Balneari, patto di Fitto con l'Ue: decreto salva-infrazioni, ma subito le gare

Il piano del ministro: indennizzi ai gestori degli stabilimenti per i lavori fatti ma stop alle proroghe

di redazione politica
Meloni, von der Leyen e Fitto
Politica

Balneari, il governo può più rimandare. Fitto ha pronto il piano per convincere l'Ue

Lo sciopero dei balneari di venerdì scorso ha reso ancora più evidente la necessità per il governo di trovare una soluzione definitiva per un problema che va avanti ad 15 anni, ma che ora non può più essere rimandato in seguito al deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia dell’Unione europea per non aver rispettato le norme dettate dalla Direttiva Bolkestein sulla concorrenza. Lo strumento su cui il ministro Raffaele Fitto e la premier Giorgia Meloni stanno ragionando - riporta Il Corriere della Sera - è un nuovo decreto Salva-Infrazioni, sul modello di quello già approvato un anno fa per chiudere una serie di infrazioni, che in accordo con la Commissione europea conterrebbe, tra le altre, anche le norme per superare la questione dei balneari senza proroghe, ma prevedendo indennizzi e riconoscimenti degli investimenti fatti e al massimo, solo per alcuni casi specifici, lo slittamento dell’avvio delle gare per riassegnare le concessioni scadute a fine 2024.

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Sarebbe l’ultima soluzione possibile - prosegue Il Corriere - per salvare una situazione arrivata talmente avanti che concedere una nuova proroga non farebbe altro che portare diritti alla Corte di Giustizia, con pesanti conseguenze, anche politiche, sia a Bruxelles, sia in Italia, con il capo dello Stato Sergio Mattarella mal disposto a firmare l’ennesimo rinvio. Il governo a settembre dovrà affrontare diverse questioni "calde", su tutte quella relativa alla prossima manovra finanziaria che il ministro dell'Economia Giorgetti ha precisato che "non sarà lacrime e sangue", ma certamente nemmeno una passeggiata vista la quantità di risorse economiche necessarie per fronteggiare diversi problemi del Paese. Ma di sicuro il governo non potrà più permettersi altri rinvii sui balneari. Per l’Italia una condanna si tradurrebbe in una sanzione da decine di milioni di euro l’anno in attesa di un testo normativo che risolva la questione.

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