Capitano Ultimo ad Affari: "Batterò la politica sporca come Riina”. Esclusivo

Intervista esclusiva a Sergio De Caprio: il capitano del carabinieri che ha arrestato Riina spiega il suo progetto per le Europee

di Antonio Amorosi
CAPITANO ULTIMO
Politica

Europee: parla il Capitano Ultimo 

Sergio De Caprio vuole cambiare la politica come ha cambiato la storia della mafia. Dopo 31 anni, si scopre il volto (sempre coperto per motivi di sicurezza) e si candida alle Europee con la Lista Libertà di Cateno De Luca. E’ stato il simbolo dell'unità Crimor dei ROS dei Carabinieri che ha portato all'arresto del capo di Cosa nostra Totò Riina nel 1993. Intervista esclusiva.

Appalti truccati, voto di scambio, corruzione. Le vicende giudiziarie stanno travolgendo la politica, dalla Puglia alla Sicilia, dal Piemonte alla Campania. La politica è sempre più distante dalla gente?

Evidentemente c'è bisogno di strumenti nuovi, diversi da quelli che si usano da quaranta, cinquanta anni. Le mafie, presenti anche in alcune di queste inchieste, devono essere annientate... anziché contrastate .

Ci sono strumenti per farlo davvero?

Il problema è sotto gli occhi di tutti, c'è un dispositivo di sicurezza che scioglie i consigli comunali perché ci sono infiltrazioni delle cosche mafiose. Non si è in grado di sciogliere le cosche, quindi si sciolgono i Comuni. Ma le sembra sensato? Lo chiedo con realismo, senza polemica, ma con un realismo costruttivo.

E quindi?

Dobbiamo sciogliere le cosche mafiose, non i Comuni, e per fare questo è necessario togliere i diritti politici ai mafiosi che non collaborano, ma soprattutto toglierli ai loro parenti, dai figli di primo e secondo grado.

Capitano Ultimo scopre il volto dopo 31 anni: "Mi candido con De Luca". GUARDA QUI IL VIDEO

Però in molte delle inchieste sugli appalti che leggiamo non ci sono organizzazioni mafiose, sono lo specchio della degenerazione di un meccanismo d’affari tra politici e interessi privati...

Ho una certa esperienza professionale, ho ascoltato tante parole e quindi ora parlo col cuore e le dico che ai mafiosi dobbiamo togliere i diritti politici ma anche ai loro parenti. Non devono avere la possibilità di iscriversi alla Camera di commercio, non devono avere la possibilità di aprire partite IVA, di svolgere attività lavorativa se non lavori socialmente utili alle dipendenze dei sindaci. E’ una cosa semplice, va realizzata nei modi dovuti, accettando il contributo di pensiero di tutti, ma questa è la strada per vincere.

Mi sembra controversa come questione. E se non c'entro niente con quel mafioso e ne sono parente verrei lo stesso colpito da questo provvedimento. Non mi sembra giusto.

Certo, io la capisco, però lei sa che tutti i politici che hanno incarichi importanti devono rendere noto l'elenco dei loro parenti, fino ai figli di primo e secondo grado, i quali non possono avere rapporti di lavoro o contratti con le pubbliche amministrazioni. Quindi, come vede, lo strumento già c'è, l'ipocrisia va tolta da questo discorso. La domanda è: vogliamo vincere o vogliamo perdere? Sentiamo che cosa ne pensa la gente col voto, altrimenti continuiamo con tremila inchieste senza arrivare mai in fondo.

Come le dicevo, in molte di queste inchieste emerge un sistema di affari in cui si usa la cosa pubblica per fini privati, non ci sono le mafie propriamente dette.

Occorre far intervenire le prefetture: avere delle white list in cui sono registrate le imprese che possono partecipare alle gare d'appalto e una black list in cui ci sono le imprese che evidentemente non possono partecipare. E’ un'attività di prevenzione che spetta al Ministero dell'Interno. Se non è in grado di farla, e abbiamo una tale diffusione delle dinamiche corruttive, il ministero e le prefetture devono agire e dire che cosa serve loro, di che risorse ulteriori hanno bisogno per agire. Sa cosa penso?

Dica

Che l‘atteggiamento peggiore è rimanere nell'ipocrisia, nel silenzio, in cui non si sa mai chi è il nemico, invece il nemico si sa chi è: è l'illegalità. Noi abbiamo due strade: annientare le cosche mafiose, basta con le mafie in Italia, o continuare a fare quello che facciamo. I due strumenti che le ho indicato sono a mio parere risolutivi, accanto all'azione delle forze di polizia e della magistratura. Se invece vogliamo parlare ancora per altri quaranta, cinquanta, sessant’anni possiamo. Tutti parlano e nessuno ne risponde. I prefetti devono rispondere di ciò che a loro serve per garantire la prevenzione: se non lo fanno e continua il sistema che vediamo devono essere rimossi. E lo dico con estrema amicizia.

Lei ha colpito tutti dicendo: mi candido nella prossima tornata elettorale. Perché pensa di poter fare la differenza rispetto a chi è venuto prima di lei?

Perché siamo in una situazione fallimentare. Questi provvedimenti che le riferisco devono essere realizzati concretamente, senza indugi ulteriori, e li faremo, insieme ai cittadini, con la lista Libertà di Cateno De Luca, i figli del popolo. Siamo gente che non ha padroni, non siamo i grandi partitoni della propaganda, siamo civici con la voglia di riportare al centro della politica i Comuni italiani, quelli che ora sono in dissesto finanziario, quelli abbandonati dalle grandi lobby politiche ed economiche. Questo nostro patrimonio di comunità va tutelato e difeso.

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Concretamente come?

Vede come viene modulato questo PNRR?

Certo, ne ho e scritto e riscritto, con critiche dettagliate

Propongo di dare immediatamente un megawatt di energia fotovoltaica a ciascun Comune italiano. Parliamo di una spesa di 8 miliardi di euro ma vuol dire dare un milione ad ogni Comune, per avere un mega di energia rinnovabile che produce 150.000 euro l'anno di risorse. Tantissimi Comuni uscirebbero dal dissesto finanziario. Poi occorre digitalizzare tutte le reti dell'illuminazione pubblica dei Comuni, creando una rete digitale per scambiarci l'energia con le comunità energetiche rinnovabili. Tantissimi nostri piccoli Comuni sono abbandonati, umiliati, non hanno la capacità di avere un tecnico comunale per più di 18-20 ore. In questi enti manca quindi la progettazione. Io propongo che quella dei Comuni piccoli venga fatta dalle università pubbliche. Hanno il dovere e l'onore di servire i Comuni. E’ un'altra norma che deve essere immediatamente approvata. E poi obblighiamo i sindaci a chiedere un parere obbligatorio ai rappresentanti degli studenti delle scuole superiori dei nostri territori, perché i nostri figli hanno una sensibilità, un amore nel cuore che è prezioso per la nostra progettazione territoriale e non possiamo pianificare il futuro senza sentire il loro parere. Deve essere una prassi che va concretizzata.

Perché si candida adesso, dopo anni che la politica ha provato a coinvolgerla?

Fino a oggi ho combattuto per la gente, oggi devo farlo insieme alla gente. Ho messo la mia vita in gioco quando ho combattuto la mafia da carabiniere. Come abbiamo battuto Riina ora dobbiamo battere il malaffare. La metto in gioco anche adesso, perché lo faccio per i miei figli. Sono iniziative per loro, per il bene comune, non per creare un super partitone, ce ne sono già. A questi bisogna fare un applauso perché sono riusciti a far fare arrivare la guerra in Europa e continuano a parlarne anziché fare silenzio e chiedere scusa. Vergogna! Si devono vergognare! Vedo ex ministri che commentano la guerra. Ma cosa hanno fatto per impedirla prima che scoppiasse, visto che sono anni che c’è un conflitto? Ne devono rispondere al popolo, devono dare spiegazioni. Parlano gli stessi che erano al governo quando è scoppiata: silenzio, ipocriti!

Faccio l'avvocato del diavolo, i politici promettono, poi quando sono al governo o nelle macchine amministrative difficilmente fanno quanto promesso. Perché lei dovrebbe riuscirci?

La gente si deve unire: aprite gli occhi, uniamoci fianco a fianco, vedete, siamo insieme con tante piccole sigle e per questo veniamo derisi. Certo sarebbe comodo eliminarle, nel silenzio, una alla volta, come sottomettono l'opinione pubblica allontanandola dalla politica, alla fine per divertirsi tra baroni e baroncelli nella gestione del potere. Noi siamo un’altra cosa.

Ultima questione: lei si candida in Europa ma la stragrande maggioranza degli Stati del continente non hanno neanche una legislazione che preveda il reato di associazione mafiosa. Che farà?

E’ un argomento dirimente e per questo dico che occorrono innovazioni radicali. I mercati sono globali e il ritorno, anche in Italia, di mafie che hanno accumulato ricchezze fuori, sono l’effetto di un gioco economico che permette a queste, dove sono più liberi, di fare quello che vogliono. C'è uno status quo che mi sembra fallimentare. Bisogna cambiare tutto anche in Europa, per questo ho scelto di investire la mia vita in questa esperienza e lo faccio con le stessa determinazione che ho usato, con i miei compagni, contro la mafia. Sono sempre stato e sempre sarò un carabiniere degli ultimi.

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