Calenda: "La front-runner non sarà Carfagna. Voglio Draghi ancora Premier"
Il leader di Azione a ruota libera: attacca i sondaggisti che lo quotano al 2% e punzecchia Giorgia Meloni sul tifo calcistico
Calenda: "Anche Brunetta in Azione? Al momento, non ne fa parte"
Carlo Calenda è ottimista sull'accordo con Matteo Renzi e Italia Viva, anche se specifica di non volerne parlare troppo, fino alla fine della trattativa. Di certo, però, non sarà Mara Carfagna la front-runner, contrariamente a quanto scritto da diversi giornali: “No non può essere Mara Carfagna, lo ha detto anche lei (riferendosi alla presenza della ministra a In Onda, martedì 9 agosto, ndr), sebbene credo che ne avrebbe le capacità. Siamo un partito strutturato, che ha fatto i suoi percorsi”, ha detto Calenda a Omnibus su La7.
Contrariamente alle colleghe Carfagna e Mariastella Gelmini, Renato Brunetta dopo l'addio a Forza Italia non ha aderito ad Azione: “Brunetta? Per il momento non c'è. Credo che le squadre siano fatte. Al governo dovranno andare persone con competenza amministrativa, a differenza dal parlamento, dove chiunque prenda i voti può entrare”, ha spiegato Calenda.
Rispetto ai sondaggi di YouTrend che accreditano Azione solamente del 2%, Calenda è stato molto duro: “Il sondaggio è del sondaggista del Pd e di +Europa. Oltretutto viene fatto mentre tutti gli italiani sono al mare e quindi gli altri sondaggisti non fanno rilevazioni”, ha detto, nonostante il conduttore lo interrompesse per spiegare che Lorenzo Pregliasco è conosciuto come un professionista molto serio.
Rispetto alla rottura col Pd, Calenda ha osservato: “Ho detto a Letta: 'Se il problema è che ci sono i fascisti, puoi fare un nuovo Cln, ma allora prenditi il M5S. Altrimenti facciamo un'azione di governo, con un'opzione che parla al mondo liberale e l'altra a quello socialista'. Gli italiani non capiscono niente di quello che accade, bisogna spiegarlo e io lo faccio sempre. A Letta dico di non averlo mai attaccato sul piano personale, mentre lui lo ha fatto. Letta viene da una scuola politica che dice 'tutti dentro', come nella Seconda Repubblica. Io ho un'altra idea. Con il Pd non ha funzionato, ma stimo Letta e spero che sia il Pd che +Europa vadano bene, anche se Bonino ogni giorno parla male di me”.
Rispetto alla campagna elettorale di Silvio Berlusconi, commenta: “Berlusconi promette ancora miracoli, dagli alberi alla flat tax, ma gli italiani ormai lo conoscono. Provate a votare, per una volta, chi non fa promesse che non potrà mantenere, ma annuncia cose serie. Berlusconi ha fatto cadere Mario Draghi, l'italiano più illustre del mondo, che continua a guidare questo Paese mentre noi parliamo. Se gli italiani mi voteranno, il mio primo impegno sarà nel cercare riportare Draghi a Palazzo Chigi”.
Rispetto all'accusa di arroganza, Calenda ribatte: “Sono l'unico leader politico che sui social risponde ai cittadini, come Andreotti che passava giornate a rispondere alle lettere dei cittadini. Non parlo politichese, poi saranno i cittadini a giudicarmi. Io sono così, non posso fare diversamente”.
Rispetto al paragone che Il Messaggero fa con le squadre di calcio, abbinando Azione alla Lazio, Calenda scherza sul presunto “tradimento” calcistico di Giorgia Meloni: “Lei è della Lazio, mentre io sono della Roma, lo sanno tutti. Ma ho un figlio lazialissimo, che va in curva, quindi ne abbiamo sorriso”.