Tajani: "Per ora nessun invio di armi italiane all'Ucraina". Intervista

Intervista al ministro degli Esteri Antonio Tajani: "La manovra? Va migliorata in Parlamento. Ecco come"

Di Alberto Maggi
Antonio Tajani
Politica

L'intervista di Affaritaliani.it al vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani 

"Me lo auguro. Tutto dipende da quello che farà la Russia, non mi sembra al momento molto intenzionata ad arrivare alla pace ma speriamo che alla fine rinsavisca. Noi lavoriamo tutti per la pace". Con queste parole il ministro degli Esteri Antonio Tajani risponde alla domanda di Affaritaliani.it se ritiene che nel 2023 si possa arrivare alla pace tra Mosca e Kiev. Il titolare della Farnesina aggiunge: "Non c'è pace senza giustizia. La pace non vuol dire resa dell'Ucraina".

A fine agosto a La Piazza di Affaritaliani.it a Ceglie Messapica Tajani affermò che non abbiamo più armi da inviare all'Ucraina, ma il governo ha appena rifinanziato gli aiuti militari a Kiev per tutto il 2023. Una contraddizione? "Daremo tutti gli aiuti che possiamo fornire al governo di Kiev. Abbiamo dato 51 tonnellate di materiale elettrico, convertitori e trasformatori. Ma al momento non è prevista alcuna partenza di altre armi italiane all'Ucraina, anche se il Parlamento ha prorogato la possibilità di inviare armi fino alla fine del 2023". Mario Draghi segretario generale della Nato? "Non ne abbiamo ancora parlato, è troppo presto. Vedremo a fine anno. Draghi ha le competenze per ricoprire qualsiasi ruolo. Ma nessuna decisione è stata presa e nemmeno ne abbiamo parlato".

Passando alla Legge di Bilancio, ora all'esame della Camera, il vicepresidente del Consiglio e numero due di Forza Italia afferma: "Certo che in Parlamento la manovra può essere migliorata. Già è stato fatto un intervento sulle pensioni minime, chiediamo altri 20 euro per portarle a 600 euro. Chiediamo anche un incremento del numero delle persone che possono essere assunte da aziende beneficiando della decontribuzione. E per quanto riguarda il Superbonus stiamo andando nella giusta direzione ma chiediamo di prorogare i termini fino al 31 dicembre".

Il dialogo tra la premier Giorgia Meloni e il leader di Azione Carlo Calenda preoccupa Forza Italia? "Calenda sta all'opposizione, non siamo mai preoccupati. Andiamo avanti sereni per la nostra strada. Questo è il solito vecchio ritornello della campagna elettorale. Avevamo ragione noi prima del 25 settembre e avremo ragione noi anche questa volta", conclude il vicepremier e ministro degli Esteri Tajani.

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