Giuliano Amato lascia la Consulta. E attacca Meloni e Salvini
Amato subito dopo attacca i “sovranisti” Meloni e Salvini
Si scatena la polemica nazionale ed internazionale
Una caratteristica archetipale della figura di Giuliano Amato è quella di comparire magicamente fuori ogni volta che si fa il nome di un Presidente del Consiglio oppure del Presidente della Repubblica, soprattutto in momenti di crisi.
Ora sembra che tutto questo appartenga al passato. La regina Elisabetta non c’è più e Giuliano Amato ad 84 anni, scaduto il suo mandato al vertice della Corte Costituzionale, pare (il condizionabile è d’obbligo) che si ritirerà dall’impegno pubblico.
Nato a Torino nel 1938, è stato deputato con il PSI, presidente del Consiglio e più volte ministro.
Figura di spicco della intellighenzia di sinistra, è conosciuto con il nome di dottor Sottile che gli aveva affibbiato Bettino Craxi che con lui ebbe sempre un rapporto di amore / odio. Laureato in legge, giurista e docente universitario è noto agli italiani per il blitz notturno dello 0.6% sui conti correnti e per l’imposizione della tassa ICI sugli immobili.
Il prelievo “illegale” (coperto da un decreto legge d’urgenza) non servì e l’Italia dovette uscire dal sistema monetario europeo e instaurò un pericoloso precedente. Il prelievo forzoso non fu mai utilizzato neppure da Benito Mussolini e mette in dubbio uno dei cardini della democrazia e del diritto alla proprietà privata, mobiliare ed immobiliare, due settori presi di mira dall’esponente socialista.
L’Ici, oltretutto, che doveva essere una tassa una tantum divenne invece fissa, un balzello con cui ancora si confrontano gli italiani.
Amato è approdato alla Corte Costituzionale nel 2013 ed è diventato presidente nel gennaio 2022 sostituendo Giancarlo Coraggio.
Nei prossimi giorni lascerà il posto a Marco D’Alberti.
Dicevamo del suo ritiro dal ruolo pubblico.
“Tra poco più di una settimana terminerò il mio impegno pubblico che prima mi ha visto per 25 anni in politica e, successivamente, al vertice di altre istituzioni. E la Corte Costituzionale è il posto migliore per farlo. Credo che a 84 anni suonati non mi metterò a cercare un'altra cosa da fare tuttavia questo è per me è un ottimo modo per concludere la mia carriera pubblica".
Queste le intenzioni però subito smentite.
Infatti Amato non sembra voler tenere fede a quanto detto perché subito dopo ha dichiarato:
"In campo europeo, la tentazione di affermare il primato del diritto nazionale su quello comune europeo non è solo di Polonia, Romania e Ungheria, ma se c'è una strada che porta al caos istituzionale, questa è quella strada", facendo chiaramente riferimento al sovranismo, inteso sia istituzionalmente che come filosofia politica.
Questa dichiarazione fa seguito ad una di poco precedente in cui Amato diceva che “l’ambientalismo è antisovranista”.
Immediatamente si è scatenata la polemica perché “sovranisti”, a torto o a ragione, sono stati chiamati Giorgia Meloni e Matteo Salvini, due leader politici che non hanno mai avuto buoni rapporti con Amato e la dichiarazione dell’ex premier pare propria diretta a loro.
Ma due sono gli elementi che hanno destato un certo fastidio, anche istituzionale.
Il primo è che c’è una durissima campagna elettorale in corso, anzi siamo agli sgoccioli e questo è il momento più delicato dovendo decidere gli indecisi che sono ancora il partito di maggioranza in Italia.
Un input da una personalità come Amato è stato visto come una ingerenza diretta.
E poi c’è il fatto che la dichiarazione è stata fatta quando ancora – anche se per pochi giorni - Amato è a capo della Consulta, un organo costituzionale rilevantissimo. È come se il presidente della Repubblica scendesse direttamente nell’agone politico, per intenderci.
Parimenti l’uscita non è piaciuta negli ambienti diplomatici dei Paesi citati perché in questo momento la guerra con la Russia sta delineandosi anche come ideologica e non più solo territoriale.