Almasri, Nordio: "Non faccio il passacarte". Piantedosi: "Mai stato interlocutore sui migranti"- VIDEO
I due ministri oggi in Parlamento, prima a Montecitorio, nel pomeriggio al Senato. Guarda l'intervento completo alla Camera
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Almasri, Conte: "Dietro la vicenda il fallimento della politica migratoria"
"È ben chiaro a tutti gli italiani che dietro c'è un fallimento delle politiche migratorie, perché tutto questo nasce dal fatto che questo Governo si trova lì perché in campagna elettorale avete detto di avere la soluzione del blocco navale. Ma da quando Meloni si è insediata non ci ha neanche provato a realizzare il blocco navale. È stata una presa in giro in campagna elettorale, sapeva che era irrealizzabile". Lo ha detto il deputato e leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, intervenendo nell'aula della Camera dopo le informative dei ministri Nordio e Piantedosi sul caso Almasri.
Almasri, Conte: "Assenza di Meloni è viltà istituzionale"
"Oggi c'è una grande assenza, la presidente Meloni scappa dal Parlamento, è un atto di grande viltà istituzionale, adesso Meloni", visto che non è venuta in Aula per l'informativa sul caso Almasri "non parli più" sui social o in tv, "non si permetta per vigliaccheria di parlare davanti a qualche scendiletto". Lo ha detto in Aula il leader di M5s Giuseppe Conte dopo l'informativa del governo.
Almasri, Conte: "Ministro Nordio è stato scandaloso"
"Ministro Nordio lei è stato scandaloso, lei non è stato il difensore di Almasri, peggio è stato il giudice assolutore e se fossimo in un'aula di giurisprudenza lei si dovrebbe vergognare". Lo ha detto il leader di M5s Giuseppe Conte in Aula, dopo l'informativa del governo sul caso Almasri.
Almasri, Schlein: "Da Meloni atteggiamento da presidente del coniglio"
"Meloni ha mandato i suoi ministri in Aula, un atteggiamento da presidente del coniglio, non del consiglio. Doveva esserci lei qua, perché quello che hanno detto i ministri non è una risposta". Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein nel dibattito sulle comunicazioni dei ministri Nordio e Piantedosi. "Oggi vi nascondete dietro i cavilli e il giuridichese, ma qua non si tratta di un difesa formale, ma di una scelta politica. Allora assumetevi una responsabilità. La verità è che vi vergognate di quello che fate e per questo mentite. Qua doveva esserci Giorgia Meloni, invece vi siete limitati ad attaccare i magistrati. Un attacco frontale che è fumo negli occhi per coprire il merito della vostra scelta politica".
Almasri, Schlein: "Hanno ammesso che su Almasri è stata una scelta politica"
"Meloni ci ha abituati alla sua incoerenza, ma qua si tratta di sicurezza nazionale. Lei non ha parlato da ministro ma da avvocato difensore di un torturatore, le domande a cui dovrete rispondere sono molto semplici: perché Nordio, che era stato informato dal giorno dell'arresto, non ha risposto alle richieste del procuratore generale? La vostra inerzia ha provocato la scarcerazione. Prima ci dice che è stato liberato perché non ha fatto in tempo per tradurre delle pagine in inglese poi ha detto che le ha lette ma ha rinvenuto dei vizi. Bene ha ammesso che è stata una scelta politica". Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein nel dibattito sulle comunicazioni dei ministri Nordio e Piantedosi.
Almasri, Nordio: "Da Interpol comunicazione senza domanda estradizione"
"Il 18 gennaio la Cpi emetteva un mandato di arresto internazionale nei confronti di Almasri per una serie di reati. Il mandato di arresto è arrivato domenica 19 gennaio alle ore 9.30 con una notizia informale e l'arresto trasmessa via email da un funzionario Interpol alle ore 12.37, sempre domenica: una comunicazione assolutamente informale, priva di dati identificativi e priva del provvedimento in oggetto e delle ragioni sottese. Non era nemmeno allegata la richiesta di estradizione". Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nella sua informativa alla Camera sul caso Almasri.
Almasri, Piantedosi: "Aereo predisposto a titolo preventivo"
A predisposizione dell’aereo, già nella mattina del 21 gennaio, rientra tra quelle iniziative a carattere preventivo, e quindi aperte a ogni possibile scenario (ivi compreso l’eventuale trasferimento in altro luogo di detenzione), che spettano a chi è chiamato a gestire situazioni che implicano profili di tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico di tale rilevanza".
Lo ha detto nella sua informativa alla Camera sul caso Almasri il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. "Ribadisco, pertanto - ha aggiunto - che, una volta venuta meno (su disposizione della Corte d’Appello di Roma) la condizione di restrizione della libertà personale, l’espulsione, che la legge attribuisce al ministro dell’Interno, è stata da me individuata quale misura in quel momento più appropriata per salvaguardare, insieme, la sicurezza dello Stato e la tutela dell’ordine pubblico".
Almasri, Piantedosi: "Espulso perché pericoloso"
"Come ho già detto al Senato durante il question time del 23 gennaio, l’espulsione di Almasri è da inquadrare (per il profilo di pericolosità che presentava il soggetto in questione) nelle esigenze di salvaguardia della sicurezza dello Stato e della tutela dell’ordine pubblico, che il governo pone sempre al centro della sua azione, unitamente alla difesa dell’interesse nazionale che è ciò a cui lo Stato deve sempre attenersi nell’obiettivo di evitare, in ogni modo, un danno al Paese e ai suoi cittadini". Lo ha affermato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nell’informativa alla Camera sul caso della liberazione e della successiva espulsione del cittadino libico Najeem Osama Almasri.
Almasri, Piantedosi: "Mai stato nostro interlocutore su migranti"
"Merita di essere preliminarmente precisato e sottolineato che il cittadino libico noto come Almasri non è mai stato un interlocutore del governo per vicende che attengono alla gestione e al contrasto del complesso fenomeno migratorio". Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nell’informativa alla Camera sul caso della liberazione e della successiva espulsione del generale libico Najeem Osama Almasri.
Almasri, Nordio: “Notifica il giorno prima delle comunicazioni, c'è stato momento riflessione”
La notifica del fatto che era indagato è "pervenuta il giorno prima del giorno in cui era fissata la comunicazione in parlamento". Lo afferma il ministro della Giustizia Carlo Nordio nell'informativa urgente del governo, alla Camera dei deputati, in merito alla richiesta di arresto della Corte penale internazionale e successiva espulsione del cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish aggiungendo che ciò "ha determinato un momento di riflessione sia in ossequio all'indipendenza e alle prerogative della magistratura" sia relativamente alla mia "posizione di indagato".
Il 18 gennaio, ha ricostruito Nordio, la Corte Penale Internazionale emetteva un mandato di arresto internazionale nei confronti di Osama Almasri "per una serie di reati", mandato "eseguito dalla Digos di Torino domenica 19 gennaio 2025 alle ore 9,30".
Poi, ha aggiunto il ministro, "una notizia informale dell’arresto veniva trasmessa via e-mail da un funzionario dell’Interpol a un dirigente del Dipartimento degli Affari di giustizia, alle ore 12,37 sempre della domenica 19 gennaio 2025. Si trattava di una comunicazione assolutamente informale, di poche righe, priva dei dati identificativi del provvedimento in oggetto e delle ragioni sottese" e "non vi era allegata richiesta di estradizione".
E ancora: "il 20 gennaio, alle 12,40, il procuratore generale di Roma trasmetteva il complesso carteggio a questo ministero. Successivamente, alle ore 13,57, l’ambasciatore de l’Aja trasmetteva al servizio affari internazionali del ministero e al Dipartimento per gli affari di giustizia, la richiesta di arresto provvisorio del 18 gennaio 2025". Quindi, ha sottolineato il ministro, "la comunicazione della questura di Torino era pervenuta al ministero ad arresto già effettuato e, dunque, senza la preventiva trasmissione della richiesta di arresto ai fini estradizionali, emessa dalla Cpi, al ministro come prescritto dagli articoli 2 e 4 della legge n. 237/2012".
Almasri, Nordio e Piantedosi oggi in Aula: alle 12:15 alla Camera e alle 15:30 in Senato
Non la premier Giorgia Meloni, come richiesto a gran voce dalle opposizioni, ma saranno i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio a riferire sul caso sulla vicenda del comandante libico Almasri, accusato di crimini contro l'umanità e rilasciato dalle autorità italiane, nel corso della doppia informativa di oggi alla Camera e in Senato. Informativa che sarà trasmessa anche in diretta tv dopo le proteste della minoranza, in onda sui canali Rai rispettivamente dalle 12.15 e dalle 15.30.
La linea del governo nella doppia informativa
Il governo, incalzato dalle opposizioni, proverà dunque a fare chiarezza su un nodo spinoso, soprattutto alla luce dell'indagine per favoreggiamento e peculato che vede coinvolti la premier Giorgia Meloni, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e gli stessi ministri Piantedosi e Nordio. La linea su cui poggerà la doppia informativa del governo sarebbe questa, essenzialmente: a sbagliare è stata la Corte penale internazionale (dalla quale sarebbero arrivati atti quantomeno "pasticciati"), mentre l'esecutivo ha agito a tutela dell'interesse e della sicurezza nazionale quando ha deciso di rispedire in Libia Almasri a bordo di un volo di Stato.
Al guardasigilli - spiegano fonti di governo - dovrebbe toccare il compito di ripercorrere tutti gli avvenimenti che hanno portato al fermo e poi al rilascio del criminale libico, in una cronistoria dettagliata dove il titolare della Giustizia ribadirà la correttezza del suo operato. Nordio, spiegano le stesse fonti, dovrebbe insistere sul fatto che il ministero è stato rispettoso delle norme e della procedura e che nessuna colpa è attribuibile al governo, rimarcando come invece siano stati commessi "palesi errori" da parte della Corte penale internazionale.
Proprio la premier Meloni aveva attaccato la Cpi nel video social in cui dava notizia dell'avviso di garanzia: "La Corte penale internazionale dopo mesi di riflessione emette un mandato internazionale nei confronti del capo della polizia giudiziaria di Tripoli. Curiosamente - le parole di Meloni - la Corte lo fa proprio quando questa persona stava per entrare sul territorio italiano dopo che aveva serenamente soggiornato, per circa dodici giorni, in altri tre Stati europei".
Nell'informativa dei ministri - rinviata di una settimana dopo l'annuncio dell'indagine - dovrebbero essere analizzati ai raggi X tutti i passaggi del caso Almasri fin dall'inizio: spostamenti in Europa del libico, arrivo in Italia, fermo e rimpatrio. Su quest'ultimo aspetto dovrebbe concentrarsi l'intervento in Aula del ministro dell'Interno Piantedosi soprattutto nella parte che concerne l'utilizzo del volo di Stato. Del resto una prima relazione del governo sul caso Almasri era stata fornita dal capo del Viminale nel question time al Senato dello scorso 23 gennaio.
In quella sede Piantedosi aveva evidenziato come, dopo la decisione della Corte d'Appello di Roma di disporre il 21 gennaio l'immediata scarcerazione di Almasri giudicando il suo arresto "irrituale", l'uomo sia stato rilasciato nella serata dello stesso giorno per poi essere rimpatriato a Tripoli "per ragioni di urgenza e sicurezza, vista la pericolosità del soggetto": un atto che per Piantedosi mirava a salvaguardare "la sicurezza dello Stato e la tutela dell'ordine pubblico". Nel question time, il ministro aveva comunicato la disponibilità del governo ad approfondire diversi aspetti della questione, come "la tempistica riguardante la richiesta, l'emissione e l'esecuzione del mandato di cattura internazionale, che è poi maturata al momento della presenza in Italia del cittadino libico".
Opposizioni all'attacco di Meloni: "Venga in Parlamento"
La presenza oggi in Parlamento dei ministri dell'Interno e della Giustizia, rappresenterebbe però il "minimo sindacale", perché l'opposizione continua a "pretendere" che sia il presidente del Consiglio a presentarsi in Parlamento. A spiegarlo ieri al termine della Conferenza dei capigruppo, i presidenti dei senatori del Pd Francesco Boccia, di AVS Peppe De Cristofaro, di Iv Enrico Borghi, e la vicepresidente vicaria dei senatori del Movimento 5 stelle, Alessandra Maiorino.
"Abbiamo chiesto la presenza della presidente del Consiglio - affermava Boccia - che continua a non venire in Parlamento, qui in Senato ci manca un 'Premier time' da un anno e mezzo e siamo a metà legislatura, è venuta una volta sola, è molto grave. Lo abbiamo ribadito in maniera unitaria che vogliamo sottoporre al presidente del Consiglio una serie di quesiti a partire dalla vicenda Almasri".
"Intanto verranno il ministro della Giustizia e il ministro dell'Interno con quindici giorni di ritardo, è molto grave perché hanno lasciato il Paese in una condizione oggettivamente di grande imbarazzo di fronte al mondo", le parole del dem.
"L'informativa che vengono a fare domani Nordio e Piantedosi - aggiungeva Maiorino - è un atto dovuto, visto che invece la settimana scorsa improvvisamente sono fuggiti dal Parlamento con una motivazione che è assolutamente insostenibile e certifica il grande imbarazzo e l'incapacità di Meloni di gestire questa situazione, perché noi abbiamo naturalmente richiesto che fosse lei a venire in Aula a riferire. Invece continua a mandare avanti i colonnelli nonostante la situazione diventi sempre più imbarazzante".
"Che ci sia stata un gestione quantomeno opaca è chiarissimo - continuava la pentastellata -, Meloni continua a parlare soltanto attraverso i social e si rifiuta di venire in Parlamento. Noi continueremo a pretendere che venga in tempi ragionevoli, perché non può venire tra un mese, un mese e mezzo per spiegare cosa ha fatto con questo boia libico che abbiamo rimandato a casa su un aereo di Stato".
"La presenza dei ministri - proseguiva quindi De Cristofaro - è il minimo sindacale se possiamo dire così. Qui non c'è una singola responsabilità di un singolo ministro, ma c'è una responsabilità politica generale dell'intero Governo. Non è una vicenda di cavilli, è una scelta politica presa dall'Esecutivo e proprio perché non è una vicenda di cavilli o di singole responsabilità la cosa più giusta e il vero atto dovuto al Paese sarebbe la presenza della Meloni in Aula. Invece purtroppo la Meloni scappa, evidentemente preferisce fare propaganda dai video piuttosto che confrontarsi con il Parlamento".
"Ci sono due dati politici: il primo - spiegava quindi Borghi - è l'unità delle opposizioni, che in maniera compatta hanno esercitato un'azione parlamentare per richiamare il Governo alle proprie responsabilità: non è vero che abbiamo fatto l'Aventino, perché i lavori nelle commissioni sono proseguiti e le opposizioni hanno partecipato".
"Il secondo dato politico - le parole del renziano - è che la motivazione con la quale i ministri si erano negati la scorsa settimana è del tutto farlocca: non stava né in piedi, né in cielo, né in terra ed evidentemente il fatto che oggi, con ritardo, i due ministri interessati vengano a fare un'informativa è certamente un successo dell'opposizione unita e compatta, ma è anche la dimostrazione che le motivazioni che hanno addotto non sono reali. E domani naturalmente entreremo nel merito della questione".
Ciriani assicura: "Il governo non scappa"
Ma per i rappresentanti dell'esecutivo, "il governo non scappa dal Parlamento", assicurava dopo le proteste il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani al termine della capigruppo di Montecitorio. "Avevamo già dato la disponibilità a riferire ma avevamo chiesto una piccola sospensione per approfondire una questione importante, non c'era nessuna volontà dilatoria ma di rispondere al Parlamento", ha aggiunto Ciriani a proposito dell'informativa sul caso Almasri.
Sulla richiesta delle opposizioni di avere in aula la premier Meloni, Ciriani aveva poi spiegato: "Ci saranno due ministri importanti per una risposta adeguata e informata. I due ministri sono in grado di garantire la massima informazione".