Ai Soumahoro solo le briciole: dov'è finito il resto?
La vicenda di Soumahoro e delle cooperative della sua famiglia è molto complessa e ogni giorno, si potrebbe dire ogni ora, emergono nuovi fatti
Ai Soumahoro solo le briciole: dov'è finito il resto?
Prima di iniziare dobbiamo fare alcune dovute premesse. La vicenda di Soumahoro e delle cooperative della sua famiglia è molto complessa e ogni giorno, si potrebbe dire ogni ora, emergono nuovi fatti che a volte confermano e a volte smentiscono i precedenti. E dobbiamo anche premettere che la giustizia sta facendo il suo corso e che, allo stato attuale delle cose, i soli fatti giudiziari accertati sono che solo la suocera del deputato Marie Terese Mukamitsindo è indagata dalla Procura di Latina per malversazioni di erogazioni pubbliche, false fatturazioni e truffa aggravata.
C’è anche da dire che la signora ha riconosciuto, firmando un verbale presso l’Ispettorato del Lavoro di Latina, due anni di stipendi non pagati ad una dipendente. Altro fatto rilevante è la liquidazione coatta per la Karibu e lo scioglimento del Consorzio Aid, per “irregolarità insanabili”. La decisione è venuta dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in un Question time parlamentare, dopo le verifiche degli Ispettori del ministero stesso. Da ora in avanti invece avanzeremo alcune considerazioni politiche ed altre giornalistiche, tenendo i campi ben separati.
Nei giorni scorsi sono emersi particolari interessanti sul fatto che nel 2004 la cooperativa Karibu ha affidato al Pd locale la procura speciale per presentare il bilancio. A tal proposito, l’ex presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, ha così commentato ad Affaritaliani.it: "Il tema è sempre lo stesso, faccio quello che voglio. Quello che mi pare. Quante gare sono state fatte per l'assegnazione dei soldi? E a quante di queste non è mai stata chiesta una rendicontazione? È evidente che in Italia c'è un sistema dell'accoglienza. Lo Stato, o gli enti locali, aiutano chi aiuta i migranti, ma chi fa i controlli? Vengono fatti su questi fondi pubblici? Non mi pare che nel caso Soumahoro e famiglia questi controlli siano stati fatti. È un sistema che pare essere in voga ovunque, a tutti i livelli, dove governa il Pd. Chiaramente ogni responsabilità va poi vista con le carte alla mano, ma non è un caso che da Zingaretti e Gualtieri - quindi Regione Lazio e Comune di Roma - non sia arrivata nemmeno una parola. Tutti zitti. Perché dal presidente della Regione e dal Sindaco non viene un contributo di verità e di chiarezza?".
Il Corriere della Sera ha scritto qualche giorno fa: “La rete di collaborazione delle due cooperative riconducibili a Mukamitsindo nei vari comuni pontini, ha portato negli anni a consolidarsi del rapporto con la politica: assunzioni e consulenze elargite a chi aveva un ruolo di amministratore pubblico rappresentano un filone della storia, senza alcun rilievo nelle indagini ma utile, per ora, ad arricchire il complesso sistema delle cooperative”. Ed ora dobbiamo fare un salto geografico, questa volta lasciamo Latina per spostarci a Casalpalocco, vicino Roma e a due passi dal mare, ad Ostia.
Questa frazione è nota per essere un quartiere di benestanti, ma non di ricchi. C’è molto verde, tenuto molto meglio della vicina Infernetto, ci sono negozi di buon livello, c’è la zona delle ville dove lo stesso Francesco Totti, ex capitano della Roma, ne ha una e con lui ancora diversi giocatori che vengono ad abitarvi perché Casalpalocco è vicino al centro sportivo di Trigoria, dove si allena la squadra. Tuttavia, la zona dove ha acquistato una villetta Soumahoro, non è di particolare pregio e la stessa villetta è a schiera su due piani, inserita in un comprensorio abbastanza affollato.
Intendiamoci, si tratta di costruzioni di buon valore, quella dei Soumahoro vale circa 450.000 euro ed è stato fatto un mutuo di 250.000 euro. Cifre rilevanti in assoluto, ma a ben vedere che non cubano molto se le si inserisce nell’ambito di somme che si aggirano sui 65 milioni di euro. Quindi una discrepanza notevole.
Certo si potrebbe pensare che se ci fosse stato un utilizzo non corretto dei fondi –e questo lo ricordiamo ancora, lo sta accertando la magistratura, un tipo sveglio non si comprerebbe una super villa come quelle a disposizione dei giocatori della Roma, perché darebbe nell’occhio.
Insomma, i beni dei Soumahoro sembrerebbero più un “vorrei ma non posso”, una tensione irrisolta verso le stelle più che un risultato raggiunto. Anche gli abiti griffati della moglie si riferiscono -lei stessa dice- a foto del 2014, ben prima che assumesse incarichi nelle cooperative. A questo punto, e siamo sempre nel campo della pura speculazione, si potrebbe anche pensare che alla famiglia Soumahoro siano andate delle briciole di quell’enorme flusso di denaro.
Ed allora la suggestione successiva è: non è che in questa vicenda la famiglia Soumahoro sia stata solo un tramite la cui prestazione è stata liquidata bene ma senza le cifre astronomiche che sono coinvolte? Anche perché, obiettivamente, lo stile di vita è quello di una famiglia italiana abbastanza benestante, ma non quello di veri ricchi.
A questo punto, se così fosse, e se la responsabilità fosse altrove, farebbero bene i Soumahoro a chiarire bene e magari a discolparsi, visto che ora in corso una gara a chi li scarica più velocemente. E se fosse vera questa ipotesi occorrerebbe allora seguire bene il flusso dei soldi, come diceva, il magistrato Giovanni Falcone, perché magari –come spesso avviene- alla fine del percorso spunterebbe la politica.