Anm contro Nordio: "No a separazione delle carriere e indebolimento del Csm"

Nonostante il tentativo di mediazione di Nordio, Santalucia continua la crociata contro il governo e attacca la riforma della giustizia

di redazione politica
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Politica

Anm: "Parte una mobilitazione culturale e comunicativa contro la separazione delle carriere e l'indebolimento del Csm"

L'Anm "è determinata ad assumere ogni utile iniziativa per informare l’opinione pubblica in ordine alla propria argomentata opposizione a tale riforma, ed invita da subito tutti gli iscritti ad una mobilitazione culturale e comunicativa che faccia comprendere i rischi che questa comporta per l'effettiva tutela dei diritti dei cittadini e per la scrupolosa osservanza delle loro garanzie costituzionali". Così nella mozione finale dell'Associazione nazionale magistrati approvata per acclamazione al 36esio congresso di Palermo, conclusosi stamane. 

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L'Associazione nazionale magistrati ribadisce "la propria intransigente contrarietà alla separazione delle carriere e al complessivo indebolimento del Csm che costituiscono il contenuto principale" delle riforme costituzionali in materia di ordinamento giudiziario e di governo autonomo della magistratura, che hanno costituito tema del dibattito. Si legge nella mozione finale approvata per acclamazione nel 36esimo congresso dell'Anm, conclusosi a Palermo. L'unicità della magistratura "è valore fondante del nostro associazionismo: tale sua caratteristica ontologica è incompatibile con ogni possibilità di mediazione e trattativa sugli specifici contenuti delle riforme. La separazione delle carriere non è affatto funzionale a garantire la terzietà del giudice, ma appare piuttosto uno strumento per indebolire in modo sostanziale il ruolo del pubblico ministero e, conseguentemente, la funzione di controllo di legalità rimessa al giudice e lascia presagire che venga agitata come strumento di ritorsione e minaccia nei confronti della magistratura tutta".

Oggi giudici e pubblici ministeri "sono uniti nell’esercizio della giurisdizione, hanno una comune cultura e fruiscono delle stesse garanzie costituzionali". Separarli rischia concretamente, per l'Anm, "di attrarre la magistratura requirente nell'orbita del potere politico e del controllo governativo, come avviene, in modo formale o sostanziale, in tutti i Paesi nei quali la magistratura è separata. Separare il pubblico ministero dal giudice, quali che siano le modalità di tale separazione, distinguere le carriere all’accesso e dal punto di vista ordinamentale, separare gli organi di autogoverno, porterebbe alla istituzione di una figura professionale di 'pubblico persecutore', molto lontana dall’attuale organo dell’accusa, che, lo ricordiamo, oggi è preposto alla ricerca della verità ed è garante del rispetto delle prerogative dell’indagato, anche nella fase della raccolta delle prove da parte della polizia giudiziaria. Separare il pubblico ministero dal giudice avrebbe gravissime ripercussioni sull’obbligatorietà dell’esercizio dell’azione penale indispensabile per l’attuazione del principio di eguaglianza del cittadino dinanzi alla legge". Alla logica della separazione l’Anm vuole contrapporre "la logica della condivisione. La matrice culturale della giurisdizione deve essere strettamente condivisa tra giudici, avvocati e pubblici ministeri". L'Anm ribadisce, inoltre, che il Csm "è l'unico presidio posto dalla Costituzione a tutela dell'autonomia ed indipendenza della magistratura, che è indispensabile per realizzare l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Le riforme prospettate indebolirebbero fatalmente l’organo di autogoverno dei magistrati, riducendone le competenze, eliminando quelle di maggior rilievo, compromettendone l’autorevolezza e alterando la proporzione tra componenti laici e togati. Tale indebolimento pregiudica la realizzazione dell’uguaglianza formale e sostanziale dei cittadini".

Nordio: "Indipendenza toghe principio non negoziabile"

"L'indipendenza della magistratura giudicante e requirente è un principio non negoziabile. Una contiguità col potere esecutivo è inimmaginabile. Resta però il problema della separazione delle carriere". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, intervenendo al 36esimo congresso dell'Associazione Nazionale Magistrati in corso a Palermo.    "Il mio primo saluto referente - aveva esordito il ministro - va al presidente della Repubblica. Poi il saluto va a chi mi ha invitato, sono grato a Santalucia. Ci tenevo profondamente a essere presente come gesto di omaggio e partecipazione all'Anm di cui ho fatto parte. Grazie dell'invito e del vostro applauso".   

"Ci sono differenze nelle nostre posizioni, lo sappiamo tutti, e spesso sono state espresse anche in termini severi. - ha detto Nordio, ricordando le tensioni con l'Anm su diversi temi relativi alla giustizia - Io accetto il dissenso che è il sale della democrazia. Tutte le critiche sono benvenute, a meno che non travisino gli atti". "Mai mi sognerei di entrare in conflitto con la magistratura io che sono stato magistrato per 40 anni e ho svolto il mio lavoro credo con dignità e onore", ha concluso.