Dialogo Anm-governo sulla giustizia, la vera riforma da realizzare è la fine del vincolo di dipendenza della Polizia Giudiziaria dall’Autorità Giudiziaria
Si è passati, nel corso degli anni, da una dipendenza funzionale ad una dipendenza gerarchica nella stragrande maggioranza dei casi... Il commento
Riforma della giustizia e incontro governo-Anm. Il commento
Già Palamara lo aveva detto nel suo libro e personalmente ho ribadito lo stesso concetto più volte, ossia che la vera riforma sarebbe evitare che la Polizia Giudiziaria dipenda funzionalmente dall’Autorità Giudiziaria, questo per svariate ragioni. In primo luogo perché, come è notorio per chi vive il mondo delle Procure, si è passati, nel corso degli anni, da una dipendenza funzionale ad una dipendenza gerarchica nella stragrande maggioranza dei casi.
Perché si dice che talvolta colleghi influenti, abbiano un grande ascendente con i vertici delle Forze di Polizia per decretare il gradimento o meno, nella migliore delle ipotesi, dei dirigenti, degli ufficiali, decretandone così l’intero percorso professionale, per cui si comprenderà bene il perché della reverenza. Questo non dovrebbe essere consentito, perché potrebbero verificarsi situazioni inopportune e si altererebbe il buon andamento della Pubblica Amministrazione.
Non è assolutamente accettabile che ci siano interferenze tra settori differenti delle Amministrazioni, tuttavia qualcuno ridendo tra i corridoi dei Tribunali, a riguardo, ha chiosato “tanto è stato abolito l’abuso d’ufficio, siamo salvi tutti”. Vedete, per onestà intellettuale va chiarita una volta per tutte un punto. Le indagini, nella realtà, le conducono le Polizie Giudiziarie, il ruolo del Pubblico Ministero è un vaglio giuridico, perché, dispiace svelare l’arcano mistero, ma chi realmente ha la conoscenza dei fenomeni, del come fare per, sono le Polizie Giudiziarie. La differenza è che per regolamenti interni, le Forze di Polizia non possono farne libri, interviste, girare con scorte “sirenate”, gettarsi in bunker con le telecamere a seguito, e così per captatio benevolentia le Forze di Polizia hanno lasciato la presunta gloria ai “colleghi” Magistrati.
Andrebbe realizzata questa riforma perché come più volte detto, questa eccessiva vicinanza tramutatasi in subordinazione di fatto, potrebbe generare talvolta situazioni di minor opportunità nella valutazione delle notizie di reato acquisite dalla Polizia Giudiziaria, inducendo qualche malpensante che ci sia una sorta di briefing preventivo nella selezione delle possibili notizie di reato da vagliare. Ma questo non è vero, non sarà mai accaduto, per cui va evitato che i malpensanti lo possano comunque pensare. Per cui qualsiasi riforma vada a rendere più trasparente un sistema, a mio avviso, va realizzata.
Anche perché già nei corridoi dei Palazzi, per chi vive l’ufficio anche fuori dalla stanza, nei corridoi, asserisce che già in taluni casi esistano piccole invidie tra Giudici e Pubblici Ministeri, in virtù delle code di virtuosi esponenti delle Polizie Giudiziarie che campeggiano fuori alle stanze dei P.M. sempre pronti a coadiuvare in toto questi ultimi. Per cui, al fine di arrivare non più soltanto a due carriere diverse, ma a tre carriere diverse, una per i Giudici, una per i Pubblici Ministeri ed una per le Forze di Polizia, è opportuno valutare anche questo aspetto. Certo è che togliere la subordinazione funzionale/già gerarchica delle Forze di Polizia dalla Magistratura significherebbe che quest’ultima non saprebbe su cosa o su chi gli investigatori si stiano focalizzando. Insomma questo aspetto potrebbe essere valutato come un bel problema.
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*Sostituto Procuratore della Repubblica, Consulente Commissione Parlamentare Ecomafie presso la Camera dei Deputati, Consulente Giuridico Ministero della Difesa e docente presso il Centro Alti Studi della Difesa e Covi.