Referendum, Amato: "Non era su eutanasia ma su omicidio del consenziente"

Eutanasia, Amato: quesito referendum apriva aree di impunibilità

Politica
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Amato: "Il primo ragazzo 18enne che arriva a decidere che vuole farla finita e trova un altro ragazzo come lui che glielo fa..."

"Il referendum era sull'omicidio del consenziente e sarebbe stato lecito in casi più numerosi di quelli dell'eutanasia", quindi la Consulta l'ha giudicato non ammissibile e ha passato la parola al Parlamento. Lo ha detto il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato, in una conferenza stampa.

Eutanasia, Amato: quesito referendum apriva aree di impunibilità - "Non è che se il Parlamento non lo fa... Io non ho problemi a farlo ma il quesito referendario apriva aree di impunibilità... Il primo ragazzo 18enne che arriva a decidere che vuole farla finita e trova un altro ragazzo come lui che glielo fa... Allora è bene che si esprima il Parlamento, siamo tutti responsabili". Lo ha detto il presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato, in conferenza stampa, a proposito del referendum sull'Eutanasia che non è stato considerato ammissibile dalla Corte costituzionale.

Il commento dei promotori del Referendum Cannabis: "Persa un'occasione storica, ma la vera sconfitta è per le istituzioni"

"La Corte costituzionale ha respinto la richiesta posta dal Comitato Promotore Referendum Cannabis. Le motivazioni addotte dal Presidente Amato e le modalità scelte per la comunicazione, sono intollerabili"   dichiara il Presidente del Comitato Referendum Cannabis Marco Perduca,  che approfondirà il tema domani, giovedì 17 febbraio, in conferenza stampa alle ore 11.00. Il quesito non viola nessuna convenzione internazionale tanto è vero che la coltivazione è stata decriminalizzata da molti paesi, ultimo tra questi Malta. Il riferimento del Presidente alle tabelle è fattualmente errato: dall’anno della bocciatura della Legge Fini Giovanardi (2014) il comma 4 è tornato a riferirsi alle condotte del comma 1, comprendendo così cannabis. “La scelta è quindi tecnicamente ignorante e esposta con tipico linguaggio da convegno proibizionista” 

“Si è persa l’unica occasione di cambiare le leggi sulle droghe che in questo Paese nessuno ha il coraggio di toccare - continua -. Nemmeno chi dice di voler riformare la giustizia”, dicono i membri del Comitato Promotore Referendum Cannabis Legale.

E aggiungono: “Questa non è una sconfitta nostra e delle centinaia di migliaia di cittadini e cittadine che hanno firmato la proposta. È altresì una perdita per le istituzioni. È un fallimento di una Corte che non riesce a garantire agli italiani un diritto costituzionale; di un Parlamento che da trenta anni non riesce ad adeguare le leggi sulle droghe alle esigenze della giustizia, della salute, della libertà dei cittadini. È un fallimento anche di istituzioni come la Presidenza della Camera di Roberto Fico che aveva preso l’impegno di calendarizzare le proposte di legge di iniziativa popolare e dunque anche quella sulla cannabis. È una sconfitta di quei partiti che avevano fatto campagna elettorale sulla legalizzazione dimenticandosene subito dopo. È una sconfitta anche dei grandi partiti progressisti che hanno messo la testa sotto la sabbia. A vincere oggi è lo status quo: a vincere è il monopolio della cannabis nelle mani delle mafie”.

Già dalle prossime settimane sarà riorganizzata l’azione con iniziative giudiziarie e politiche. Insieme al grande movimento di cittadini che ha accompagnato l’iniziativa, i promotori sono convinti di dover andare nella stessa direzione verso la quale sta andando il resto del mondo.

Il Comitato ringrazia gli avvocati Andrea Pertici e Giandomenico Caiazza per la loro difesa in Camera di consiglio e le avvocate Giulia Crivellini e Letizia Valentina Lo Giudice per aver coordinato la versione finale delle memorie.  Il Referendum Cannabis è promosso dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione, Antigone e dai partiti +Europa, Possibile, Radicali italiani, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, Volt e Sinistra Italiana.

Il commento dei promotori del Referendum Eutanasia: "L'esempio di Amato è fallace"

L’esempio portato dal presidente della Corte a motivazione dell’inammissibilità del referendum sull’eutanasia è fallace, ha commentato Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni e Presidente del Comitato Promotore Eutanasia, che approfondirà il tema domani in conferenza stampa alle ore 11.00.

La Giurisprudenza infatti condanna l’uccisione di una persona depressa, o in stato di infermità mentale, anche temporanea, che ne faccia richiesta, come omicidio volontario proprio attraverso la norma del 579 che non sarebbe stata toccata.

Quanto al nome del referendum, ricordiamo che l’unica norma che impedisce l’eutanasia, è quella porzione di norma che il referendum voleva abrogare.

 

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