Berlusconi incapace di cacciare Meloni dal Cdx, fa fuori Stroppa dal Monza

Al licenziamento dell'allenatore del Monza hanno contribuito ragioni extra-calcio: il commento

L’opinione di Pietro Mancini
Politica
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Elezioni tra calcio, psicologia e politica

L’esonero dalla panchina del Monza di Giovanni Stroppa è motivato solo dal punticino in classifica dei brianzoli, conquistato dopo cinque sconfitte, incassate da top-club? È stato il pareggio con il Lecce la causa della cacciata dell’allenatore, già fantasista nel Milan di Sacchi e protagonista della storica promozione dei brianzoli in serie A?

In realtà, al licenziamento, hanno contribuito ragioni extra-calcio. Silvio Berlusconi, 86 anni, sperava in una partenza-sprint della squadra per far aumentare, in piena campagna elettorale, i consensi a Forza Italia, che appare non in gran forma, in vista del match-clou, nelle gabine, del 25 settembre.

E poi c’è un aspetto, legato alla psicologia dell’ex premier, che nelle sue attività, imprenditoriali, sportive, editoriali, ha deciso, sempre, da solo, informando, dopo, i suoi collaboratori. Lo ha fatto, nel calcio, con i tecnici-meteore del dopo-Sacchi. E lo ha fatto in politica, licenziando i vari Alfano e Toti, ritenendoli privi del famoso quid, di carisma e inadeguati a succedergli nella guida di Forza Italia.

Oggi il partito è in discesa libera e un leader, come il Cav. è stato, fa buon viso a cattivo gioco.Ma non è, certo, entusiasta per la leadership di Giorgia Meloni, 45 anni, che vede giovane, abile e completamente diversa dalla timida deputata, impostagli da Fini, nel lontano 2008, come Ministra per la gioventù del Governo Berlusconi IV.

E, dunque, non potendo cacciare dal centrodestra, di cui egli non è più il Padrone, la ambiziosa Presidente di Fratelli d’Italia, Berlusconi si sfoga, come patròn di un piccolo club, il Monza, mettendo alla porta il buon Giovannino Stroppa. Dovrà pagarlo sino alla fine della stagione. Ma, per l’attempato ex Presidente del Milan, è meglio sborsare un consistente gruzzolone che non tentare di contrastare l’immagine, a cui non riesce a rassegnarsi, di un big declinante, oscillante e, soprattutto, ininfluente. In politica come nel pallone. Insomma, di un vip con un grande avvenire…dietro le spalle.