Benigni ora tace sulla Costituzione. Aventino nel suo villone romano

Il comico toscano ha sbagliato cavallo

Di Giuseppe Vatinno
Politica
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Benigni non si sente più sulla Costituzione

 

Roberto Benigni non parla più di Costituzione, sebbene il clima politico in questo giorni sia arroventato proprio sul presidenzialismo e il federalismo che implicano modifiche alla Carta.

Vi ricordate quando ammorbava tutti con le sue tirate sulla “Costituzione più bella del mondo?”. Ora niente. Silenzio da anni. Sembra scomparso nel nulla, forse rifugiato nel suo villone sul colle Aventino a Roma.

Cosa è successo al comico toscano?

Che qualche diavolo lo abbia catturato e portato all’inferno mentre declamava i versi di Dante?

No, la spiegazione è più semplice.

Il furbo Roberto sa che non può più proferir parola su questo tema perché ai tempi che Matteo Renzi premier voleva abolire il Senato riformando la Costituzione stessa, il Nostro lo accompagnava a destra e a manca per fargli pubblicità, sperando –immaginiamo- di averne buon tornaconto professionale. Si sa, è toscano pure lui e una mano lava l’altra. Purtroppo Benigni peccò in quell’occasione di zelo e cominciò ad accompagnare molto spesso Renzi e consorte, insieme alla sua, Nicoletta Braschi, da Obama e Michelle alla Casa Bianca.

Grandi magnate, grandi abbuffate, grandi risate. E poi Obama -che fesso non è- aveva pensato che questi incontri conviviali con il premio Oscar per “La vita è bella”, non potevano che aumentare la sua visibilità. Insomma, poiché erano tutti felici e contenti l’affare si fece.

Il fatto è che le cose poi in Italia andarono molto male per Renzi che perse il referendum confermativo e dovette mollare sia il suo ruolo di Primo Ministro e poi quello di segretario del Partito democratico.

Alla fine si è ridotto con un partitino, Italia Viva, sul 2% ed ora, come noto, si è riciclato calciatore e fa assist a Carlo Calenda, diventato nel frattempo suo capo.

Benigni, vista la mala parata, si defilò alla chetichella e della “Costituzione più bella del mondo” (che però allora voleva cambiare) non parlò mai più.