Berlinguer? La grande ambizione tradita. Da Mirafiori a Schlein sul carro del GayPride
Serve trovare una nuova bussola che ci può essere data oggi solo dal sovranismo popolare
Marco Rizzo - Francesco Toscano - Elio Germano
Articolo per Affaritaliani.it di Marco Rizzo e Francesco Toscano, leader di Democrazia Sovrana Popolare
Consigliamo caldamente di andare a vedere il film su Berlinguer, al cinema da qualche settimana.
Al di lá della ottima interpretazione di Elio Germano, che non delude davvero, la nostra valutazione non può che avere ad oggetto la fotografia del quadro politico dell’epoca, e tutti i nessi che lo collegano direttamente alla situazione odierna.
Già negli anni 70, alcuni politici avevano capito che l’interesse dei poteri forti (che all’epoca erano individuati in Stati esteri, a cui oggi si aggiungono i poteri finanziari e delle multinazionali) era ed è, quello di dividere il popolo, di polarizzarlo attorno a temi sterili, distrattivi, che impegnano la discussione pubblica ma che non mettono mai a repentaglio lo strapotere dei veri centri di influenza.
Tutto ciò avviene anche oggi.
Stranamente ma anche a quei tempi la polarizzazione fu esacerbata su un tema relativo ai diritti civili, come il divorzio, oggi é ovvio che lo stesso meccanismo si svolge sui temi della parità di genere, della violenza sulle donne, del clima, della transizione ecologica.
Già allora Berlinguer aveva capito che la legge sul divorzio e le connesse libertà civili andavano tutelati, ma chiariva, che le vere lotte che dovevano (e che dovrebbero oggi) impegnare lo sforzo politico dei cittadini erano quelle connesse ai diritti sociali: il lavoro, la sanità, la previdenza sociale, il diritto alla casa, i trasporti.
Oggi, come già era ieri, tutte le distrazioni di massa servono a non far alzare la testa per guardare in faccia il loro vero nemico, e cioè l’ingerenza esterna, i centri finanziari, le lobby delle armi e della globalizzazione.
Un altro filo che collega la realtà rappresentata film e la società odierna é poi certamente la necessità, ancora sentitissima, di unire le classi popolari oltre i colori della destra e della sinistra, proprio per combattere le vere contraddizioni. Questo lo aveva anche capito, specularmente e strategicamente, Aldo Moro il presidente della Democrazia Cristiana. Oggi, abbandonare lo schieramento destra - sinistra, non vuol dire svuotare la politica di ideali. Ognuno di noi può e deve mantenere l’attaccamento alla propria idea di società. È però oggi necessario superare le divisioni basate sulle vecchie categorie ed unirsi per riconquistare la sovranità del popolo, per riacquisire la possibilità di decidere per l’economia del nostro Paese senza che qualcuno dall’esterno possa imporre decisioni, per decidere con quali Paesi dialogare e commerciare senza che nessuno possa imporci amicizie o inimicizie.
Credo che occorra poi fare una riflessione sui dati, evidenti nel film, della partecipazione popolare alla vita democratica, enorme rispetto ai tempi di oggi. Ecco, sul tema, penso che debba esser fatta una riflessione sul mutamento dei partiti tra ieri e oggi, sul tradimento delle lotte politiche che venivano condotte strenuamente dalla vecchia sinistra, e che oggi sono svuotate di senso ideologico e materiale. La gente ha smesso di andare a votare, deligittimando cosí lo Stato, perché la politica non parla più la lingua del popolo. Al contrario, la politica cerca di educare il popolo a un nuovo, ripugnante linguaggio: quello del politicamente corretto, quello della cultura woke, quello della schwa. Eppure, é evidente che il popolo non si sia (ancora) piegato alle imposizioni di questa nuova “politica”. La disaffezione dalla politica, l’allontamento dalle urne ne sono il sintomo evidente.
La gente è stanca di sentire parlare di problemi che non sente suoi, di vedere ignorate le enormi difficoltà legate ai bisogni materiali e primari, come quella di potersi curare, di arrivare a fine mese, di avere la pensione di vecchiaia.
La preoccupazione, però, é che con l’avanzata delle generazioni più giovani, la rottura diventi irreversibile. E allora sí, che dovremo dire che hanno vinto il capitalismo finanziario e la globalizzazione. La preoccupazione é che quando i giovani di oggi costituiranno l’intero elettorato, le classi dirigenti corrotte potranno governare, indisturbate, masse di persone cadute nel tranello della propaganda liberista, globalista che oggi viene violentemente condotta.
É per questo che l’urgenza di oggi é parlare ai più giovani, per spiegargli che i diritti civili hanno senso di esistere solo in Nazioni in cui sia rispettata la dignità sociale di ogni essere umano, e che non ha alcun valore poter manifestare liberamente la propria identità di genere o il proprio orientamento sessuale laddove manchino i diritti sociali fondamentali.
Per fare questo serve trovare una nuova bussola che ci può essere data oggi solo dal sovranismo popolare. Con la stessa idea di indipendenza del Paese che unificò la battaglia di Enrico Berlinguer e di Aldo Moro, purtroppo tragicamente spezzata quel 12 marzo 1978, da ben chiari poteri esterni alla storia del nostro Paese.
Purtroppo la profondità delle idee di quel tempo rispetto ad oggi, sono plasticamente presentate dal Berlinguer con gli operai ai cancelli della Fiat Mirafiori rispetto a Schlein sul carro del gay Pride. nulla di più distante, niente di più chiaro.