Cacciari presidente della Repubblica non è una barzelletta
Cacciari al Quirinale: un'investitura e che il Professore non può e non deve scansare
Lapresse
Cacciari al Quirinale: il treno della storia non ammette, in alcuni momenti, ritardi o esitazioni nell’imbarco
Le scelte politiche condotte in ragione della lotta alla pandemia, che di fatto hanno compresso altri diritti costituzionalmente tutelati, in nome della supremazia del diritto alla salute, ormai declinato nell'accezione di "prevenzione dall'infezione dal Covid-19" (quasi che la salute non fosse un concetto anche mentale, necessariamente olistico), hanno portato il Paese ad una frattura sociale di allarmanti proporzioni.
L'introduzione di un Green Pass decisamente diverso ed eccedente rispetto a quello declinato dal Regolamento Europeo istitutivo dello strumento, che ricordiamo nacque per facilitare gli spostamenti in sicurezza all'interno degli stati europei, e quindi favorire la ripresa del turismo e dell'indotto in genere, ha partorito un qualcosa di indefinito e indefinibile, la cui portata appare oggi sfuggita di mano tanto al Governo quanto al Parlamento (ammesso che si possa ancora intravedere un'apprezzabile differenza).
Il clima sociale è esasperato, non si possono ignorare inequivoci segnali di allarme. L'elezione di un Presidente della Repubblica dotato di requisiti di assoluta autorevolezza, dal profilo europeista e di tradizione democratica, che tuttavia non abbia mai rinunciato a ricercare quell'indispensabile equilibrio, non solo a parole, tra l'esigenza di contrastare la pandemia e di non annichilire diritti comunque parimenti costituzionalmente tutelati è, forse, l'ultima spiaggia per ricucire una frattura sociale ed un sentimento di antipolitica di proporzioni abnormi.
Tutti dovrebbero sentirsi equamente rappresentati da tale figura istituzionale, di talché i nomi di personaggi di spicco dell'attuale maggioranza allargata risulterebbero poco in linea con tali premesse, alla pari di liberi pensatori che hanno ormai assunto posizioni radicalizzate ed affini alle cd. "teorie del complotto" (e ci sarebbe molto da dire circa tale definizione semplicistica, ma non lo farò).
Non è dunque una barzelletta proporre il prof. Massimo Cacciari al Quirinale. E' forse l'ultima chiamata per restituire unanime fiducia dei cittadini alle istituzioni, mantenendo una figura di altissimo profilo istituzionale che possa veramente dirsi il garante dei diritti dei cittadini tutti e che mantenga l'Italia in una cornice europea ed europeista ma non per questo succube di logiche impalpabili di istituzioni non pienamente democratiche.
E' un'occasione che i partiti non possono ignorare per logiche di palazzo; è un'investitura e che il Professore non può e non deve scansare.
E' un pensiero che deve cominciare non ad essere sussurrato con imbarazzo, bensì convintamente pronunciato. C’è molto in gioco, ed il treno della storia non ammette, in alcuni momenti, ritardi o esitazioni nell’imbarco.
Auspico che nello spazio ancora libero ed autorevole della Vs testata ciò accada.
Cordialità