Casini-Mastella il "centrino" destinato al flop. E "piazze vuote come le urne"

Calenda a sinistra e Salvini a destra non hanno torto a bocciare come "il vecchio che avanza" gli eterni gemelli della vecchia DC Mastella e Casini

L'opinione di Pietro Mancini
Politica
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 C’è qualcosa di nuovo nell’aria, anzi, di antico, come Casini e Mastella

Ha scritto, su Twitter, Claudio Velardi, uno dei cosiddetti “Lothar” di Massimo D’Alema, quando “Baffino” fu il primo premier post-comunista : “È il momento di unirsi, in qualunque forma, con una leadership unica e riconoscibile.  Se non lo farete, cari Carlo Calenda, Mara Carfagna, Matteo Renzi, Giovanni Toti e altri,  ne porterete tutti la responsabilità. Nessuno potrà prendersela con il vicino”.

All’ex collaboratore del nemico di Veltroni ha così risposto Francesca Chaoqui, già membro della Cosea, in Vaticano, processata e condannata a 10 mesi, per concorso in divulgazione di documenti riservati, nell’ambito di Vatileaks: “Ma, scusa, Velardi,  i voti chi li porta ? Ci arrivano al 5% ? Perché tutti fate i conti senza l’oste ? Prima o poi, la gente tornerà nelle gabine….”.

Domanda opportuna. Pochi, infatti, riescono a immaginare folle oceaniche ai comizi di statisti come Brunetta e Carfagna, tra i 50 forzisti, che hanno trombato la candidatura al Colle della Casellati. Si potrebbe così modificare il famoso slogan di Pietro Nenni: “Piazze vuote. Come le urne….”. O no? 

Calenda, a sinistra, e, a destra, Salvini-ieri mitragliato in tv, da Giletti, senza contraddittorio, da Giorgia Meloni-non hanno torto a bocciare come il “vecchio che avanza” gli eterni ex gemelli della vecchia DC, Mastella e Casini, quest’ultimo piombato, di recente, ad Arcore, a ossequiare il declinante nonno Berlusconi.

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