Blitz ambientalisti, chi c’è dietro agli imbrattatori di Ultima Generazione
E alla fine si è scoperto tutto seguendo l’adagio di Giovanni Falcone: seguire i soldi
Blitz ambientalisti, scoperti i "mandanti" di Ultima Generazione: l'analisi del caso
E alla fine si è scoperto tutto seguendo l’adagio di Giovanni Falcone: seguire i soldi. E seguendo i soldi si è giunti, passo dopo passo, finalmente ai “mandanti” dei blitz degli imbrattatori seriali di Ultima Generazione. E l’intuito non ha sbagliato. Dietro Ultima Generazione ci sono i soliti radical chic, però questa volta non solo nostrani che sono pure tirchi, ma quelli americani, che di soldi ce ne hanno a bizzeffe ed essendo perennemente annoiati si dedicano a finanziare corbellerie di ogni specie.
Ma procediamo con ordine. È purtroppo a tutti nota l’attività di “Ultima Generazione”, un gruppo di anarco – ambientalisti specializzato in imbrattare opere d’arte con predilezione per i Van Gogh. Quando non imbrattano quadri famosi invece imbrattano le istituzioni repubblicane, come la sede del Senato. Quando infine si stancano della vernice -che sporca pure-, si dedicano i ai blocchi stradali. Specializzazione Roma, ma anche Milano.
I blocchi sono sempre effettuati per danneggiare chi va a lavorare in modo da procurare il massimo danno possibile a poveri cristi che devono sbarcare il lunario. Questo li ha resi particolarmente odiati dall’opinione pubblica e sta danneggiando la causa dell’ambiente e della lotta ai cambiamenti climatici.
Alcuni se ne sono resi conto e hanno cominciato a mettere le mani avanti. Ad esempio, il leader dei Verdi Angelo Bonelli, già ampiamente scottato dalla vicenda Soumahoro, ha incontrato la scorsa estate i reprobi, ma ora ne prende le distanze come le ha prese anche Francesco Rutelli: combattere per un ideale va bene ma con questi metodi no.
Ieri è uscito un interessante articolo su la Verità a firma Sergio Giraldo che riporta uno scoop e cioè chi finanzia UG. Opera meritoria perché si è scoperto che al capolinea climatico c’è –come al solito- una organizzazione americana, il “Climate Emergy Fund” con sede a Beverly Hills, Los Angeles, Usa. Il nome non dice niente perché è un nome tipicamente radical – chic, ma dietro c’è polpa. Guardando il sito si legge che il direttore esecutivo è la 36enne Margaret Klein Salamon, psicologa clinica. E anche qui si sta seguendo un canone. Mettere una perfetta sconosciuta eccita come salamandre i ricconi che possono poi dire che tutti sono uguali.
Ovviamente invece tutto il board è composto dai soliti sceneggiatori e produttori di Hollywood. Il premio Oscar, regista e produttore Adam McKay, che ha fatto il film “Don’t look up” e l’anno scorso ha regalato 4 milioni di dollari a Vice e similari. Non poteva mancare Aileen Getty, filantropa dei petrolieri Getty e Rory Kennedy, figlia di Bob (il fratello di John Fitzgerald Kennedy, ucciso nel 1968), regista e produttrice cinematografica. Questo per citare i più noti.
Quindi la vernice rosa ed arancione non viene da Ikea, come i più ingenui hanno subito pensato, ma viene da Oltreatlantico dove i ricconi annoiati della West Coast hanno deciso di finanziarie gli attivisti nostrani con gli eco-dollari. Sarà una consolazione per i lavoratori bloccati sul raccordo anulare romano sapere che gli autori dei misfatti hanno mandanti così autorevoli e soprattutto ricchissimi. E questo spiega pure la sospetta perfezione scenica delle azioni che sono sempre ineccepibili dal punto di vista tecnico, è Hollywood bellezza!
Qualche giorno fa pare che Greta, l’ormai ex ragazza dallo sguardo spiritato alla American Psycho , ha detto che vuole ritirarsi per lasciare posto ai nuovi. Insomma, un avvicendamento voluto dai soliti Signori di Hollywood. E veniamo ai radical – chic nostrani che fin da subito hanno idolatrato i nuovi eroi. Hanno tenuto subito riunioni, bagordi e festini nei loro attici dei centri storici, dove hanno pasteggiato a “caviale e sciampagna”, leccandosi le dita tartinate, per l’apparizione di questi nuovi miti.
Invece Andrea Orlando, Pd, ex ministro della Giustizia (sic), si è precipitato a fare una interrogazione parlamentare per difendere il “capetto” degli imbrattatori seriali e cioè Simone Ficicchia, sguardo assorto, occhialetti alla John Lennon, barbetta rifinita e profilo da piccolo Camillo Benso di Cavour incompreso, che rischia la sorveglianza speciale su richiesta della questura di Pavia. Francesco Storace ha scritto ieri su Libero un azzeccato articolo dal titolo: esemplificativo: “Senato imbrattato? Più sono cretini e più la sinistra li difende”. Insomma, aggiungiamo noi, la sinistra alleva nuovi idolini visto che l’”operazione Soumahoro” voluta da Gedi, Zoro Diego Bianchi e Marco Damilano, si è rivelata fallimentare.