Calenda su Stellantis: "Meloni ha capito, il Pd invece proprio non ci arriva"

Il leader di Azione: "Dicevano salvaguarderemo tutti ma poi non l'hanno fatto. Ora non bisogna cascare nella trappola di dargli altri incentivi"

di redazione politica
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Calenda su Stellantis: "Schlein e Landini temo che non ce la faranno mai a capire"

Carlo Calenda torna ad attaccare Stellantis, il leader di Azione appoggia la linea della premier ma la mette in guardia sul prossimo futuro, mentre sul Pd è categorico: "Non ci arrivano". Calenda entra nel dettaglio della strategia del gruppo francese, di cui fa parte anche Elkann. "Meloni è arrivata tardi su Stellantis, ma almeno - dice Calenda a Il Foglio - ci è arrivata, la Schlein e Landini invece temo non ce la faranno mai". Il leader di Azione ha apprezzato la risposta della presidente del Consiglio all'interrogazione di Azione su l'ex Fca. Durante il question time di ieri alla Camera Meloni è stata abbastanza netta. "Con Stellantis faremo valere l'interesse nazionale, se si vuole vendere un'auto sul mercato mondiale pubblicizzandola come un gioiello italiano, allora quell'auto deve essere prodotta in Italia, vogliamo tornare a produrre qui da noi almeno un milione di veicoli l'anno", ha dichiarato.

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"Adesso - prosegue Calenda a Il Foglio - deve però sostanziare la pars costruens del suo intervento: bisogna chiarire qual è il piano di Stellantis per l'Italia, oggi non noto, e capire se è difforme dalle garanzie che gli Elkann avevano dato e, solo a quel punto, discutere di eventuali miglioramenti anche con quello che l'Italia deve fare per aiutare. Non può succedere però che questi facciano la vendita della fontana di Trevi due volte". "Bisogna evitare - spiega il senatore di Azione - quanto accaduto finora dopo la sigla dell'accordo per la fusione con Psa. Quei giorni dicevano "salvaguarderemo tutti", adesso tornano e dicono "salvaguarderemo tutti se ci date incentivi, soldi, etc", questo significa vendere la stessa cosa due volte".