Assegno unico universale, slitta la data del 1° gennaio. Le risposte ai dubbi

Assegno unico universale: motivi tecnici e organizzativo dietro l'ipotesi slittamento. Inside

Di Alberto Maggi
Politica
Condividi su:

Cresce l'attesa per l'assegno unico universale che, dopo la misura ponte partita a luglio, dovrebbe (condizionale d'obbligo) entrare in vigore per tutti dal primo gennaio del prossimo anno. I dubbi e gli interrogativi, legittimi, riguardano milioni e milioni di persone visto che la platea interessata, stando alla legge, è formata da tutti i cittadini, sia lavoratori dipendenti (privato e pubblico) sia autonomi. Il decreto legislativo, ancora riservato, è praticamente pronto e nel giro di pochi giorni o settimane dovrebbe arrivare in Parlamento per il parere dell'Aula.

IPOTESI SLITTAMENTO

La data del primo gennaio 2022 per l'entrata in vigore ufficiale della misura è però a rischio, ma non per scelta politica - il governo Draghi è assolutamente convinto che serva questo provvedimento che finalmente metterà l'Italia al pari degli altri Paesi dell'Ue nel sostegno alla natalità - quanto per motivi tecnici e organizzativi. Come noto, l'assegno unico universale sarà legato al modulo Isee, ovvero alla certificazione della condizione economica del reddito del nucleo familiare o del single.

RISCHIO INGORGO BUROCRATICO

E' del tutto evidente che dal 7 gennaio in poi, considerando che fino al 6 quasi tutti gli uffici, tra i quali i CAF, sono chiusi per le festività natalizie, non è gestibile che trenta milioni di persone (o forse anche di più) si rechino in massa per ottenere il nuovo Isee. E se anche si decidesse di tenere valido il modulo di quest'anno, comunque ci sono molte persone che per vari motivi non hanno in mano l'Isee. Insomma, il rischio è quello di un ingorgo burocratico tra CAF/commercialisti con relativa comunicazione ai datori di lavoro che poi devono applicare l'assegno mensilmente in busta paga, almeno per i lavoratori dipendenti.



Ecco perché non si può escludere al momento che l'entrata in vigore effettiva dell'assegno slitti di qualche mese o che venga scaglionata, lasciando per un certo periodo di tempo in vigore le misure di sostegno al reddito valide fino a oggi. Va anche ricordato che gli attuali assegni familiari partono dal mese di luglio e valgono dodici mesi, serve quindi un po' di tempo per adeguare la macchina e portare a regime la nuova misura. Che, comunque, essendo legata all'Isee, andrà rinnovata ogni anno.

CHE COSA CONTIENE IL PROVVEDIMENTO

Per quanto riguarda i dettagli dell'assegno unico universale, si parla di un massimo di 175 euro al mese per figlio fino a 18 anni e fino a 21 per casi specifici come studio e non solo. Maggiorazione prevista per le famiglie numerose. Ovviamente l'ammontare del sostegno sarà legata alla condizione economica: maggiore con un reddito più basso e viceversa. Ci sono poi interventi specifici per casi particolari, come una maggiorazione del sostegno statale in caso di figli con disabilità, che varierà tra media e grave e che continuerà anche dopo il compimento della maggiore età.

Attenzione poi alle donne mamma con età inferiore ai 21 anni e, indirettamente in quanto previsto dal modello Isee e non direttamente nell'assegno, anche a quelle famiglie monogenitoriali (in caso ad esempio di morte prematura dell'altro genitore), compresi i padri vedovi e non solo le madri. In sostanza, al ministero dell'Economia è quasi tutto pronto per la rivoluzione dell'assegno unico universale, anche se probabilmente la data esatta non sarà quella del primo gennaio 2022 per motivi organizzativi e tecnico-burocratici.

Non si esclude nemmeno una sorta di auto-attestazione del reddito familiare, da verificare successivamente, proprio per evitare l'ingorgo. Nelle prossime settimane, con il decreto legislativo, milioni di persone avranno finalmente le risposte ai loro dubbi e ai loro interrogativi.