Base riformista distrutta da Letta: la rivolta contro il ministro Guerini
Cosa si aspettavano quelli di Base Riformista dopo che per anni sono stati visti alternativamente come Quinta colonna di Renzi dal Pd?
Elezioni, un esito del tutto scontato: ecco perchè
“Base Riformista” è stata decimata, diciamo pure distrutta, dal segretario del Partito democratico Enrico Letta che con gusto certamente sadico e mano ferma ne ha trafitto i membri uno a uno, come Ulisse fece con i Proci al ritorno ad Itaca.
A cominciare dal capo Antinoo – Lotti che invano cercava riparo agli strali.
Ricordiamo che tale corrente interna del Pd fu costituita nel 2019 da Lorenzo Guerini e Luca Lotti grandi amici di Matteo Renzi che il Pd aveva appena lasciato per fondare Italia viva.
Ma torniamo all’attualità.
Qualche giorno fa Base Riformista non aveva votato in Direzione nazionale la lista dei deputati e senatori proposta da Enrico Letta.
Il capo corrente Guerini, attuale ministro della Difesa per gli affari ordinari, aveva cercato in Direzione di fare la manfrina, indignandosi, contorcendosi, sbattendo (debolmente, per non ammaccarseli) i pugni sul tavolo, parlando di “vigliaccate” nella composizione delle liste che avevano fortemente penalizzato i suoi adorati parlamentari.
La recita è stata di alto livello ma non ha convinto affatto i componenti della suddetta corrente che appena il loro capo ha smesso di agitarsi e gesticolare lo hanno fatto –come si suol dire- nero.
Nella chat all’uopo dedicata Guerini è stato letteralmente brutalizzato senza pietà come lo è stato nei bui e ancora fumosi corridoi dei Palazzi romani.
I suoi lo hanno accusato “di avere pensato solo a sé stesso e al suo amico Di Maio” senza riuscire a difenderli efficacemente.
Lotti, livido di rabbia, ha dichiarato che “si sono premiati coloro i quali sputavano sul Pd invece di quelli che lo difendevano” (ovviamente lui si colloca nella seconda categoria antropologica, cioè quella dei “difensori” opposti ai primi, gli “sputazzatori” ingrati).
In effetti, tra Camera e Senato, sono rimasti in lizza solo una decina di nomi con l’esclusione del cofondatore Luca Lotti e sono pure tanti a dimostrazione di una certa clemenza democristiana utilizzata dal segretario.
Divertente l’ “effetto Cirinnà” che consiste in uno straniamento della candidata -dopo il primo ceffone segretariale- con rinuncia indignata al seggio infido e successivo ripensamento in sole 24 ore 24, come ha fatto anche Alessia Morani di Base Riformista.
La tecnica è poi completata dal dichiarare a favore di telecamere di avere ricevuto una valanga di messaggi e telefonate che manifestano “affetto e stima” e quindi di non potere rimanere indifferenti all’appello (a restare) e (addirittura) a una mobilitazione a ripensarci.
E loro, naturalmente, ci ripensano. Hai visto mai?
Comunque la “cuccia magica” della Cirinnà (quella che sforna bigliettoni) ringrazia.
Ma torniamo al prode Guerini che è stato crivellato senza pietà dal “fuoco amico”, dispensato ad alzo zero.
La domanda è: cosa si aspettavano quelli di Base Riformista -e soprattutto Lorenzo Guerini- dopo che per anni sono stati visti alternativamente come Quinta colonna di Renzi dal Pd e traditori dai renziani stessi? (in realtà la prima ipotesi sembra la più valida).
Ovviamente nessuno può conoscere il vero motivo per cui è stata fatta la scelta di rimanere, tuttavia è normale che il nuovo segretario Letta faccia scontare proprio a loro l’ignominia di quel “stai sereno, Enrico” che ha fatto letteralmente il giro del mondo, divenendo un aforisma internazionale.
Era del tutto scontato che Letta li avrebbe scorticati vivi con pochissimi distinguo individuali. E infatti così è stato.
Nelle chat dei maggiorenti è tutto un dilagare di “C’ha fregato”, “C’ha venduto”, “Fanno entrare Crisanti e Di Maio e noi no”, riferiti a Guerini che -vista la mala parata- non ha trovato oggi di meglio che rintuzzare il russo Medvedev sui grandi valori occidentali della libertà e della democrazia. Parole nobili ed altissime che però –ne siamo sicuri- nella mente del ministro condividevano lo spazio con pensieri più prosaici come “ed ora come rientro a casa? E se mi becca quella virago della Morani come faccio? Chiedo aiuto ai russi?”.