Calenda ci ripensa ed attacca la Meloni. E Renzi...
Calenda-Meloni e Renzi-Pd: la politica dei due forni
Calenda, attacco alla Meloni sull'energia. Il messaggio a Giorgia
Se si cerca “Calenda” su Google viene sempre fuori “Calendario” e questa è una strana coincidenza con la realtà. Infatti è proprio il tempo il fattore che caratterizza l’azione di Calenda e cioè il dire una cosa e negarla il giorno dopo.
Tempi della politica, tempi umani e tempi psicologici, tempi del dire e tempi del non dire.
Sta di fatto che ieri sera Calenda smentiva il suo agire di qualche giorno prima quando cioè si era recato il pellegrinaggio a Palazzo Chigi per “incidere” sulla manovra che tradotto in soldoni significa appoggiare il governo in cambio dell’accoglimento di alcuni desiderata che vassalli, valvassori e valvassini della diarchia bizantina che ha capitali in Firenze e Roma, reclamavano in cambio del voto concessogli.
Ma evidentemente qualcosa deve essere andato storto nella trattativa perché Calenda a Tg2 Post -condotto da Manuela Moreno con in studio Pietro Senaldi- ha attaccato Giorgia Meloni con cui c’era stata appunto una grande sintonia ai limiti dell’indecenza, tanto da provocare alcune battute in studio sulla possibile gelosia della moglie del pariolino.
Carlo C. ha detto che sull’Energia la Meloni fa la finta tonta perché quando lui era Ministro si ricorda benissimo che la leader di Fratelli d’Italia aveva votato contro le trivelle per assecondare quel “populismo verde” estremista che tanti danni ha fatto all’Italia. Insomma attaccare la Meloni sull’Energia è un po’ come attaccare il Papa sui Vangeli visto che tra i diversi dossier selezionati da Palazzo Chigi questo è in assoluto il più importante.
Quindi Calenda ieri ha mandato un messaggio forte e chiaro al Premier: se non mi dai quello che ti chiedo troverai una forte opposizione invece che una collaborazione.
È chiaro che se all’uomo della strada, alla mitica casalinga di Voghera di arbasiniana memoria fosse capitato di ascoltarlo dopo averlo visto in ghingheri a Palazzo Chigi non ci avrebbe capito più niente. Perché Calenda è un po’ come quei protagonisti dei film di fantascienza degli anni ’60 che compivano misfatti nella “quarta dimensione” e nessuno poteva vederli salvo scontarne gli effetti nel mondo reale.
Calenda-Meloni e Renzi-Pd: la politica dei due forni. Terzo Polo vuole fare l'ago della bilancia
Mentre Calenda “si lavora” la Meloni, Renzi simmetricamente si lavora il Pd con un misto di fuoco di interdizione e di concessioni, aiutato dalla sua Quinta Colonna che ha lasciato a suo tempo a presidiare il Partito democratico.
È chiaro che il duo si è collocato al centro dello schieramento e pratica l’usuale politica dei due forni per cercare di acchiappare qualcosa o a destra o a sinistra, “Franza o spagna basta che se magna”. Infatti quella del Terzo Polo è la tipica posizione degli opportunisti estremi che se ne fregano totalmente dei contenuti ma puntano unicamente a posti di potere. Calenda per avallare il doppio forno dice che da loro stanno insieme sia Mara Carfagna che viene da destra, sia Matteo Richetti che viene da sinistra.
In genere questo tipo di politica non è molto apprezzato dall’elettorato che vuole vederci chiaro, ma lo è abbastanza da dargli quel minimo di peso elettorale da poter “ricattare” contemporaneamente sia la destra che la sinistra. Utilizzando il politichese potremmo dire che il Terzo Polo vuole fare l’ago della Bilancia, un po’ come fu il Partito socialista di Bettino Craxi.
Chiaramente il duo sa benissimo che la loro “offerta” - a sua volta - sarà accettata o respinta in funzione delle dinamiche interne in azione in quel momento nei due schieramenti.
In parole povere, ad esempio, l’offerta di Calenda serve alla Meloni per tenere a bada Berlusconi mentre quella di Renzi serve nel Pd a tenere a bada la sinistra interna con lo spauracchio di una scissione a destra.
I due sono bravi tattici e in questo momento comunque stanno facendo politica, nel senso che rispetto al caos che regna altrove si intravvede almeno una trama, un fine.
Bisogna vedere quanto reggerà il duo, quando alla fine Renzi fagociterà Azione e Calenda, ma questa è una storia ancora da venire.