Arianna Meloni: "Io e Lollobrigida ci siamo lasciati, per lui mi butterei nel Tevere, poi l'amore è altro"
La conferma a "Il Foglio", poi la precisazione: "I nostri rapporti restano solidi"
Arianna Meloni e Francesco Lollobrigida
Arianna Meloni: "Io e Lollobrigida ci siamo lasciati, per lui mi butterei nel Tevere, poi l'amore è altro"
Poche parole per confermare la fine di un amore ventennale: “Sì è vero, non stiamo più insieme da un po’. A parlare è Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio, che annuncia sulle pagine de Il Foglio di essersi lasciata con Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura. In questo mese nella bufera per il caso politico delle presunte attenzioni della magistratura a suo carico, Arianna si sbottona quanto basta sulla sua vita privata, e aggiunge: “Per Lollo mi butterei nel Tevere, come si dice a Roma. Ci vogliamo bene, so quanto vale, conosco di che pasta politica sia fatto: uno in grado di lavorare 500 ore al giorno. È una persona solida, onesta e con una grande preparazione. Il nostro progetto politico va avanti”.
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Come prima di lei sua sorella Giorgia, che recentemente si è separata dal compagno e padre di sua figlia Andrea Giambruno, anche Arianna Meloni non vuole creare attriti con l’ex: “I nostri rapporti personali sono ancora solidi, poi l’amore è un’altra cosa. L’affetto e la stima rimangono intatti. Per ora è così. E visto che sono affari nostri e ci sono tante persone che amiamo in mezzo, la finirei qui con la curiosità morbosa. Grazie”.
Arianna smentisce anche la sua presunta amicizia con Stefano De Martino: "Peccato che io manco lo conosca, e se lo conoscessi comunque gli avrei al massimo proposto di presentare un panel a una kermesse di FdI". Nel colloquio Meloni risponde anche sul paragone tra lei e Berlusconi rimbalzato nelle dichiarazioni dopo il retroscena del Giornale su una possibile inchiesta a suo carico: "Nessuno si paragona a un grande statista come Berlusconi - replica -. Va bene le accuse di mitomania che traspaiono dal racconto che si fa di me, ma pietà! Ho un senso della misura. La cosa che ha scritto Sallusti prendeva spunto dal libro e dalle dichiarazioni di Luca Palamara, già membro del Csm, su un metodo che evidentemente esisteva, e non so se esista ancora. Speriamo di no, certo. E poi figuriamoci, provo a dirlo bene: lungi da me attaccare la magistratura. L'attacco semmai è nei confronti di un certo giornalismo che mi tira in ballo di continuo descrivendomi alle prese da due anni con nomine e trame di potere. Questo mi avvilisce".