Autonomia, scontro nel Centrodestra Musumeci stoppa lo sprint di Zaia

Il ministro: "Perplessità". Il Governatore: "Rispettare la legge"

di Redazione
Politica

Autonomia, regioni rosse pronte alla guerra: verso la richiesta di referendum

Parla di richiesta "assolutamente precoce", legittima "in linea di principio", ma che solleva "problemi di opportunita'". Nello Musumeci oppone le "perplessita'" che riscontra "dentro la coalizione di maggioranza e tra le Regioni del Mezzogiorno" alla richiesta avanzata dalla Regione Veneto di riaprire il tavolo di confronto con il governo per il trasferimento delle competenze sulle nove materie per cui non e' prevista la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep). La lettera di richiesta di avvio della trattativa, indirizzata a Giorgia Meloni e al ministro Roberto Calderoli, e' stata firmata ieri dal governatore leghista, a cinque giorni dalla promulgazione della legge sull'autonomia differenziata, arrivata la settimana scorsa. "Io ho delle perplessita' - protesta Musumeci -

Poi, certo, a decidere sara' il capo del governo e il governo nel suo insieme. Io sono per l'Autonomia a patto che tutte le Regioni partano dalla stessa linea e chiederei a Zaia di accelerare invece il processo che porti all'individuazione dei Lep che costituisce una garanzia per le Regioni svantaggiate. Acceleriamo sui Lep, e poi procediamo". Secondo il ragionamento fatto dal ministro della Protezione civile, quindi, Zaia dovrebbe congelare l'avvio della trattativa - consentita ora solo sulle nove materie per cui non e' necessaria la definizione dei Lep - in attesa della definizione degli stessi; processo lungo, che, secondo le previsioni, potrebbe richiedere un anno. Ma il governatore veneto non ci sta e ribatte prontamente all'ex collega siciliano. "Non c'e' alcuna fuga in avanti. C'e' una legge della Repubblica italiana, che io ho seguito. Le leggi ci sono", scandisce Zaia, contattato telefonicamente dall'AGI.

"Se poi qualcuno pensa che si facciano delle leggi di facciata, lo dica ...", continua Zaia. "Questa legge dara' il via a una grande devoluzione, necessaria per il Paese. Faccio un esempio, che riguarda la Protezione civile, che e' delega del ministro: grazie a questa legge, il presidente di Regione, se si dovesse verificare un evento disastroso entro i confini del territorio regionale, potrebbe avere facolta' di fare ordinanze o deroghe per intervenire subito, mentre oggi deve attendere un decreto del governo. Questa legge serve a facilitare la vita dei cittadini".

"Io mi sono limitato a inviare una lettera come previsto dalla legge - insiste il Governatore veneto - Trovo assolutamente irrituale che qualcuno abbia da ridire sull'attuazione di una legge. Le leggi si rispettano e si applicano: se qualcuno ha altre visioni, si pone fuori dal perimetro democratico". A chi gli chiede poi delle iniziative di protesta avviate dalle opposizioni, ovvero ricorsi a Consulta e promozione di referendum abrogativo nei Consiglio regionali, Zaia risponde: "Il ricorso e' un istituto democratico, se lo vinci vuol dire che la legge ha profili di incostituzionalita' e vedremo di capire. Cosi' come il referendum, strumento che difendo, assolutamente legittimo, anche se poi se non passa avranno sprecato soldi dei cittadini".

"In ogni modo - aggiunge poi - mi sembra lunare questo dibattito, soprattutto perche' sollevato da una forza politica che negli ultimi 15 anni ha governato per 10. Visto che il Pd e' cosi' ossessionato dalla battaglia contro questa legge, sarebbero stati piu' coerenti se avessero promosso una modifica costituzionale. Peccato che la riforma del titolo V della Carta cui si appella la legge sull'autonomia l'abbiamo fatta loro ... Comunque il referendum e' una roulette russa, vedremo come andra'". Contro i dem si schiera anche la segreteria leghista. "Il Pd contro il progresso, l'efficienza, la trasparenza e il taglio degli sprechi che l'autonomia portera'. Non ci stupisce", si fa trapelare da via Bellerio.



Centrosinistra E-R, 'referendum sull'autonomia'

Le Regioni a guida Centrosinistra preparano la battaglia per chiedere l’abrogazione dell’Autonomia. I capigruppo di maggioranza e M5s in Emilia-Romagna hanno scritto alla Regione perché chieda l'indizione del referendum abrogativo della legge sull'autonomia. Questo il quesito: "Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, 'Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione?'". E chiedono "al Presidente dell'Assemblea legislativa di comunicare la presente deliberazione ai consigli regionali di tutte le altre Regioni, con invito all'adozione di un uguale atto affinché si possa dare seguito all'iniziativa referendaria".

Campania pronta a chiedere referendum sull'autonomia 

Il Consiglio regionale della Campania si prepara a votare la richiesta di indizione del referendum abrogativo dell'autonomia differenziata. Una seduta straordinaria e monotematica dell'assemblea è stata convocata per lunedì prossimo, 8 luglio, dalle 15.30 alle 18. All'ordine del giorno la richiesta, presentata dal Pd, dal gruppo De Luca presidente, da Azione, Italia Viva e da altre forze della maggioranza, di indizione di referendum abrogativo, "ai sensi dell'articolo 75 della Costituzione, della legge 26 giugno 2024, n. 86 (Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni)".

Autonomia: fonti, idea impugnativa su materie non Lep a Veneto

Se dovesse essere convocato il tavolo con il governo richiesto dal governatore Zaia e concesse alla Regione Veneto le 9 materie non Lep richieste, qualcuna delle altre regioni potrebbe presentare una impugnativa di incostituzionalita' alla Consulta. E' quanto spiega all'AGI una fonte parlamentare di opposizione che siede al tavolo per la raccolta delle firme per il referendum contro l'Autonomia differenziata. Singole giunte regionali possono avanzare una impugnativa di incostituzionalita' davanti alla Consulta, viene spiegato, perche' assegnare materie non Lep ad alcune regioni e non ad altre significa togliere quelle risorse economiche, distribuite dallo sato, agli altri territori. Le risorse delle materie non Lep, infatti, verrebbero assegnate sulla base di compartecipazioni alle imposte destinate a crescere maggiormente nelle regioni del nord. Aprire un tavolo con la sola Regione Veneto vorrebbe dire per lo Stato avere meno risorse per le altre regioni, viene spiegato ancora.

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A dare l'annuncio di voler aprire il tavolo con il governo e' stato, ieri, lo stesso governatore Luca Zaia: "Ho firmato questa mattina (ieri, ndr.) una lettera alla premier Meloni: il Veneto e' pronto a sedersi al tavolo per iniziare la discussione sul trasferimento delle materie", conferma Zaia che vuole avviare le "trattative sulle materie che potrebbero diventare di competenza regionale" e che vanno dall'organizzazione della giustizia di pace ai rapporti internazionali con la Ue; dal commercio estero alla protezione civile, alla previdenza complementaree al coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario oltre al fronte del credito (casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale, enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale).

Il passo del governatore veneto ha provocato l'immediata reazione dell'opposizione. "Come volevasi dimostrare, Zaia e la regione Veneto si apprestano a chiedere di firmare l'intesa sulle materie non Lep. Quello che temevamo", e' stato il commento del presidente dei senatori Pd, Francesco Boccia, che invita ad accelerare l'iter per chiedere il referendum abrogativo attraverso la raccolta delle firme ma anche su richiesta delle Regioni governate dal centrosinistra. La prima a muoversi e' stata la Sardegna guidata da Alessandra Todde (MsS) che coordina le altre Regioni (To- scana, Emilia-Romagna, Puglia e Campania). E oggi, al Senao, verra' presentata una interrogazione da parte del Pd sulla richiesta di tavolo con il governo arrivata dal governatore Veneto.

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