Arrivano le ferie, benzina a 2 € al litro. Perché il governo non interviene?
In vista un nuovo balzello ambientale per il 2027
I dati sono quelli forniti ufficialmente dal ministero delle Imprese e del made in Italy
Come ogni anno, in vista degli esodi estivi, torna ad aumentare il prezzo della benzina che ora è arrivato, in alcune pompe, a due euro al litro. I dati sono quelli forniti ufficialmente dal ministero delle Imprese e del made in Italy:
la media nazionale dei prezzi al self-service è salita per la benzina a 1,85 euro al litro mentre per il gasolio a 1,69 e risulta tuttora in aumento costante. Mentre per il “servito” i prezzi sono saliti a 1,985 euro e per il gasolio a 1,830 euro.
Che ci sia qualcosa di strano lo si può dedurre dal fatto che dopo mesi di ribassi cominciati ad aprile i prezzi sono cominciati a risalire a luglio. Naturalmente le spiegazioni ufficiali parlano di inevitabile aumento dovuto ad un “rialzo congiunturale” che non torna col fatto che da inizio anno il Brent è calato di circa un punto, raggiungendo i 79,29 dollari al barile.
Spiegazione ufficiale è la solita e cioè che i prezzi aumentano perché c’è più domanda ma questo non spiega affatto l’entità degli aumenti spropositati.
Come in ogni congiuntura, in questo caso le vacanze e la mitica guerra, c’è il forte sospetto che qualcuno ci speculi, come del resto è il caso del rialzo dei prezzi dei biglietti praticato dalle compagnie aeree.
La cosa funziona così.
C’è un evento parafulmine, in questo caso le vacanze con il maggiore traffico, su cui poi si agisce aumentando comunque il costo del carburante, indipendentemente da quanto sarebbe giusto.
Questo giochetto lo abbiamo visto ad esempio in funzione con l’aumento stellare dei costi dell’energia, ufficialmente causato dalla guerra russo – ucraina.
Il quadro più generale contempla anche l’andamento dell’inflazione che dopo anni di calo è cresciuta a livelli mai visti negli ultimi decenni sempre con la scusa della guerra e solo l’intervento della Bce la sta riducendo forzatamente aumentando il costo del denaro.
Così ad esempio i prodotti alimentari che si stanno impennando a causa del blocco russo sul grano ucraino.
Dunque il fenomeno esiste ma il problema è che su questo si va sempre ad innescare l’aumento extra dovuto alle compagnie che sfruttano la situazione.
Che le cose stiano così lo dimostra che ogni anno da sempre i prezzi aumentano per le vacanze estive in maniera assolutamente spropositata.
A questo punto ci si aspetta che il governo intervenga prontamente per evitare il salasso o comunque limitarlo, soprattutto dopo che le accise sulla benzina non sono state tagliate come invece era stato promesso negli anni di opposizione.
La Meloni ha detto che il mondo è cambiato da quando girò il virale “video dal benzinaio” nel 2019 ma in ogni caso sarebbe buona cosa che il governo convocasse le società produttrici di carburante come ha fatto con le compagnie aeree.
Siamo certi che la convocazione al ministero avrebbe almeno il magico effetto di calmierare la pazza corsa agli aumenti, tutelando i cittadini che devono spostarsi al di là delle vacanze anche per lavoro o per necessità.
Tra parentesi un nuovo balzello si aggira per i consumatori: una direttiva UE approvata lo scorso maggio prevede che dal 2027 i produttori che utilizzano idrocarburi, come il petrolio, paghino in base alla CO2 emessa.
Ovviamente l’aumento si trasferirebbe automaticamente alla pompa e come al solito sull’utilizzatore finale e cioè sempre il povero cittadino ulteriormente spremuto ulteriormente.