delle ragioni che ci porto' a sostenere a queste operazioni".

"Lo facemmo tutti. Non mi vergogno di aver sostenuto una missione internazionale dopo l'11 settembre contro il terrorismo e contro Al Qaeda. Anzi, era giustissimo dare quella risposta. C'è stata una fine disastrosa di questa storia, anche se il giudizio non va esteso in modo semplicistico alla intera operazione in Afghanistan".

"Noi non siamo andati lì per portare la democrazia, ma per sconfiggere Al Quaeda e il terrorismo. La speranza di portare i diritti delle donne e altre però era una motivazione forte per restare. Io non amo usare troppo il senno di poi. Forse la missione la abbiamo sostenuta troppo a lungo, è facile dirlo adesso".