Bufera M5s, Grillo vuole una donna leader. Casaleggio jr: "Conte dimettiti"

L'ex premier riflette sul futuro dopo il flop alle Europee. Spunta l'idea di cambiare nome al partito

di redazione politica
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Bufera M5s, possibile un ribaltone: Conte in bilico dopo il flop alle Europee

Il M5s è tornato nella bufera dopo il clamoroso flop registrato alle Europee, i grillini non sono riusciti neanche a raggiungere la doppia cifra (9,99%), un flop che potrebbe avere ripercussioni ai massimi livelli. Il leader del partito Giuseppe Conte riflette sul futuro e intanto il figlio di Gianroberto Casaleggio, fondatore del Movimento, torna all'attacco: "Risultato disastroso. Si è voluto trasformare - dice Davide Casaleggio a LaPresse - un movimento di milioni di persone in un partito unipersonale. Conte dovrebbe fare un passo indietro". Ma anche il garante Beppe Grillo, sparito non a caso dai palchi della campagna elettorale, non lo fa stare tranquillo e l’unica soluzione per Conte - riporta Il Corriere della Sera - è dimostrare di non aver perso il controllo degli eletti. "Ma se fosse questa l’occasione buona per un cambio al vertice?", si chiedono in tanti e non è un mistero che il fondatore M5S immagini, ormai da tempo, una leader donna.

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"Quindi - prosegue Il Corriere - si parla di Virginia Raggi, che avrebbe voluto correre alle europee ma le è stato impedito perché anche lei ha terminato i mandati a disposizione. Ma viene indicata anche Chiara Appendino, la deputata ex sindaca di Torino, sempre apprezzata e stimata dal fondatore. C’è anche chi immagina un ritorno di Alessandro Di Battista. Conte - riporta La Repubblica - ha preferito confrontarsi con i suoi uomini di fiducia. I problemi non sono solo interni al Movimento, ma toccano anche le strategie in seno alla coalizione. Il nodo riguarda anche i rapporti con gli alleati. In primis con Schlein, che il leader ha sentito ieri. I due hanno fatto il punto sulle battaglie comuni dalle quali partire per costruire una alternativa al centrodestra. Spunta l'idea di cambiare addirittura nome al partito e si torna a riflettere sul via libera al terzo mandato.

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