Canone Rai, governo battuto. Stop al taglio. Forza Italia con le opposizioni. La Lega: "I cittadini ci hanno votato per abbassare le tasse"

L'azzurro Nevi: "Usiamo questi fondi per i pensionati". La Lega si astiene sulla sanità

Di Alberto Maggi

Sede Rai

Politica

La conta in commissione finisce 12 a 10. Ai dieci senatori delle opposizioni si aggiungono i due di FI. La maggioranza si ferma a dieci sì, insufficienti per far passare l’emendamento


La maggioranza di Centrodestra si spacca sul canone Rai. In commissione Bilancio del Senato i due parlamentari di Forza Italia, Dario Damiani e Claudio Lotito, hanno votano insieme alle opposizioni contro l’emendamento della Lega che chiedeva di prorogare, anche nel 2025, la riduzione del contributo per la tv pubblica, da 90 a 70 euro. Il governo va sotto: il parere dell’esecutivo alla proposta del Carroccio era positivo.

La conta in commissione finisce 12 a 10. Ai dieci senatori delle opposizioni si aggiungono i due di FI. La maggioranza si ferma a dieci sì, insufficienti per far passare l’emendamento.

Poco prima del voto in commissione era arrivata la frenata di Matteo Salvini, proprio negli stessi minuti in cui il presidente della quinta commissione di Palazzo Madama, Nicola Calandrini, suonava la campanella per avviare i lavori sul provvedimento che fa da veicolo alla proposta della Lega. "Stiamo lavorando per abbassare le tasse, il canone Rai è una di queste, ma non è la nostra attività centrale. Abbassare il costo del canone è da sempre un obiettivo non della Lega ma del Centrodestra. Forza Italia non vuole abbassare? Mi spiace, non per la Lega ma per gli italiani per cui quella tassa avrebbe potuta essere tagliata", si era sfogato il leader del Carroccio ai microfoni di "Non stop news" su Rtl 102.5.

"Non lo so, ma di sicuro i cittadini hanno votato il Centrodestra (inclusa Forza Italia) per abbassare le tasse non per alzarle". E' il commento a caldo di Claudio Borghi, capogruppo della Lega in Commissione Bilancio al Senato, che risponde alla domanda di Affaritaliani.it se Forza Italia, votando con le opposizioni contro la conferma del taglio del canone Rai, stia difendendo gli interessi della famiglia Berlusconi e quindi Mediaset.

"Abbiamo sempre detto che la nostra posizione è quella e non vedo proprio perché si debba andare avanti con un provvedimento che dà 20 euro all'anno, ovvero 1,5 euro al mese, a tutte le famiglie italiane, a prescindere dal reddito e quindi ricchi e poveri, mettendo in difficoltà la Rai alla quale poi lo Stato dovrà garantire maggiori risorse. E' una misura che non ha alcun senso e non va nella direzione di spendere bene e al meglio i pochi fondi a disposizione". Così Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia e vice-capogruppo vicario alla Camera, intervistato da Affaritaliani.it dopo la bocciatura dell'emendamento della Lega in Commissione Bilancio al Senato che chiedeva di confermare il taglio del canone Rai da 90 a 70 euro e con gli azzurri che hanno votato con le opposizioni.

"L'anno scorso abbiamo tolto 20 euro scendendo a 70 ma lo Stato ha dovuto dare alla Rai più di 400 milioni di euro. E' come cambiare tasca, alla fine pagano sempre i cittadini". Ma se la Lega non ritira l'emendamento, dopo la bocciatura in Commissione Bilancio, e lo ripresenta in Aula? "La posizione di Forza Italia è stata decisamente netta e chiara. Noi quei soldi se veramente ci fossero a disposizione li metteremmo per aumentare la pensione minima ai pensionati che faticano ad arrivare a fine mese. D'altronde, non si può essere sempre d'accordo su tutto nella maggioranza ed è già accaduto che votassimo difformemente come per esempio sul terzo mandato per i presidenti di regione e per i sindaci", conclude il portavoce nazionale di Forza Italia Nevi.

Ma non solo il canone Rai. La maggioranza di nuovo divisa in commissione Bilancio del Senato sull'emendamento, al decreto fiscale, proposto dal senatore di Forza Italia, Claudio Lotito, sulla sanità in Calabria. La Lega si è astenuta mentre FdI e FI erano a favore: sono così mancati i voti a favore per far passare la proposta di modifica. Il governo si era rimesso all'aula della commissione. 


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