Amato stronca il premierato di Meloni: "Il capo dello Stato così impallidisce"
Il presidente emerito della Consulta: "Il Quirinale non conterà più niente. Poi c'è il problema della fiducia in Parlamento che può bloccare il Paese"
Giuliano Amato boccia il premierato di Meloni e fa emergere due punti chiave sottovalutati
Il governo Meloni lavora alle riforme, la ministra Casellati spinge per il premierato e spuntano anche le prime bozze di legge. Ma da Giuliano Amato arriva un chiaro avvertimento alla premier: "Quella riforma è sbagliata e presenta gravi errori". Il capo emerito della Consulta argomenta il suo pensiero in un'intervista a Radio Radicale. "Sono sempre stato - dice Amato - favorevole al cancellierato che assume il modello delle repubblica federale tedesca. Perché ha la caratteristica di rafforzare il presidente del Consiglio rispetto ai ministri, scegliendoli e potendoli revocare. Questo evita l'enclave di rappresentanti politici che blocca il Consiglio dei ministri".
"Ben diverso però - prosegue Amato - è il premierato. Il voler portare il presidente del Consiglio fino al punto di farlo eleggere direttamente dal popolo è una vera forzatura che ha gravi disfunzioni. In un sistema democratico con un parlamento deve esserci una maggioranza che sostiene il premier. Se questo perde la fiducia del Parlamento con il premierato c'è comunque la stabilità nel senso che tecnicamente non cade ma non può fare più niente perché le leggi non verrebbero votate e così bloccherebbe il Paese. Israele aveva annunciato questa riforma simile e poi l'ha revocata".
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"Inoltre - continua Amato - c'è il capitolo relativo al capo dello Stato. Intanto il numero uno del Quirinale esercita un'influenza informale che è molto importante per il rispetto dei poteri di garanzia e poi c'è un altro aspetto chiave. Se uno viene eletto direttamente dal popolo (il premier ndr) e l'altro (il capo dello Stato ndr) è eletto solo dal Parlamento è logico che il primo conterà molto più dell'altro. Così il presidente della Repubblica impallidisce al confronto".