Balneari, sciopero "disperato": adesioni al 90% in Liguria, zero a Rimini
A macchia di leopardo le due ore di sciopero dei balneari contro la mancata risposta di Meloni sul tema delle concessioni. La categoria è divisa, il Governo immobile. Categoria spiaggiata in un limbo
Lo sciopero dei balneari
Balneari, sciopero "disperato": adesioni al 90% in Liguria, zero a Rimini
Un’azione simbolica e disperata, che però non sembra aver sortito l’effetto sperato. Le due ore di sciopero annunciate dai balneari contro il governo Meloni non sono andate come gli organizzatori speravano. Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti avevano annunciato due ore di astensione dal lavoro stamattina. Anche trattandosi delle due ore di minor afflusso, dalle 7,30 alle 9,30 le azioni dimostrative si sono tenute a macchia di leopardo.
Come è andato lo sciopero dei balneari
È guerra dei numeri sullo sciopero che ha portato alla chiusura degli ombrelloni per due ore. Gli indici di adesione sono variati lungo i litorali dello Stivale. Si va dal 90% di partecipazione in Liguria (con picchi di unanimità in alcuni comuni del Ponente e del Levante) al quasi rigetto totale dello sciopero nella Riviera romagnola (a Rimini tutti gli ombrelloni erano aperti). La protesta sembra aver attecchito in Sardegna, sul litorale romano e nelle Marche, dove all’incirca la metà dei balneari ha aderito. Nulla di fatto al Sud, soprattutto in Calabria.
Il Twiga non aderisce, Capalbio sciopera
Per cause di forza maggiore il Twiga Beach non ha aderito all’iniziativa. Come era facile aspettarsi, lo stabilimento che ha come socia la ministra del Turismo Daniela Santanché non ha scioperato contro il governo Meloni. L’Ultima Spiaggia di Capalbio, tempio dei radical chic romani, ha invece tenuto chiuso i propri ombrelloni.
Balneari, le sigle divise
Lo sciopero dei balneari era iniziato in salita, con le principali associazioni di categoria che si erano divise sull’iniziativa. Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti avevano proclamato lo sciopero, dal quale invece sigle come Assobalneari, Federbalneari e Cna si erano sfilate, dichiarando di non voler penalizzare i consumatori nel bel mezzo della stagione estiva.
Il Codacons contro gli organizzatori: “Lo sciopero è un flop”
Gli organizzatori dell’iniziativa gridano al successo. Per la Federazione italiana imprese balneari la partecipazione è stata dell’80 per cento. Dal coro si discosta invece il Codacons, fortemente contrario all’iniziativa, che parla di “sciopero flop”. In un comunicato l’associazione dei consumatori parla di un’adesione “sotto le aspettative, per una protesta che non ha raggiunto gli obiettivi sperati”.
Il limbo dei balneari, traditi dal governo Meloni
Lo sciopero odierno è solo l’ultimo atto della partita senza fine sulle concessioni. I balneari protestano contro la messa a bando e contro un limbo avviato dalla direttiva Bolkestein del 2006. Lo scorso 31 dicembre le concessioni sono formalmente scadute. E le spiagge dovrebbero essere riassegnate, come deciso dalla legge concorrenza del governo Draghi, che però non ha ancora trovato attuazione. Lo stallo è stato incrementato dal governo Meloni, che i balneari accusano di tradimento. Meloni in campagna elettorale si era impegnata a salvare gli attuali concessionari, ma da quando è a Palazzo Chigi non ha fatto nulla. Nemmeno approvare il decreto attuativo previsto da Draghi per avere regole nazionali sui bandi. Nel frattempo, a novembre l’Ue ha inviato un parere motivato per avviare l’infrazione contro l’Italia.