Autonomia differenziata, il governo si spacca. Musumeci: "Non cedo la Protezione civile alle regioni. Sicurezza a rischio"

Il ministro di FdI frena sul provvedimento caro alla Lega: "Non si possono delegare le emergenze solo alle regioni, rallentiamo. Questa misura va studiata meglio"

di redazione politica

Nello Musumeci

Politica

Autonomia differenziata, Musumeci stoppa la misura: "Troppa fretta, ragioniamo bene sui rischi di questa norma"

Il governo Meloni ha un nuovo problema, emerge una spaccatura evidente sull'autonomia differenziata, la misura tanto cara alla Lega. Esce allo scoperto Nello Musumeci, il ministro di FdI che ha deleghe sulla Protezione civile e il mare. Le sue parole sono inequivocabili: "La premessa è che sono un autonomista convinto. Però - dice Musumeci a La Repubblica - non posso esserlo su una materia come la Protezione civile. Non posso esserlo perché è un tema che riguarda la sicurezza nazionale. Facciamo anche il caso che decidessimo di delegare tutta la Protezione civile alle regioni: se poi c’è una calamità - ad esempio un terremoto - e servono tre o quattro miliardi per intervenire e dare ristoro a chi è stato colpito, chi paga? La regione o lo Stato? Lo Stato. E quindi, ecco: ci vuole attenzione".

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"Io penso - prosegue Musumeci a La Repubblica - che le materie di sicurezza nazionale - come la protezione civile - devono restare in capo allo Stato. E, ripeto, lo sostengo da autonomista. Di tutti questi miei dubbi non ho ancora detto nulla al ministro Calderoli perché penso che serva prima un dibattito in Consiglio dei ministri. Un dibattitto per stabilire se intendiamo davvero decidere ora sulle materie non Lep (Livelli essenziali di prestazione, ndr) – tra cui anche la Protezione civile – o se invece attendere la definizione delle materie Lep. Per questo aspetto il Consiglio dei ministri, che è l’organo collegiale preposto a una scelta del genere. L'ho detto anche a Zaia come la penso - prosegue Musumeci - per me sarebbe meglio attendere, prima di procedere. Bisogna riflettere. E soprattutto: non correre".

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